La mail del manager diceva chiaramente che il servizio si sarebbe tenuto sulla spiaggia di Sokcho, al mattino, e l'informava anche che avrebbe avuto un intera squadra di assistenti e addetti che l'avrebbero aiutata. Era la prima volta che riceveva così tanto aiuto da parte del cliente, ma sapendo di chi si trattasse, tenne la bocca chiusa e lasciò perdere.
Due giorni dopo la chiamata, Kyung-Mi si dovette alzare alle cinque di mattina per poter essere sul set esattamente alle otto. Da Seoul a Sokcho in macchina voleva dire farsi due orette di viaggio, e non era per niente comodo data tutta la giusta attrezzatura di cui aveva bisogno.
Avrebbe fatto di tutto per il suo lavoro.Alle sei era giá per strada, con il bagagliaio pieno di borse nere e luci a led. Avrebbe prima attraversato un pezzo di autostrada, per poi percorrere le semplici strade di città.
"I ragazzi dovrebbero essere giá per strada" pensò, ed infatti la risposta arrivò poco dopo tramite una chiamata inaspettata.
Rispose immediatamente, utilizzando il vivavoce della sua auto.
«Salve ahjussi» disse, svoltando a destra.
«Buongiorno fotografa Park» la salutò l'uomo, con la voce stanca e pacata. «È giá per strada?».
«Sì, ancora un'ora e sarò a destinazione».
«Perfetto, i ragazzi sono partiti poco fa, quindi arriveranno all'incirca mezz'ora dopo di lei».
«Grazie per l'avviso, la contatterò non appena avrò finito con le foto».
«Okay! Arrivederci».
La chiamata durò pochissimi secondi, giusto per dirsi un paio di cose importanti. Il fatto che i ragazzi sarebbero arrivati dopo l'aveva tranquillizzata molto, poteva prepararsi psicologicamente e non arrivare al fatidico momento con un nodo allo stomaco e le mani tremanti.
Doveva solamente mantenere la calma, niente di più semplice.1 ora dopo...
Kyung-Mi parcheggiò la sua auto all'interno del parcheggio pubblico della spiaggia, che quel giorno era stata appositamente chiusa a causa del servizio fotografico. La ragazza rimase qualche secondo a contemplare il mare: era quasi incredibile che avessero fatto chiudere un intera spiaggia solo per delle foto. Non si fece troppe domande prima di mettere piede sulla sabbia, dove fu costretta a togliere le scarpe. Subito l'accolsero due uomini abbastanza giovani, all'incirca sui trent'anni, che la condussero in un angolo all'ombra della costa. Era situato un gazebo bianco con del cibo, poi c'era una sottospecie di camper con le postazioni di trucco e parrucco dei ragazzi, infine un'altro furgone nero dove erano posti i vari strumenti di scena e altri aggeggi utili per il servizio.
C'era anche molta gente addetta, ma soltanto un fotografo.
«Mi scusi», una voce femminile attirò l'attenzione di Kyung-Mi, facendole distogliere lo sguardo dalla sua macchina fotografica. Davanti a lei c'era una ragazza, avrà avuto la stessa etá di Kyung-Mi, con dei lunghi capelli neri e gli occhi scuri come la pece. «Piacere di conoscerti, sono Shin».
«Kyung-Mi, piacere mio» ribattè lei, inchinandosi.
Shin fece lo stesso, sorridendole.
«Quindi sei tu la famosa fotografa di cui mi ha parlato mio fratello».
«Come scusa?».
«Mio fratello dice di aver visto una fotografa dai capelli biondi durante un matrimonio a Busan. Potresti essere tu?».
«Bhè, recentemente ho avuto varie cerimonie a Busan, potrebbe avermi visto in una di quelle».
Shin sorrise di nuovo, per poi congedarsi e lasciarla continuare con il suo lavoro. Era incredibile come il fatto di essere occidentale le segnasse la carriera, ognuno la riconosceva con il suo aspetto più diverso, chi dai capelli, chi dagli occhi azzurri, chi persino dalla pelle.
A lei andava bene così, le piaceva dare una certa impressione alle persone.***
Intanto, nel furgoncino dove si trovavano i Bangtan, c'era un insolito silenzio. Stavano quasi tutti riposando, dato che la sera prima dovettero andare a dormire molto tardi.
Ma non tutti riuscirono ad addormentarsi. Jungkook e Namjoon rimasero svegli per tutto il viaggio, guardando il cielo ancora scuro fuori dal finestrino e le macchine che sfrecciavano sull'autostrada.
«Hyung?» lo chiamò il minore, Jungkook, mentre osservava la figura mezza dormiente del leader.
«Hyung» disse di nuovo, attirando la sua attenzione. «Quanto manca?».
«Venti minuti, perchè?».
«Devo andare in bagno» rispose.
«Resisti ancora per poco, stiamo arrivando».
STAI LEGGENDO
Pellicola » |J.Jk.|
أدب الهواةI Bangtan Sonyeondan stanno raggiungendo l'apice della fama dopo tanta fatica ed anni di duro lavoro. I sette ragazzi sono determinati a continuare la loro carriera al massimo, ma cosa succederà quando, dall'altra parte di una macchina fotografica...