capitolo ventiquattro

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La mattina seguente, Jungkook venne bruscamente svegliato dalla suoneria del suo cellulare. Aprendo gli occhi, notó il viso di Kyung-Mi ancora incollato al suo petto e come si fosse rannicchiata su sé stessa per stare piú al caldo. Era tenerissima, ma il moro dovette divincolarsi un poco per poter rispondere alla chiamata.
«Rapmon hyung?».
«Eh giá, sono proprio io. Ma dove diamine ti sei cacciato?» il tono del leader era a dir poco arrabbiato.
«I-io... come mai mi hai chiamato a quest'ora?».
«Tra un'ora comincia la conferenza stampa e tutto lo staff é venuto qui per prepararti, ma tu stranamente non ci sei».
«Oh, cavolo!» imprecó a denti stretti, cercando di non svegliare la ragazza accanto a sé. Si alzó velocemente dal letto, sistemandosi i vestiti che aveva addosso dal giorno precedente, e corse in cucina. «Arrivo subito».
Jungkook si mise le scarpe, poi scrisse un bigliettino a Kyung-Mi sul quale diceva che aveva avuto un impegno improvviso, ed uscí da quella casa in un batter d'occhio.

***

I suoi hyung lo stavano aspettando nel salotto del loro dormitorio, mentre i membri dello staff stavano sistemando le loro cose in cucina. Nessuno dei sei sapeva dove si trovasse, e nemmeno del perché fosse andato via dall'appartamento senza avvisare nessuno.
Erano preoccupati da morire, soprattutto il leader.
«Dove potrebbe essere stato? Ieri sera é uscito dallo studio con noi» ripeté, mentre camminava nervosamente per tutto il salotto. «Gli é successo qualcosa, ne sono sicuro».
«Per l'amor del cielo, stai calmo! Ti ho detto che é andato a casa della nostra fotografa per darle i medicinali!».
«Non dirmi di calmarmi, Jin, non in questi momenti!».
«Okay, qui le cose stanno prendendo una brutta piega, cerchiamo di fare tutti un bel respiro e aspettare che Jungkook arrivi» Taehyung si mise tra i due litiganti, portando entrambe le mani all'altezza dei loro petti. «Con pazienza».
«Eccomi!» la voce di Jungkook interruppe l'atmosfera piú tranquilla che si era appena creata all'interno della casa, catapultandosi nell'appartamento come un fulmine. Tutti e sei i ragazzi si fiondarono sul minore, giá spaventato da tutta la situazione.
«Dove sei stato?! Ti é successo qualcosa?!» il leader fu subito pronto a fargli una ramanzina durata almeno due ore, ma lo lasció andare immediatamente alle mani delle truccatrici e delle stiliste che lo prepararono per la conferenza stampa.

Jungkook era seduto ad un tavolo di legno improvvisato tra Bang PD ed uno dei manager. Teneva il microfono in mano, pronto per rispondere alle numerose domande che giá chiedevano i giornalisti. Gli altri sei ragazzi erano rimasti nella stanza accanto, osservando la conferenza da un computer fisso dell'ufficio.
«Ammetti che la scorsa notte tu sia uscito in giro per la cittá con una ragazza occidentale?» la prima domanda arrivò schietta e diretta alle orecchie del moro che, prontamente, prese il microfono e rispose convinto :«Assolutamente no, la ragazza non la conoscevo, probabilmente era una turista».
«E come smentisci l'accaduto?».
«L'ho trovata casualmente tra le braccia di un uomo, anzi, un maniaco» alle sue parole, molti giornalisti rimasero stupiti dalla vicenda. «Ho dovuto aiutarla, l'avrebbe fatto chiunque».
«E come mai sei stato fotografato mentre camminava tranquillamente per le strade di Seoul mano nella mano con questa misteriosa ragazza?».
«La stavo riportando nel suo appartamento, in un condominio in centro, e appena siamo arrivati si é catapultata dalle sue amiche, o almeno cosí ho dedotto».
«E anche loro erano straniere?».
«Sí, tutte quante».
Jungkook era nervoso, non aveva mai mentito durante una conferenza stampa, perció era abbastanza agitato. Avrebbero potuto fargli qualsiasi domanda, e doveva inventarsi tutto immediatamente.
«Che fine ha fatto l'uomo?».
«Non ne ho idea, l'ho lasciato nel luogo dell'aggressione».
«In che condizioni era?».
«Era ubriaco fradicio, non ho osato toccarlo, é svenuto di colpo».
Ci furono attimi di silenzio da parte dei giornalisti, in cui si sentivano soltanto il rumore delle macchine fotografiche che scattavano quei brevi momenti.
«Scusami, ma se fossi stato nei tuoi panni avrei subito denunciato l'accaduto alla polizia. Perché non hai fatto niente e l'hai lasciato andare?».
«Non ci ho pensato immediatamente, la ragazza era talmente sconvolta che ho pensato prima alla sua salute che al resto» rispose Jungkook, ancora una volta con la decisione giusta per convincere almeno in parte i giornalisti.
«Perció adesso l'uomo é ancora in libertá?».
«Sí, purtroppo».
«E la ragazza?».
«Non so nemmeno quello, non ho avuto modo di contattarla non sapendo il nome».
«Bhé, ma lei non ha cercato di ringraziarti? Dopotutto sei un Idol molto famoso in questo paese».
«Ripeto, non l'ho sentita da quando mi ha chiuso la porta in faccia».
«

E non vorresti fare un appello per richiamarla?».
«No, non sarebbe opportuno».
«E perché?».
«Signori, vi prego di non insistere, ha giá spiegato tutta la situazione, perció non penso ci sia altro da chiedere» subito intervenne Bang PD, attirando l'attenzione di tutti i presenti.
«Quindi, Jungkook, puoi rassicurare le tue fan dicendo che non c'é ancora nessuna ragazza nella tua vita?».
Ecco, la fatidica domanda.
Avrebbe voluto rispondere con un gioioso sì, sorridendo come un ebete e sorprendendo tutti i giornalisti e i cameraman. Sarebbe stato tutto stupendo: poter confessare il suo amore verso quella fotografa, poter dire finalmente la veritá, essere trasparente agli occhi degli altri ma soprattutto delle fan.
Nella stanza accanto, i sei ragazzi fremevano nell'attesa che la conferenza finisse, e tutti stavano fissando impazienti la figura agitata di Jungkook che teneva il microfono all'altezza della bocca, rimanendo peró in silenzio.
«Ma perché non risponde?!» chiese perplesso Jimin, mordendosi le unghie.
«Perché sta lottando contro sé stesso» rispose freddamente Yoongi, sospirando.
«Cosa intendi? La giornalista gli ha fatto un semplicissima domanda» osservó Hoseok, facendo spallucce.
«Giá, perché mai dovrebbe far attendere così tanto per una risposta?».
«Siete proprio idioti quando vi ci mettete!» sibilò irritato Yoongi a denti stretti. «Jungkook non risponde alla domanda perché in realtà una ragazza ce l'ha eccome!».
«Eh?!» fu la reazione di tutti e cinque, chi alzandosi dallo stupore e chi quasi cadendo dalla sedia.
«Che diamine stai dicendo Yoongi?» domandó scioccato Namjoon.
Il blu di capelli si pentì subito di aver rivelato un segreto del genere proprio durante la conferenza stampa del minore: e ora cosa avrebbe detto?
Dopotutto l'aveva detto pure Jungkook, ormai non gliene importava se anche gli altri hyung lo avrebbero saputo.
«Non é che la ragazza ce l'ha, peró gli piace una persona».
«Che cosa?!».
«E dai ragazzi, veramente nessuno di voi l'ha notato?».
I cinque si guardarono di rimando, come per cercare di dare del senso logico a quello che stava dicendo Yoongi.
«Chi gli piace?».
«Non posso rispondere, deve farlo lui».
«E se lo rivelerà adesso?».
«Non puó farlo, ha giá smentito ogni cosa» disse, indicando il computer fisso. Jungkook stava salutando i giornalisti con un inchino, poi scese dal palchetto e si diresse nella stanza dove si trovavano gli altri sei.
«Dio mio! É finita» esclamó Jungkook, avvicinandosi ai ragazzi. «Ora voglio dormire, andiamo?».
I sei non risposero, annuirono semplicemente e se ne ritornarono a casa come se nulla fosse successo.
Ben presto peró, il moro avrebbe dovuto rivelare ogni cosa ai suoi hyung, e non sarebbe passato molto tempo.

Pellicola » |J.Jk.|Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora