_QUARANTOTTO_

724 54 9
                                    

Pov. Terri

<avete già qualche teoria sul licantropo?> domandò Raffaello, era un po' nervoso riguardo a quella storia nonostante gli avessimo già detto che il vero bersaglio non era lui.
<no, ci sono davvero troppi cani nella mia vita per poter avere una teoria sicura> risposi cercando di essere il più rassicurante possibile.
<oh grazie bambolina così mi fai sentire unico> rispose lui. A quella frase Abbie cercò di trattenere le risate ma senza molto successo mentre io rivolsi al cagnolino un sorriso imbarazzato.
<beh tuo zio ha detto "batte ancora per te" questo vuol dire che è ancora vivo e finché è vivo passa in secondo piano> spiegò Axel. In effetti la sua teoria era più che giusta, un po' egoista ma giusta.
Avrei dovuto convincere mio padre a vuotare il sacco e a prestarmi la sua strega.
<come faremo a convincere il signor Demon?> chiese Abbie. Sembrava più un'esclamazione disperata che una domanda.
<già... l'unico modo è fare uno scambio, uno scambio interessante ma non so cosa possa volere mio padre> risposi un po' dispiaciuta. Non conoscevo bene nessuno dei miei genitori nonostante avessi passato del tempo con entrambi.
Nella stanza calò il silenzio.
<non mi lascerò scoraggiare da questo inconveniente, andrò a parlare con lui e lo convincerò!> dissi con un tono determinato.
<e con cosa hai intenzione di convincerlo?> mi chiese Axel. Sembrava un po' scettico, da quando aveva iniziato a dubitare delle mie capacità?
<mi inventerò qualcosa> risposi. I due assassini annuirono ed io mi avviai verso la porta diretta alle stanze di mio padre. Appena prima di uscire la voce di Raffaello mi fece fermare.
<sta attenta bambolina> disse. Senza girarmi continuai a camminare pronta, o quasi, ad affrontre mio padre.

<so che ne hai una> dissi entrando nella sala grande. Lui era seduto su una sedia che somigliava più ad un trono.
<buona sera anche a te> rispose un po' seccato.
Non feci caso alle sue parole e mi avvicinai a passo svelto, non avevo intenzione di giocare.
<dove la tieni?> sbottai. Il mio tono era nervoso e contagioso ma non mi importava. Gli occhi di mio padre mi esaminarono dalla testa ai piedi, erano calmi e chiari come sempre. Un sorriso beffardo comparve sulle sue labbra contornate da una barba leggera che non avevo notato prima.
<di chi parli?> chiese poi. Le mie mani si trasformarono in due pugni lungo i fianchi pronti a diventare due minacce.
<sai benissimo di chi parlo> dissi cercando di calmarmi.
<sono davvero desolato cara...> provò a dire di nuovo. Un mio pugno colpì il tavolo così forte da farlo tremare, ma mio padre non si mosse di un centimetro. Sul mio viso si dipinse un'espressione di disapprovazione, perché doveva rendere tutto così complicato?
<siccome non riesci a ricordare ti rinfresco la memoria> risposi sedendomi su una sedia vicino a lui. Un sorriso forzato faceva notare tutta la mia buona volontà nel cercare di non iniziare a gridargli contro. 
<è una strega, sai no? una ragazza con due gambe, due braccia, una testa...> spiegai allargando il mio sorrisetto per provocarlo. A quelle parole Inferno scosse la testa contrariato.
<ti ho detto che sono tutte morte> disse di nuovo. Una scossa di rabbia mi fece tremare la spina dorsale. Chiusi gli occhi per raccogliere le ultime briciole di pazienza che ancora non erano svanite. Deglutii e riaprii le palpebre mostrando uno sguardo controllato.
<ok> risposi allargando le braccia e alzandomi dalla sedia.
<tu non vuoi aiutarmi...> aggiunsi dandogli le spalle.
<no> confermò lui lasciandomi fare i primi passi verso le massicce porte color oro.
<ma se volessi aiutarti, ipoteticamente parlando, probabilmente vorrei sapere per quale scopo tu userai il mio... "aiuto"> disse poi alzandosi a sua volta. Feci un mezzo giro sui talloni e tornai a guardarlo con un'espressione complice.
<ho sentito una voce... riguardo a una... voce. Niente di cui preoccuparsi, comunque> risposi.
<interessante, e da quando ti fidi delle voci?>
<da quando so che tu hai qualcosa, o meglio qualcuno che può confermarle>
<o smentirle>.
Mio padre passò un dito sul tavolo di legno e se lo portò davanti al naso. Sorrise soddisfatto come se quella superfice fosse stata pulita da lui stesso. Ma io sapevo che non era così, il castello era pieno di cameriere che lavoravano tutto il giorno cercando di non farsi sentire per non infastidire il padrone.
<se tenessi prigioniera una strega non credi che te ne saresti già accorta?> azzardò cercando di spostare la mia attenzione verso un altro argomento: me.
<potresti avere ragione ma ho ancora dei sospetti sulla ragione della morte della "preda" di caccia> risposi raddrizzando la schiena come per attribuirgli tutta la colpa.
<strano, pensavo avessi smesso di pensarci> commentò allargando il suo sorriso.
<nessun cacciatore diventerebbe un obbiettivo amenochè abbia combinato qualcosa di davvero terribile, come lasciarsi scappare la tua strega> spiegai allargando di nuovo le braccia.
<quindi, voglio essere diretta con te, dove la tieni?> chiesi. Inferno mi studiò cercando degli indizi sulle mie intenzioni ma dopo qualche secondo, insoddisfatto, si sedette nuovamente sul suo "trono".
<non vedo un profitto per me, se io ti prestassi la mia "amica" e tu dovessi ferirla, per sbaglio si intende, come farei io a risolvere il problema per cui l'ho "invitata" qui?> spiegò tamburellando le dita sul tavolo.
<pensavo avessi ucciso tutte le streghe> risposi provocandolo. Lui fermò le dita e le sue labbra tornarono dritte.
<certo che l'ho fatto, e un motivo per cui non voglio dartela è perché sono sicuro che tu possa farcela benissimo da sola, sei abbastanza forte infondo> rispose lui.
<ti propongo un patto> dissi il più velocemente possibile, prima che potesse aggiungere qualche altro commento a mio sfavore.
<tu mi dai la ragazza, io la uso per i mei piani faccio quello che devo fare, e poi potrai riprendertela>.
Mio padre sembrò interessato alla questione ed appoggiò i gomiti al tavolo sporgendosi verso di me. Rimase zitto per lasciarmi finire le condizioni del mio patto.
<niente morte, niente graffi, non garantisco per qualche sfuriata ma rimarrà indenne> conclusi allargando le palpebre. Il mio piano era convincente, io non la uccidevo e lui me la prestava, era perfetto.
<non mi basta> rispose lui secco. Il suo tono era piatto come la superfice del tavolo. Abbassai la testa e feci un respiro profondo.
<avrai un debito con me, che salderò a mio piacere> propose.
<oltre al fatto che non voglio nemmeno un livido sul corpo della ragazza> aggiunse.
<ci sto> dissi velocemente porgendogli la mano. Le mie dita aspettavano ansiose di toccare quelle di mio padre per sigillare il nostro patto una volta per tutte. E il loro desiderio non tardò ad essere esaudito. Inferno sorrise soddisfatto.
<ti mostrerò dove la tengo ma prima va a mangiare qualcosa>.
Le sue labbra ora erano ancora più distese, un altro modo per prendere tempo, avrei dovuto aspettarmelo.

Tornai alle cucine più affamata che mai, avevo un piano ben definito da seguire. Avrei preso la strega di mio padre l'avrei usata come arma contro mio zio e finalmente sarei stata libera. Non potevo rispettare la strategia del nonno di Abbie, consegnare quella ragazza a Lucifero sarebbe stato un suicidio.
Quando arrivai a metà del corridoio vidi l'assassina venire verso di me con aria guardinga.
<cosa succede?> domandai. In realtà non volevo sapere cosa le passava per la testa. Avevo un piano, avrei seguito quello, non sarebbe riuscita a cambiare tutto.
<stavo andando al bagno e ho sentito delle matricole urlare, penso stiano facendo una festa e sono venuta a cercarti per chiederti se volevi venire a spaventarli un po' con me> disse sorridendomi.  Scoppiai a ridere sollevata, questa era una variazione che potevo accettare.
<certo> risposi allegramente. Camminammo spedite verso le camerate delle matricole ma non sentimmo nessun tipo di musica o urla di festa. Salimmo le scale in silenzio cercando di stare attente ad ogni tipo di rumore.
Abbie mi toccò la spalla facendomi sobbalzare, mi girai a guardarla e lei rabbrividì mentre mi indicava una porta socchiusa dalla quale usciva un fuomiciattolo rosso. Mi avvicinai piano e quando immersi l'indice nel piccolo torrente capii che era sangue.
Avvicinai velocemente la mano alla cintura e presi la mia pistola nera. Tolsi la sicura, Abbie mi imitó e cercando di non fare rumore ci avvicinammo alla stanza.
L'assassina aprì la porta ed entrò puntando la pistola su qualsiasi forma di vita in movimento.  La seguii ma quello che trovammo non fu una piccola festicciola clandestina...

~SPAZIO AUTRICE~

<Oh oh oh merry christmas!!!> dissero tutti i personaggi passati, presenti e futuri (e morti, e feriti, e ancora sconosciuti, e soprattutto quelli vivi).

Le informazioni vengono riferite al resto della squadra e al padre di Terri che racconta bugie a destra e a manca per riuscire ad andarsene.
La nostra cacciatrice però lo ritrova nelle sue stanze e gli fa vuotare il sacco. I due fanno un patto: "una strega per un piacere".
Terri torna dagli altri, o meglio ci prova, perché incontra Abbie a metà strada che le propone di introdursi ad una festa di matricole clandestina. Le ragazze però trovano un fiumiciattolo di sangue fuori dalla camera.

Il padre di Terri avrà davvero ucciso tutte le streghe tranne una?
E, il signor Demon rispetterà il patto preso con la figlia?
Ma soprattutto cosa è successo alla festa delle matricole?

Commentate in tanti e lasciatemi anche qualche stellina!!!
BUON NATALE!!!🌲😘❤🌼

Terri Demon _(in Revisione)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora