6. L'insufficienza della menzogna

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Io devo assolutamente essere la persona più masochista che esista sulla faccia della Terra

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Io devo assolutamente essere la persona più masochista che esista sulla faccia della Terra.

Anzi no, non è affatto così, non posso essere la persona più masochista che esista sulla faccia della Terra — il pianeta vanta l'incredibile cifra di sette miliardi di abitanti, di persone, di umani che portano avanti ognuno la propria esistenza.

Più corretto e saggio affermare che io sia una delle persone più incline a trarre piacere dal dolore autoinflitto — compiacersene in un atto di puro egoismo interiore, un solipsismo criptico, ambiguo, che potrebbe essere etichettato come un qualcosa di strano dalle persone con un briciolo di amor proprio — che esistano sulla faccia della Terra.

Già... in questo modo ha un suono migliore, più credibile, tangibile.

Sono così masochista che uno come Émile Zola o Gustave Flaubert mi avrebbe volentieri preso come ispirazione per scrivervi un saggio — mi sarei accontentata anche di pochi versi, brevi seppur significativi.

Sono una delle persone più proclive a quel lato distruttivo che normalmente nessuno cerca e nessuno mai vorrebbe averci a che fare — e una delle più sciocche, perché in quella parte nascosta così contorta in me è cucito addosso un sottile filo di stoltezza, ne fa capolino quasi con timidezza... ma c'è. E anche un microscopico bottone di inettitudine, talmente recondito che per scorgerlo si fa fatica.

Tante cose sono rammendate addosso al mio spirito, e la maggior parte di loro mi hanno procurato tanto di quel dolore che nemmeno me ne accorgo più quando una nuova parte ne viene imbastita. Sangue, probabilmente ci sarà anche del sangue, eppure ho smesso di sentire.

Masochista — perché sembra proprio che io trovi un innato compiacimento nell'avvilire me stessa e subire umiliazioni. Sciocca — perché nonostante abbia spaccato letteralmente lo specchio del bagno del cinema di Giovanni con un pugno e nonostante sia a conoscenza del reale motivo di questa mia azione avventata, sto tentando in tutti modi possibili di inventarmi una bugia che regga da raccontare e che non riguardi nella maniera più assoluta Leonardo.

Perché il motivo effettivo di questo trionfo di schegge, di vetro e di sangue è esattamente lui. L'ho fatto, è accaduto... mi sono umiliata dinanzi ai suoi occhi inesorabili, occhi del nemico — è come se avessi dichiarato la sconfitta, urlandolo a pieni polmoni.

Masochista, masochista, masochista. Sciocca. Sprovveduta.

Non dovevo cedere, non dovevo lasciare che la rabbia prendesse il sopravvento delle mie azioni e della mia testa, non dovevo lasciarmi sopraffare come una gracile e povera novellina. Non dovevo permettere alle provocazioni di Leonardo di scavarmi dentro l'animo. Non dovevo perdere il controllo — invece dovevo trattenermi, mi sarei dovuta fingere sorda se necessario, oppure mi sarei dovuta mettere a canticchiare una canzone.

Quando Apollo s'invaghì di AtenaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora