19. Pensieri gentili

18.2K 864 282
                                    




La figura di mia madre, seduta sopra la mia scrivania con tanto di gambe accavallate, mi osserva

Oops! Questa immagine non segue le nostre linee guida sui contenuti. Per continuare la pubblicazione, provare a rimuoverlo o caricare un altro.










La figura di mia madre, seduta sopra la mia scrivania con tanto di gambe accavallate, mi osserva.

Ella è ancora vestita del pigiama, con su stampate una zucca e una carriola di legno, la corta chioma di capelli tutta in disordine, segno che non deve essere in piedi da molto.

Automaticamente, come metto a fuoco colei che ieri sera ha assistito a una Matilde abbastanza scadente, sobbalzo dallo stupore tirandomi su dal cuscino in uno scatto.

I miei capelli cascano tutti dinanzi al volto, andando a coprire persino la frangetta; le iridi un po' impastate per via del sonno, tuttavia, riescono a scorgere Adele attraverso le ciocche rosa.

La mamma ha il viso rilassato, a quanto ho modo di vedere, mi sorride calma senza mostrare la dentatura. Sembra quasi rassicurante. Ma poi mi ritorna alla mente che è rimasta lì fino adesso a osservarmi in silenzio, ed ecco che il "rassicurante" viene sostituito seduta stante da "inquietante".

Che cosa dovrei dire? Anzi, dovrei proprio dire qualcosa?

«A che ora sei tornata ieri sera?» mi precede lei con voce che non fa trapelare la minima arrabbiatura o nervosismo, anzi, tutt'altro.

Mi sto sentendo a mio agio. Si gratta la cute nel contempo che si mette in attesa di una risposta da parte mia.

«Prima delle undici e mezza, sicuramente non a mezzanotte. Non ho fatto l'alba» replico cercando di mantenere un tono sereno e sul filo dello scherzoso.

Ed effettivamente è vero, sono rincasata realmente prima delle undici e mezza, la mia memoria è perfettamente vigile.

Mi do una sistemata, poi, ai capelli, portandomeli dietro le orecchie, finalmente riacquistando una visuale come dio comanda.

«Cos'è successo con Marta di così urgente?» fa appello al mio "Marta mi ha scritto, è nei paraggi e ha bisogno di me per fare una cosa" di ieri sera.

Già... che cosa diavolo è successo con Marta di così urgente? Che miseriaccia le dico?

La verità è che non ho escogitato una seconda scusa da rifilarle, poi considerando la scia degli eventi l'unica cosa che mi viene naturale di fare è quella di arrossire. E di brutto.

«Ehm» mugugno abbassando lo sguardo sui miei animaletti, facendo finta di niente, «Marta aveva litigato con i suoi genitori», e veloce come un lampo mi ripiomba nei pensieri il viso di Leonardo terribilmente vicino al mio, il suo respiro che attecchiva sulla mia pelle, la sua bocca paragonata al biglietto da visita che si distribuisce prima di varcare la soglia dell'inferno, «aveva stra-bisogno della sua migliore amica» aggiungo alla fine, assumendo una tonalità decisamente stridula e acuta, quasi che mi viene da scoppiare in una ridarella senza fine.

Devo fare in modo di pensare a qualcos'altro! A qualcosa di triste, magari.

«Prima sono andata a gettare la spazzatura, con le scarpe ai piedi in caso tu te lo stessi chiedendo» fa riferimento ai suoi piedi fasciati solamente da un paio di calze di lana, «e ho incrociato per caso mademoiselle Rossini».

Quando Apollo s'invaghì di AtenaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora