18. ...anzi, s'è visto in un vicolo di Firenze

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Marta.

Intorno a mezzanotte l'opera si conclude con tutto il cast degli attori sopra il palco, l'uno accanto all'altro, con le spalle che ritmicamente si vanno a sfiorare senza timore.

Si chiude la scena con un grande e caloroso applauso che, nonostante il numero ristretto di persone, fa pensare che i presenti dentro il piccolo ambiente si siano raddoppiati.

Non c'è un singolo individuo che tiene le proprie mani in tasca, oppure ferme lungo i fianchi, o meglio ancora sotto il mento – il che sta a suggerire che la noia si è impadronita di loro –, nemmeno qualcuno intento a scattare fotografie con il cellulare; si sa, giustamente, che il cellulare a teatro è proprio blasfemia totale.

Gli attori, ognuno di essi, sotto quel sonoro e sentito ringraziamento, non possono far altro che sorridere con evidente gioia ed esibirsi in continui inchini.

Il loro modo di ringraziare per noi spettatori.

Anche io mi ritrovo a battere le mani, e non con fare trascinato o con sufficienza come in parecchie occasioni non ho mancato di fare, bensì eseguo un applauso pulito, completamente sincero.

Nel mio profondo so che se lo sono meritato.

Soprattutto Lunanuova. Che sorprendentemente si è rivelato un attore decisamente brillante e non da pomodori tirati in faccia, men che meno di uova marce.

Lunanuova ha la passione nel sangue, nell'animo, una composizione quasi poetica ai miei occhi. Una passione che io stessa una volta riversavo nella ginnastica artistica, purtroppo odiernamente assopita e risorta in onore dell'arte e del disegno — e naturalmente anche per Star Wars.

È come ci fosse un certo feeling fra me e lui, strano da spiegare, strano per articolarlo.

Non tutti riescono a dedicarsi con anima e corpo in qualcosa, dedicare se stessi in onore di ciò che più ci appassiona, è raro che qualcuno non molli oltre un determinato tempo prestabilito.

Effettivamente, io ho mollato.

La ginnastica artistica è stata il mio sogno dalla prima elementare fino alla terza media poi mi sono tirata indietro.

Marta era cambiata e quello sport le stava stretto.

Ma, comunque, ho subito riabbracciato qualcos'altro, forse anche più di vitale importanza; per me oggi l'arte è tutto, disegnare è tutto, imparare sempre nuove tecniche, studiare e capire i pensieri degli artisti che furono e che saranno — poiché va capito non solo il modo di muovere una matita o un pennello, ma va compresa anche la psiche, il loro essere interiore, lo stato d'animo.

È più che un semplice foglio di carta, una tela bianca e uno strumento da disegno.

E sono più che certa che uno come Emilio Lunanuova possa intendermi parecchio.

Egli non smette di sorridere mentre si abbandona a quegli applausi meritati, posso percepire il suo cuore battere all'impazzata, lo stesso che sarebbe accaduto a me se fossi stata al suo posto, magari con una mia opera d'arte alle mie spalle anziché uno spettacolo appena giunto al termine.

Posso confermare senza ripensamenti di averli spesi bene quei soldi per il biglietto.

Mentre continuo a battere le mani, non posso fare a meno di sentirmi come Hermione quando applaudiva Ron durante la partita di quidditch.

Lo so, è un paragone forse troppo approssimativo dal momento che io non nutro alcun sentimento per quel giovane uomo, tuttavia l'espressione e il modo di fare è esattamente quello.

Quando Apollo s'invaghì di AtenaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora