_QUARANTACINQUE_

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Pov. Terri

Il passo dello stallone nero era leggero e delicato, sembrava di volare. Molto meno elegante era quello di Abbie, a ogni cespuglio, il pezzato, tentava di afferrare delle foglie e come ricompensa riceveva severi strattoni con le redini.
<problemi?> domandai divertita. L'assassina non era mai stata amante dei cavalli, figuriamoci se doveva pure litigarci.
<assolutamente no> rispose lei imprecando a bassa voce verso il pezzato. Una piccola risata sfuggì al mio controllo e Abbie mi fulminò con lo sguardo più infastidita che mai.
<tuo padre sembra nervoso> disse dopo aver ripreso il pieno controllo dell'animale.
<davvero? non l'avevo notato> risposi cercando di non farle capire che, si, in realtà l'avevo notato eccome.
<c'è qualcosa che non ti dice, guardalo, non ha ancora lasciato in pace il suo cavallo eppure non ha mai avuto problemi con l'equitazione> dedusse. In effetti mio padre era un fantino capace, se il suo animale faceva i capricci non era certo perché non fosse capace di controllarlo. Diedi un leggero colpetto allo stallone per fargli aumentare il galoppo e mi affiancai al signor Demon.
<allora, qual'è l'obbiettivo di quest'anno?> chiesi curiosa. Lui a ma la pena si accorse di me e senza degnarmi di uno sguardo fece rallentare il suo cavallo.
Lo imitai avvicinandomi ancora di più.
<oh Terrore! Non ti avevo visto> disse fingendosi sorpreso.
<padre condividi con me le tue preoccupazioni> gli chiesi cercando di sembrare veramente interessata. I suoi problemi non mi importavano granché, dovevo solo scoprire se avrebbero interferito nella mia vita o no.
<ho avuto una leggera controversia con una guardia, niente di ché> si limitò a dire. Stava mentendo, le sue discussioni non erano mai "niente di ché". Provai un senso di pena per la povera guardia, colpevole dei grattacapi di mio padre.
<potreste darmi dei suggerimenti riguardo alla preda di quest'anno?> chiesi di nuovo. Quello era un argomento che mi interessava davvero!
<oh ti dirò solo che rimarrai veramente colpita> mi anticipò con un sorriso glaciale. Non prometteva niente di buono, forse era un licantropo. C'erano già state prede di quella specie negli anni precedenti, non sarebbe stata una novità. Ma sicuramente avrebbe scioccato il "sir" che galoppava una ventina di cacciatori più indietro.

Tornai da Abbie e per la prima volta in tutta la mattinata la vidi accarezzare il suo pezzato con convinzione.
<inizi a fare amicizia vedo> gli dissi sorridendo.
<l'ho chiamato Matt e staremo insieme per tutta la vita> rispose lei ironicamente.
Ridemmo entrambe per pochi secondi finché un cacciatore iniziò a gridare e tutti corsero nella sua direzione. Di solito durante le ricerche nessuno alzava la voce, c'era sempre un leggero brusio.
Spronai lo stallone al galoppo, abbandonai Abbie col suo nuovo "compagno di vita" e facendomi largo tra la gente arrivai alla fonte dell'urlo. Il ricciolino al fianco di un cavallo dello stesso colore del pane stava analizzando delle impronte strane. Mi avvicinai e notai subito che la nostra preda non poteva essere un cane. Mio padre lo avrebbe costretto a trasformarsi per rendere il gioco più stimolante, ma quelle tracce sembravano appartenere a qualche ferito. Alcune foglie pestate da un piede umano erano sporche di sangue mentre su altre' lorma era storta, allungata come se qualcuno si stesse trascinando.
<che ne pensi?> chiesi. Il ricciolino era una brava sentinella, quando mio padre aveva esiliato i cagnolini ed Abbie era sparita era stato l'unico a trovarla.
<è umano, escluderei cani e animali, ferito, probabilmente alla gamba destra e al fianco sinistro, sta cercando di uscire dai nostri confini, va verso i confini degli Shepherd> disse spostando qualche foglia con le dita.
<segue un percorso diretto?> chiesi sempre più curiosa. Mio padre quest'anno aveva prorpio scelto bene.
<si, è questa la cosa strana, è sicuro del percorso che sta facendo, conosce il posto ma nessuno tranne i cacciatori e i tuoi amici conoscono questi terreni> disse frustrato. Non aveva senso a meno ché... avevo lasciato Leonardo tutto solo al castello, forse mio padre aveva...
<sali> ordinai al ricciolino spostando mi un po' avanti sulla sella. Inizialmente rimase fermo, poi saltò sulla groppa del cavallo e partimmo al galoppo seguendo le orme della preda.
Man mano che andavamo avanti il sangue sulle foglie diventava sempre più visibile e preoccupante. Un cavallo dal fiato affannato si affiancò a noi ed il suo fantino mi chiamò per nome, lo ignorai totalmente, non potevo perdere la concentrazione. Se i miei sospetti erano esatti Leonardo stava per cacciarsi in una marea di guai dalla quale probabilmente non avrei potuto salvarlo. Improvvisamente, in quella folle corsa, tutta la rabbia che provavo verso quel cane si sciolse, come neve al sole. Il vento e la preoccupazione mi annebbiavano la vista e i sensi, dovevo solo andare il più veloce possibile.
Il ricciolino mi toccò la spalla spostandomi alcune ciocche di capelli rossi.
<il tuo... amico dice che le foglie hanno un odore simile a quello dei cacciatori> sussurò.
Lo stallone nero saltò una radice e per poco non caddi, le parole del ricciolino erano riuscite a distrarmi. Mio padre non poteva aver messo come preda uno di noi, era impossibile o quanto meno improbabile! Finalmente le tracce si fermarono vicino ad un albero. Frenai il cavallo di colpo facendo spaventare il mio passeggero. Scesi velocemente e preparai la pistola in una mano ed un pugnale nell'altra. Ero pronta, non mi importava cosa fosse la preda, non era Leonardo quindi poteva essere ucciso.
Improvvisamente un uomo con i vestiti strappati e scarlatti uscì da dietro l'albero, sembrava disperato ma felice di vedere solo me e il ricciolino.
<a... aiuto i... io farò qualsiasi cosa ma vi prego... no> disse balbettando. Aveva un colorito piuttosto pallido, stava morendo dissanguato. Perché mio padre aveva scelto un soggetto tanto debole come preda per quell'occasione?
Dietro di noi gli zoccoli dei cavalli dei cacciatori risuonarono forti e vicini. Dovevo sbrigarmi o qualcuno mi avrebbe soffiato il divertimento da sotto il naso e non potevo permetterlo. 
<no Terri aspetta lui è...> provò a dire il ricciolino ma qualcosa dentro di me aveva fatto scattare la modalità caccia e non potevo fermarmi.
Mi avvicinai il più velocemente possibile alla preda e gli puntai la pistola alla nuca nell'attesa che tutti i cacciatori venissero a vedere il mio spettacolo. La preda tremava in modo visibile e vergognoso.
Quando tutti furono arrivati incrociai i miei occhi con ogni cacciatore presente.
<io Terri Demon dichiaro aperta la stagione di caccia con il sacrificio della preda, possa la sua morte essere la prima di una lunga lista>. Recitai le parole a memoria, ogni persona mi guardava impaziente di vedermi sparare al cacciatore che nel frattempo si era messo pure a piangere.
Gettai la pistola contro l'albero, afferrai i capelli della mia vittima, gli feci alzare il viso verso il cielo grigio e con il pugnale disegnai una linea di sangue sulla sua gola. Lasciai i capelli del cacciatore e il suo corpo cadde a terra ormai privo di vita. Osservai il fiume di sangue che piano piano sporcava le foglie secche.
I miei spettatori iniziarono ad applaudire sempre più forte aggiungendo fischi e urli di approvazione per il gesto che avevo appena compiuto. L'unico che muoveva le mani cercando di applaudire era Raffaello che mi guardava imbambolato da sopra il suo cavallo che aveva iniziato a mangiare l'erba in modo disinteressato. 
Il mio sguardo si mosse verso il ricciolino che sembrava il più felice di tutti in sella al mio cavallo. Mi porse la mano, il mio corpo mosso da pura adrenalina l'afferrò e salii sull'animale. A capo di tutto il gruppo tornammo al galoppo verso il castello in una baraonda di urli e fischi.

Terri Demon _(in Revisione)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora