44. Predizione inquieta

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Alzo gli occhi dal messaggio appena inviatomi, in bella vista sullo schermo del cellulare, con calma e lentamente

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Alzo gli occhi dal messaggio appena inviatomi, in bella vista sullo schermo del cellulare, con calma e lentamente.

Mi prendo la libertà di sbattere le palpebre quasi con ciclicità disarmante, come se andassi al ritmo di una qualche canzone ricca di melodia. Scuoto il capo al fine di liberarmi dalla zavorra dei capelli che sono andati a cascarmi, inesorabili, dinanzi al viso. Mi ravvivo perfino la frangetta, riflettendo con assennatezza che sia giunto il momento perfetto per darle una leggera spuntatina; è cresciuta alquanto in questi ultimi mesi, quasi è arrivata a sfiorarmi la soglia delle palpebre.

Incredibile del modo in cui stia agendo, esattamente come se avessi a disposizione tutto il tempo del mondo, come se non avessi un Leonardo a qualche metro di distanza da me, in attesa di un qualsiasi movimento da parte della sottoscritta, come se potessi crogiolarmi nella sfrontata pigrizia. Ahimè, come se non ci avessi preso gusto immane a punzecchiarlo all'ennesima potenza, provocandolo con qualsiasi arma del mio arsenale.

Abbiamo fatto pace sabato notte, dopo la vicenda al Circolo degli Illuinati, e sensazione migliore di quella non l'avevo affatto provata. Mai.

Non che l'avessi fatto con cattiveria o malizia quel gesto equivoco quale quello dell'averlo ignorato; di proposito sì, ma non c'erano secondi fini dietro, non glielo facevo appositamente per farlo... irritare, tanto per mettere i puntini sulle "i". Tuttavia, a dispetto delle previsioni, il modo con cui abbiamo chiarito è stato maledettamente incantevole.

Mi è piaciuto da morire vederlo scocciato per il fatto che l'avessi semplicemente tagliato via dalle mie peripezie, mi è piaciuto assai vederlo piccato per un nonnulla come quello, troppo abituato a essere sempre al centro dell'attenzione, ben voluto da chiunque, desiderato ancor di più. Leonardo Aspromonte lo ha reso come suo vizio personale quello di essere il prediletto, venerato e amato da tutti.

Mi diverte stuzzicarlo a dovere, dal momento che so poi cosa mi aspetta nel dopo. Dal momento che ho avuto la maniera di scoprirlo, mi sembra giusto definirmi nel profondo come perfetta egoista e perfetta irriverente: "egoista" perché lo sottopongo a scherzetti non troppo... etici, "irriverente" perché, fondamentalmente, Leonardo non si merita questo. Ma dato che in me sovente è la prevalenza del lato oscuro, anziché quello chiaro – quello da "Sith" come direbbe Marta –, ecco che mi ritrovo a comportarmi come colei che vuole a tutti costi stuzzicare la pazienza del leone. Sapendo che, alla fine, lui mi sarebbe saltato addosso al fine di vendicarsi a dovere.

È un ragionamento piuttosto contorto, intricato forse. Ma io non ho mai asserito di essere una ragazza semplice, dall'aspetto liscio e senza fenditure, dalle quali, poi, fuoriesce e fuorientra di tutto, di bene e di male.

Ed è per questo motivo che mi permetto di lanciare un'occhiata carica di beffardia in direzione del leone che, ora come ora, ha tutta l'aria di essere una preda con la "p" maiuscola. Addirittura il colore dei capelli rispetta in tutto e per tutto la tonalità dorata del manto e della criniera.

Quando Apollo s'invaghì di AtenaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora