59. Quello che ci fa tremare

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"Non è vero. Ma è bello che tu me lo dica."

This must be the place (2011)





This must be the place (2011)

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...Calma.

Respirare.

Sigillare le palpebre — sigillare il cuore.

...Silenzio.

Allentare i pensieri.

Piegare le ali — smettere di volare con i pensieri.

...Controllo.

Non dimenticare di respirare, mai dimenticarlo.

Non dimenticare la chiave di quel lucchetto, non dimenticare dove è nascosta.

...Regola, dominio.

Sii padrona delle tue emozioni.

Alcun sentimento truculento deve fuggire via da te.

...Diligenza.

Peccato che più cerco di disegnare un cerchio perfetto, più viene fuori uno scarabocchio informe, costellato di spigoli, sbavature terrificanti laddove le dita hanno premuto di più.

Un arzigogolo nero che segue il sentiero scavato dai pensieri, obbediente — opachi, affatto colorati come quelle sfumature che aveva assunto il pomeriggio, qualche ora prima. Il nostro pomeriggio.

Calma, Matilde. Abbandonati a un qualcosa più grande di te.

Ma tutto lo è! Tutto è più grande di me, fin da sempre... e per sempre!

Fin da sempre piccina, fin da sempre delicata, fin da sempre cristallo. Fin da sempre granello di sabbia, goccia di mare. Perché io o tutto o niente. Troppo o poco.

Granello di sabbia o tempesta, goccia di mare o tormenta. Che spezza il legno delle navi e lacera le loro candide vele. Che sradica alberi e radici, che semina distruzione ed estirpa ridicole utopie.

E poi...farfalla. Soffio di quiete.

La calma è la virtù dei forti, si dice.

Ma io, forte, non lo sono... non lo sono mai stata probabilmente — tanto meno adesso. Nemmeno in quella crepa di presunzione con cui ho dato consigli agli altri, osando.

A me piace giocare su quel filo sottile issato sulle coste di un abisso buio, che gronda merletti di notte e non di giorno, pizzi di luna e non di sole. Un solo piede modellato contro quella corda così esile, sottile — come me —, e le braccia aperte, ali senza fine, che si sollevano mosse da un arcano brio. Un enigma, contando che la possibilità di cadere, farsi male, forse morire, esiste... esiste e danza sull'orlo delle mie stesse braccia.

Quando Apollo s'invaghì di AtenaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora