11. Contrario

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"Non può piovere per sempre!"

Il Corvo (1994)



Mia nonna Fauste, mi ripete sempre una frase d'una semplicità sconcertante

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Mia nonna Fauste, mi ripete sempre una frase d'una semplicità sconcertante. Un lento modellare di lettere e suoni, poiché... altro non è che verità.

"Inutile fare programmi o convincersi di qualcosa. Tanto poi andrà sempre al contrario di come volevi tu".

...mia nonna Fauste... non occorre dire che... aveva ragione.

























Marta è alle prese con la ricerca di un parcheggio quando sento il mio cellulare squillare dalla borsa. Qualcosa, in me, sa già di chi si tratta.

«Dimmi tutto, compare» chioso con una sicurezza decisa, un dragare solerte di persuasione a fior di pelle.

«Dolci donzelle, sappiate che io, Marco e Veronica siamo già davanti all'entrata, in attesa del vostro imminente arrivo. Non fatevi attendere», la voce di Diego va a foderarmi le orecchie, una punta di antica gentilezza mi punge gioviale.

«No, affatto, messere. Lady Marta sta cercando un posticino per parcheggiare la sua carrozza. Siamo quasi lì», emetto un piccolo riso mentre mi guardo attorno per aiutare Marta con il parcheggio.

Un buio turpe — mantello nero senza il bagliore di una stella —, amico fedele di notti autunnali, ci riveste gli occhi e il fievole fulgore dei lampioni non aiuta granché a scovare anche il più piccolo spiazzo.

«A momenti è più facile trovare parcheggio a Piazza della Libertà, per tutti i pennelli!» borbotta la mia amica con un orpello di sarcasmo, un celere roteare di pupille scorgo con lo scrimolo dell'occhio.

«Voi dove avete lasciato la macchina?» parlo di nuovo con Diego, sperando nel più piccolo suggerimento.

«Abbiamo optato l'opzione meno dolente: scaricarla a Piazzale Michelangelo» spiega lui con voce abbacchiata, uno stridere di sofferenza fra i denti.

«E vi siete fatti tutta la strada a piedi? Voi siete matti!» replico senza riuscire a celare un gesto di stizza, «Va bene, senti, noi inventeremo qualcosa. Fra pochi minuti saremo lì» concludo la telefonata, trattenendomi dal dirgli che, per il futuro, al posto del Maverick sarebbe più consono scegliere un locale più... comodo.

«E se provassimo col parcheggio di un ristorante?» propone Thalìa avviticchiando con le dita la stoffa dei sedili e sporgendosi in avanti.

«Ho timore di ritrovarmi con una bella multa». Le labbra di Marta si arricciano di repulsione al solo pensiero.

«Tentiamo il tutto e per tutto, proviamo in via di Belvedere. Magari qualcuno ha abbandonato all'ultimo minuto, qualcuno si è sentito male ed è ritornato a casa» suggerisco appellandomi alla speranza.

Quando Apollo s'invaghì di AtenaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora