_DICIANNOVE_

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Pov. Terri
Iniziai a camminare nervosamente per tutto il prato e provai ad aprire quelle stupide manette con qualsiasi cosa: un ramo, un coltello, un sasso...
Provai e riprovai finché quelle maledette cose rosse non fecero un leggero *click* abbastanza inquietante, così decisi di tornare in cucina per un altro cucchiaio di nutella. Camminai a passo veloce, fulminando con lo sguardo chiunque mi passasse accanto. Arrivai in cucina e aprii la porta, trovai Raffaello e Tyler che parlavano. L'alfa aveva ancora un colorito acceso sulle guance e tra le mani teneva il mio barattolo di nutella.
Mi avvicinai a lui e glielo strappai di mano, aveva ancora dentro il suo lurido cucchiaio così lo presi, lo spezzai e gli spalmai la parte concava, sulla maglietta bianca.
<ehi!> protestò sorpreso lui.
Non gli risposi nemmeno, presi uno sgabello ed un cucchiaio nuovo ed iniziai a mangiare la mia nutella.
<che bei braccialetti> disse Tyler in tono sarcastico.
Non gli risposi nemmeno quella volta, non volevo dargli la soddisfazione di avermi fatta arrabbiare per la seconda volta in meno di due ore.
<il colore stona un po' con quello dei tuoi capelli tesoro, vuoi una mano a toglierle?>.
Ok ora basta! Pensai.
Tyler sapeva benissimo che non potevo togliermi quelle manette schifose e siccome l'uso delle mie mani era limitato gli era venuta la stupida idea di provocarmi.

Piantai il cucchiaio nel barattolo e mostrai i miei posi a Tyler.
<che pensiero gentile, prendi una forchetta ed aiutami a scassinarle> dissi con un tono falso. Sulla sua faccia comparve un'espressione di stupore misto preoccupazione.
<oh giusto, il gas omicida!> riflettei a voce alta, godendomi la faccia di Tyler.
<sia mai che io sia così fortunata e che un po' di vapore ti finisca negli occhi e magari ti uccida>.
Quell'Alfa da quattro soldi di girò verso Raffaello in cerca di supporto ma il cagnolino stava a stento trattenendo le risate. Hos si alzò dalla sedia furioso e mi minacciò con una frase banale del tipo "tu non sai contro chi ti stai mettendo".
Mangiai un altro cucchiaio di nutella e lui uscì dalla cucina furioso.
<la prossima volta che mangi la mia cioccolata, stai più attento, ti sei sporcato tutta la maglietta bianca> gli urlai divertita.

Raffaello scoppiò a ridere ed io lo fulminai con lo sguardo. Prima mi ammanettava e poi rideva alla mie battute? Decisi di strappargli quel sorriso tanto amabile quanto idiota.
<domani mattina partiremo per tornare al mio branco> disse.
<partiremo? Non credo proprio> risposi sorridendo.
<tu verrai con me oppure...> lasciò la frase incompleta.
Si stava forse inventando la scusa giusta per convincermi?
<sai cosa farò io domani mattina?> chiesi nervosa <tornerò nel mio branco, mi libererò delle manette e poi ti ucciderò davanti a tutti e vuoi sapere come farò?> domandai di nuovo sempre più nervosa.
<ti strapperò il cuore con un coltello d'argento, ti staccherò la testa e spargerò il tuo sangue per tutto il tuo territorio e se qualcuno si opporrà offrirò anche a lui lo stesso trattamento. Alla fine porterò il cuore a Tyler per ricordargli che non si fa arrabbiare Terrore Demon> conclusi.

Mi aspettavo che Raffaello diventasse bianco come la carta al pensiero che volessi ucciderlo invece mi sorrise con una specie di ghigno.
<tuo zio ti fa così paura che uccideresti chiunque pur di stargli lontana> disse.
<tu non sai niente di lui! E nemmeno di me! Quindi non provare a giudicarmi> urlai furiosa tirandogli il vasetto di nutella. Quello stupido cane lo schivo facendolo finire per terra in mille pezzi. Provai un leggero senso di colpa verso il cioccolato in fondo lui era l'unico in quella stanza che non doveva finire distrutto.
Ci fu un momento di silenzio e poi decisi che il miglior modo per fargliela pagare era farlo sentire in colpa e sapevo benissimo come fare.
<quel maledetto bastardo ha provato ad uccidermi... non ha mai accettato la relazione di mio padre e di conseguenza non ha mai accettato me> disi ad alta voce per catturare la sua attenzione.
<cinque anni fa durante una missione mi ha catturata e mi ha torturata... voleva togliermi il cuore ma non c'è riuscito> ripresi fiato, ripensare a quel momento mi metteva agitazione.
<a preso un pugnale d'argento e melo ha piantato nel petto, poi ha provato ad arrivare al mio cuore con la punta del pugnale ma le guardie di mio padre l'hanno fermato> finii. Mi sentivo le guance calde e gli occhi pieni di lacrime, era la prima volta che parlavano di quello che mio zio mi aveva fatto a qualcuno e sentire tutte quelle brutalità uscire dalla mia bocca mi fece sentire strana.

<sono passati cinque anni, sei diventata più forte nel frattempo quindi ora potresti riuscire a sconfiggerlo!> provò a convincermi Raffaello.
Alzai la testa e lo fissai negli occhi, stava parlando seriamente? La rabbia mi annebbiò la mente ma cercai di contenerla, se mi arrabbiavo troppo c'era il rischio che il mio corpo iniziasse a trasformarsi in un lupo.
<le guardie sono arrivate con qualche secondo di ritardo e mio zio è riuscito a rompere alcune parti che contenevano ricordi del mio mate> continuai <alcune parti di un cuore da licantropo...>.
Avrei voluto urlare e spaccare ogni cosa, quei momenti mi ricomparivano nella mente come i fotogrammi di un vecchio film dell'orrore, le mie urla di dolore, la lama fredda del pugnale che piano piano entrava sempre di più nella mia carne e le cinghie di cuoio che mi stringevano i polsi. Una lacrima calda e salata scappò al mio controllo ed iniziò a scivolare lentamente sulla mia guancia, sul mio mento e per poi cadere sul marmo bianco del tavolo.

Senza dire una parola Raffaello mi passò qualcosa di piccolo e metallico: le chiavi.
Le afferri lentamente e mi liberai delle manette. Mi massaggiai i polsi leggermente indolenziti.
<non hai paura di una mia possibile fuga?> chiesi malignamente.
<tu ti sei fidata ed io mi sto fidando lasciandoti andare, so che mi aiuterai anche solo per salvare la compagna di tuo cugino> mi rispose con un'espressione dispiaciuta.

Scoppiai a ridere divertita e mi asciugai la scia bagnata che la lacrima aveva lasciato.
<lascia che ti spieghi una cosa: io non ti aiuterò mai a salvare due cani sperduti!> dissi trai i denti. Raffaello mi guardò stupito e prima che potesse anche solo dire una parola uscii dalla cucina e poi dalla casa branco, correndo fino ai confini della città. Entrai in un piccolo boschetto in cerca di un albero su cui passare la notte.

Nella mia testa stavo già pianificando la vendetta perfetta: avrei aspettato qualche giorno per essere sicura che Raffaello fosse tornato nel suo branco e poi avrei ucciso suo padre. Doveva capire che io non ero un giocattolo a sua disposizione. Un ululato proveniente dalla città squarciò il silenzio della piccola foresta ed un grande lupo bianco mi si sedette accanto. Mi inginocchiai per terra abbracciata a quel cane, non sapevo nemmeno chi fosse ma in quel momento volevo solo che quei maledetti ricordi di cinque anni fa tornassero da dove erano usciti...

~SPAZIO AUTRICE~
La nostra nutella finisce in frantumi e per colpa del passato di Terri anche il suo cuore non è da meno. Raffaello decide di avere fiducia in lei e la libera.
Caro Raph il tuo finto cuore di ghiaccio si scioglie troppo facilmente e poi la gente ti frega, come Terri che una volta libera scappa dalla città dei lupi.

Come farà ora il nostro caro cagnolino?
La cacciatrice metterà mai in atto la sua vendetta?
Ma soprattutto chi è il misterioso lupo bianco?

E come sempre vi lascio con le mie fantastiche domande alla "chi l'ha visto".
Commentate in tanti e lasciatemi anche qualche mi piace!❤🌼

Terri Demon _(in Revisione)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora