58. Aletheia

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"Lei di sicuro non rischia di essere un ortaggio, perché perfino un carciofo ha un cuore."

Il favoloso mondo di Amélie (2001)









Il favoloso mondo di Amélie (2001)

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I cambiamenti fanno parte di noi.

Camminano al nostro fianco, fattezze di ombra, muti e sorridenti, estrinsecandosi piano piano — come dita che scorrono lente fra ciuffi annodati, sgrovigliando qualcosa di troppo, briciole incolori che non ci appartengono più.

Il loro, è un processo silente, graduale, allentato.

Lo schiudersi di una corolla di petali, un uccellino che impara a volare, a sfidare il cielo e le nuvole, la matita che preme sul foglio e dà vita a linee armoniose... l'accettazione di una parte di noi che rifiutavamo con ostinazione e, forse, anche con un po' di puntiglio.

Piano, piano... lentamente... senza fretta.

Metamorfosi di pensieri e parole, di fatti e realtà, di convinzioni e sbagli.

...piano, piano... ci destiamo al mattino, e quando andiamo a specchiarci, a guardare noi stessi con gli occhi di chi non può mentire, ci trasformiamo poco a poco.

Non ce ne accorgiamo mentre sfioriamo con disattenzione gli spigoli degli zigomi e la mandibola cesellata, e quello sguardo imbrigliato in sequenze di ricordi, turbinio di stati d'animo. Non ce ne accorgiamo mentre scegliamo dall'armadio quali stoffe si addicano meglio al nostro umore. Non ce ne accorgiamo mentre ci tuffiamo nella quotidianità, mordicchiando brandelli di biscotti e di croissant.

Non ce ne accorgiamo perché non ce l'abbiamo, la consuetudine.

Quell'inclinazione a notare — scorgere — e apprezzare l'incanto delle piccole cose.

Coccinelle, spilli d'argento, fili di cotone e il profumo dei pastelli appena temperati.

Lo stupore infilato fra le pieghe delle ciglia, colui che fa emozionare davvero e che orpella le labbra di infinita gioia.

Lamponi mangiati in punta di dita, la frase migliore del nostro libro preferito, lacci di scarpe e un seme di girasole a sparire sul palmo della mano.

Il cambiamento, il mutare, è come un semino di girasole. Uno, da solo, non significa niente e significa tutto. Ma quando si unisce al girasole... allora qualcosa in noi si ferma, ingranaggio arrugginito, che si è dimenticato come operare, come andare avanti.

...già... come si fa? Come si fa ad andare avanti?

Ci sentiamo smarriti, fronde di alberi in balìa del vento. Ci sentiamo sbagliati, parole acri pronunciate al momento inadatto. Ci sentiamo imperfetti, di nuovo. Perché fossimo stati perfetti allora non ci sarebbe stato bisogno di cambiare.

Quando Apollo s'invaghì di AtenaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora