CAPITOLO 59

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Questa era la seconda mattinata che passavo all'aereoporto, ieri per Harry ed oggi per l'arrivo dei miei genitori e Michele.
Michele, quel rompiscatole di mio fratello, non lo vedevo da molto, ci sentivamo ogni giorno e sapeva tutto quello che era successo in questi giorni, ma mi mancava ugualmente. Tutti i ragazzi erano seduti, eccetto me, che con aria ansiosa cercavo tra la folla ivisi della mia famiglia, e Niall che mi faceva compagnia.
Quando vidi la faccia di mia madre, lasciai la presa di Niall allontanandomi da lui. I miei genitori non sapevano della relazione mia e di Niall e non volevo farglielo scoprire così, gliel'avrei detto insieme a lui stasera, dopo aver cenato.
Continuavo a muovere la mano verso destra e sinistra per farmi notare dalla mia famiglia, l'abbassai solo quando finalmente mi notarono. Non appena Michele mi vide corse da me, mi prese in braccio, mi sollevò, mi abbracciò molto forte e mi fece fare un giro completo. Scoppiammo tutti e due a piangere per la gioia, non credevo facessi questo effetto a mio fratello e ciò mi onorava. 
Erano passati circa due minuti ed ancora non ci eravamo staccati, sentivamo il profumo dell'altro e ci sussuravamo delle parole dolci.
Michele: "mi sei mancata F"
Io: "anche tu..."
Michele: "l'Italia è fantastica ma niente compete con Londra ed il nostro, anche se piccolo, paese"
Gli sorrisi e poi dissi: "hai rimorchiato?"
Michele: "se parli di nostra cugina Alessandra, si." disse soffocando una risata.
Scoppiai a ridere e tra le risate incontrollabili, dissi: "come?"
Michele: "ti spiego dopo" disse sorridendomi, dandomi delle pacche sulla spalla e raggiungendo i ragazzi per poterli salutare. Mi allontanai anch'io ed andai ad abbracciare i miei genitori.

Mangiammo qualcosa a Londra e poi tornammo a casa.
Salii al secondo piano ed insieme a Michele entrai nella sua stanza.
Io: "quindi, cos'è questa storia che hai rimorchiato Alessandra?" dissi soffocando una risata.
Michele: "bhè, si...mi diceva cose tipo 'sei diventato proprio bello' o 'se solo non fossi mio cugino'. Ero davvero sconvolto e me la facevo ridendo per tutto il tempo"
In effetti Alessandra aveva ragione, mio fratello era davvero un figo pazzesco. Aveva i capelli castani e lisci e gli occhi molto grandi, come i miei, ma verdi. Portava sempre un ciuffo e i tipici vestiti che indossavano i ragazzi 18enni, tipo i vestiti che portano i ragazzi. Era davvero un bellissimo ragazzo e mi stupiva il fatto che non avesse ancora la ragazza.
Io: "ci credo" dissi ridendo.
Io: "hai rimorchiato solo lei?" aggiunsi.
Michele: "non ho cercato ragazze lì, sarebbe stato inutile dato che vivo in Inghilterra..."
Io: "hai ragione"
Michele: "e tu invece? Continui a fare strage di cuori tra Harry e Niall?" disse con un leggero tono di sarcasmo.
Io: "bhè...ieri Harry, dopo che è tornato dall'America, mi ha invitato ad uscire e si è dichiarato per l'ennesima volta"
Harry: "e tu?"
Io: "l'ho rifiutato, gli ho detto cose orribili, come se lo avessi obbligato a smettere d'amarmi..."
Michele: "ma è impossibile!"
Io: "già, mi faccio schifo da sola, ma non voglio illuderlo porco cazzo!"
Michele: "che situazione difficile..."
Io: "si" dissi sospirando.
Continuai a parlare con Michele per metà pomeriggio, poi uscii.
Mi recai al parco dove avevo l'appuntamento con Dave e, nel frattempo che lo aspettavo, mi sedetti su una panchina. Arrivò dopo pochissimo tempo a passo veloce, con le mani dentro le tasche dei pantaloni ed un sorriso timido stampato sul viso. Non vedevo Dave da praticamente troppo tempo, c'eravamo sentiti troppo poco.
Corsi da lui e lo abbracciai talmente forte da fargli perdere quasi il respiro.
Dave: "F, così mi strozzi"
Io: "non importa" dissi soffocando una risata.
Dave: "ah si?" disse mettendo la sua mano destra sulla mia pancia e quella sinistra sul mio collo continuando a muoverle velocemente per farmi il solletico. Mi allontanai immediatamente e facendo il broncio, incrociai le braccia.
Io: "certo che sei ingiusto..."
Dave: "perchè?"
Io: "una persona ti dimostra il suo affetto e tu l'allontani. Non si fa così, sei cattivo!" dissi fingendomi arrabbiata.
Dave: "tanto lo sai che ti amo e che mi ami anche te"
Io: "come dici tu" dissi facendo spallucce.
Dave: "stronza!" disse spingendomi lievemente.
Dave: "oggi ti porto in un posto speciale" aggiuse sorridendo.
Io: "ok, quando ci andiamo?"
Dave: "quando vuoi"
Io: "andiamo adesso?" chiesi entusiasta.
Dave: "perfetto, però prima passiamo da Starbucks?"
Io: "si, si. Ho voglia di frappè" dissi sorridendo.
Dave: "alla nutella?"
Io: "sempre"
Dave: "lo sapevo!"
Camminando a piedi, raggiungemmo il bar dopo circa cinque minuti. Prendemmo un cappuccino per Dave e un frappè alla nutella per me e ci avviammo in macchina. Anche Dave aveva la patenta ed anche una macchina che gli era stata regalata dalla sua famiglia.
Durante il tragitto in macchina non mi fece mettere una benda agli occhi e ne fui più che felice. Parcheggiò l'auto in una via un pó appartata, scendemmo e ci avviammo per un sentiero fatto d'alberi e cespugli.
Ad un tratto peró, Dave cominciò a correre urlando: "chi arriva per ultimo è una schiappa!"
Io: "ma così non vale!" dissi urlando anch'io e cominciando a correre.
Dopo poco tempo lo raggiunsi e dandoci la mano, corremmo uno accanto all'altro. Non "camminammo" per molto, infatti arrivammo nel posto pensato da Dave dopo circa tre minuti. Era tutto un giardino, ma non era molto curato, anzi per niente, dato che c'erano erbacce ovunque. In quel giardino c'erano anche due altalene ancora intatte, erano come se fossero nuove. Camminai a passo veloce verso quei giochi, salii su una di quelle e mi spinsi. Dave mi raggiunse e come me, si spinse nell'altra altalena.
Dave: "mi sembra essere ritornato bambino..."
Io: "anche a me, solo che da bambini non ci conoscevamo"
Dave: "siamo sempre stati bambini ed un pò lo siamo anche adesso. Tutte le cose più idiote le abbiamo fatte noi ed un pò mi mancano...Da quando ti sei fidanzata è come se fosse cambiato qualcosa tra di noi"
Io: "ma non è così, ci siamo sentiti di meno, è vero, ma non significa che non ci vogliamo bene entrambi e che non possiamo continuare a fare le nostre cose idiote"
Dave: "lo so" disse sorridendo.
Io: "ecco"
Scesi dall'altalena con fare impacciato e Dave mi disse: "dove vai?"
Io: "prendimi se ce la fai!" dissi cominciando a correrre inseguita dal mio migliore amico. 
Correvo e ridevo come un forsennata, mi stavo divertendo tanto ed anche Dave, fingendosi arrabbiato, rideva come non mai. Dopo poco tempo mi raggiunse e prendendomi dalla vita mi tirrò a lui stringendomi. Essendo bloccata dalle sue braccia, cercai di dimenarmi, gridando e dandogli gomitate e pedate.
Dave: "puoi continuare a fare così tanto non ti lascio"
Io: "a meno che?"
Dave: "a meno che tu mi abbracci e mi dai dei baci"
Io: "uhm...affare fatto!"
Mi lasciò ed io, per non dargliela vinta, mi misi a correre per cercare di scappare da lui una seconda volta.
Dave: "sei sleale! Così non vale però..." disse rimanendo fermo, a braccia incrociate e rivolto dal senso opposto al mio. 
Vedendolo così pensai ingenuamente che si fosse arrabbiato e ritornai vicino a lui.
Io: "ti sei arrabbiato?"
Non appena dissi ciò, si girò e mi saltò completamente addosso, facendomi cadere a terra e lui pure sopra di me. Rideva come un matto e mi abbracciava talmente forte che stavo perdendo il respiro, come avevo fatto io con lui prima. Credo che la sua fosse una specie di vendetta.
Io: "stronzo, lasciami!"
Dave: "non ci penso nemmeno, tu sei sleale!"
Io: "ah, io?! Tu no invece?"
Dave: "certo che no!"
Con le mani sul mio collo, continuava a darmi degli umidi baci sulla guancia, non permettendomi di parlare. Cercai di allontanarlo, ma invano.
Era così dolce con me e speravo tanto che non mi avrebbe abbandonato mai nonostante tutto.

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