Con l'inizio di marzo, anche il compleanno di Yoongi era finalmente arrivato. Quella mattina tutti i ragazzi colsero l'occasione per fargli gli auguri su Twitter, magari mettendo qualche sua foto imbarazzante o prendendolo in giro con dei video divertenti – perché é cosí che si fa tra fratelli. Nonostante l'importante ricorrenza, i sette furono costretti ad una giornata di lavoro pesante, probabilmente molto piú impegnativa del solito. L'indomani sarebbero dovuti partire per il Sud America, incontrando le fan in quattro concerti, due in Cile e due in Brasile. Lo staff era indaffarato nel controllare che tutta l'Arena fosse pronta per il grande evento, facevano telefonate su telefonate per discutere su ogni minima cosa, e ció fece agitare molto di piú i ragazzi. Kyung-Mi seppe all'ultimo momento della loro partenza, e giustamente dovette preparare la valigia in fretta e furia. Per fortuna biglietto e alloggio lo pagavano i manager, se no col cavolo che li avrebbe accompagnati. Aveva anche pensato a Kang So, dopotutto lui doveva esserci per il tuor.
Non ebbe notizie nemmeno durante il giorno lavorativo: i suoi colleghi non le rivolsero la parola, non chiamó al telefono fisso e neppure Shin aveva ricevuto avvertimenti.
«Probabilmente rimarrà in Corea, le sue ferie finiscono lunedì prossimo, e noi saremo giá tornate» le disse la collega.
Era vero, ma con chi sarebbe stata durante i concerti? Da sola? Senza l'aiuto di nessuno?
Di certo era un suo vantaggio, non avrebbe dovuto parlarci per un bel po'.
«Tu sai almeno come mai ha deciso di staccare? Voglio dire, non é da lui» il tono di Shin era abbastanza preoccupato, e anche il modo in cui osservava la sua tazza di té caldo sul tavolo del bar non era delle migliori.
«Uhm... magari aveva solo bisogno di una pausa» mentí Kyung-Mi.
«È sempre stato un gran lavoratore, in tutti questi anni non ha mai mancato un giorno».
«Anche i migliori devono risposare ogni tanto» la convinse la bionda, facendo spallucce. «É normale».
«Sará».
Le due decisero di uscire dal bar per poter continuare il loro lavoro, nonostante mancasse davvero poco alla fine della giornata e avessero giá finito tutti i loro doveri quotidiani. Dovevano prepararsi per partire, la mattina seguente sarebbero dovute partire dall'aeroporto di Seoul alle nove precise, ció voleva dire sveglia minimo due ore prima per presentarsi sul luogo della partenza minimo un oretta prima.
Sí, insomma, le ore di sonno non era molte, soprattutto per una ragazza che aveva bisogno di energie.
«Hai giá preparato la valigia?» le chiese Shin, mentre aspettavano che l'ascensore arrivasse al piano terra.
«Sí, ho preso il minimo indispensabile».
«Ti avverto, quando ci sono i concerti all'estero non abbiamo mai un minuto di tempo libero».
«Me l'aspettavo» disse sbuffando la bionda, dirigendosi verso l'uscita dell'agenzia. «Ci vediamo domani mattina».
«A domani» e detto ciò, scomparì dalla vista di Kyung-Mi, che era entrata nel suo reparto per prendere il cappotto e poter uscire finalmente da quell'ufficio.
Avrebbe cenato fuori, in casa non aveva piú niente e non poteva rimanere a digiuno. Probabilmente si sarebbe fermata al ristorante di noodles vicino alla Big Hit, oppure sarebbe passata per qualche pizzeria in centro città. Optò per la prima, cosí si diresse a piedi fino all'entrata del piccolo locale, illuminato solo dall' insegna a caratteri a led. Per fortuna non era pieno, c'erano solo delle studentesse di liceo sedute attorno ad un tavolo ed una coppia di ragazzi al bancone.
Appena il suo piatto le venne servito, cominciò a mangiare, ogni tanto si guardava intorno cercando di trovare un passatempo, non era bello cenare da sola.
«Kyung-Mi?» la ragazza alzò lo sguardo, incrociando quello curioso di un ragazzo che aveva sicuramente giá visto. Non ricordava il nome, n'è dove lo avesse incrociato, ma sapeva di conoscerlo.
«Ehm... scusa, non mi ricordo di te».
«Tu sei la compagna di mio fratello» rispose subito il ragazzo. «Sono Kang Han-Eul».
A quel nome, Kyung-Mi spalancò gli occhi dallo stupore, alzandosi per salutarlo per bene.
«Scusami, é che ti ho visto solo una volta e non ho memorizzato bene la tua faccia».
«Capita» disse lui, facendo spallucce. «Sei da sola?».
Kyung-Mi annuì, facendogli poi cenno di sedersi. Non voleva risultare maleducata, anche se sapeva perfettamente di chi fosse fratello.
«Hai appena finito di lavorare, suppongo» esordì Kang Han-Eul.
«Sí, sono giusto uscita venti minuti fa».
«Sbaglio o domani dovete partire per il Cile?».
«Già, e non ho minimamente voglia. Cioè, il Sud America é bellissimo, ma se si tratta di sgobbare per quei sette ragazzi è tutt'altro che bello» spiegò la bionda, mescolando il brodo dei suoi noodles con le bacchette.
«Me lo dice sempre mio fratello, non sai che lagna, sono già tre giorni che me lo devo sorbire giorno e notte».
Kyung-Mi, a quelle parole, posò le posate sulla ciotola, osservando con espressione perplessa il ragazzo di fronte a lei. Possibile che Kang So non gli avesse raccontato nulla? Oppure era solo lui che fingeva di non sapere?
Cercò comunque di capire facendogli delle domande.
«Ah, e come mai si è preso una pausa?».
«Dice che ultimamente non si sentiva tanto bene, ha preferito riposare» rispose Kang Han-Eul, con tutta la semplicità di questo mondo. Non sembrava che stesse mentendo, era convinto di quello che stava dicendo.
«Cosí all'improvviso? Me ne poteva parlare».
«Nemmeno io lo sapevo fin quando mi sono risvegliato la mattina con lui stravaccato sul divano. Si comporta stranamente».
«Lui non ti ha detto niente, suppongo» ribattè Kyung-Mi, abbassando lo sguardo verso il suo piatto.
«Mi ha detto che si sente male e perciò non vuole andare a lavoro, tutto qui» rispose lui. «Per il resto, è tutto normale».
«Sí, ma non ti ha accennato nulla? Niente di niente?».
Kang Han-Eul aggrottò le sopracciglia, osservando la ragazza di fronte a lui con espressione confusa.
«Perchè? C'é qualcosa che deve dirmi?».
«No, cioé, intendo se lui ti ha detto qualcosa riguardo quella notte, quando l'hai ritrovato sul divano».
Lui scosse la testa.
«Anche perchè non ho avuto tempo per ascoltarlo. La mattina devo correre in università».
«Capisco» concluse la bionda, continuando a mangiare tranquillamente.
«Se vuoi puoi venire a trovarlo ogni tanto, ha bisogno di un po' di compagnia».
Kyung-Mi per poco non si strozzò con il brodo, finendo per fare un paio di colpi di tosse.
«Tutto a posto?».
«Sí, sí. Scusa, ma non avrò tempo di passare, sarò in Cile, ricordi?».
«Bhè... magari prima di partire? So che sarà difficile, ma anche solo una chiamata».
«No, davvero, non posso» tagliò corto lei, posando le bacchette sul tavolo.
Sentí Kang Han-Eul fare uno sbuffo, forse irritato da tutta la situazione.
«Non per risultare sgarbato, ma se state insieme dovresti almeno mandargli dei messaggi».
«Non stiamo insieme!» nel locale piombò improvvisamente il silenzio, e quelle poche persone che chiacchieravano tranquillamente si voltarono verso il tavolo di Kyung-Mi. «Voi coreani siete degli imbecilli, solo per aver accettato di uscire qualche volta pensate subito di essere una coppia. Bhé, vi apro la mente, non è cosí!».
«O-okay, o-o-ora calmati».
Kyung-Mi sospirò, prendendo velocemente la sua borsa dalla sedia.
«Dí al tuo caro fratellone che se proprio vuole stare insieme ad una ragazza, si faccia amputare quelle manacce da maniaco che si ritrova» sibilò al ragazzo, prima di alzarsi dalla sedia e posare sul tavolo il conto della sua cena.
«Arrivederci!».
Kang Han-Eul rimase seduto al tavolo talmente confuso da tutta quella situazione da non saper più che fare, e la sua espressione perplessa era a dir poco esilarante. Kyung-Mi, d'altro canto, si sentiva un po' in colpa per aver umiliato in quel modo quel povero ragazzo, che l'unica cosa sbagliata che aveva era l'essere il fratello di Kang So; ma dall'altra parte sentiva il petto piú leggero.
Aveva messo in chiaro la situazione, e l'avrebbe fatto anche con il suo caro collega.———
Buonasera!
Vi avviso in anticipo, i prossimi capitoli saranno abbastanza accesi.
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Pellicola » |J.Jk.|
FanfictionI Bangtan Sonyeondan stanno raggiungendo l'apice della fama dopo tanta fatica ed anni di duro lavoro. I sette ragazzi sono determinati a continuare la loro carriera al massimo, ma cosa succederà quando, dall'altra parte di una macchina fotografica...