capitolo dodici

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Il primo concerto era ormai alle porte, lo stadio stava giá iniziando a scaldarsi nonostante le tribune fossero ancora vuote. I ragazzi erano pronti per esibirsi, le prove anche quel giorno andarono bene e come sempre finirono molto tardi.
Kyung-Mi, verso le sei e mezza di sera, chiamò Jungkook al cellulare per avvisarlo di uscire immediatamente dall'edificio. Si trovava nel parcheggio esterno, dentro la sua auto bianca, e aspettava solamente che il moro le venisse incontro per andare da Cho-Hyun, il famoso dottore di cui gli aveva parlato.
Jungkook disse ai ragazzi che doveva tornare in studio per registrare un intervista, e loro stranamente ci credettero seriamente. Lo lasciarono andare, sotto l'occhio stranito di tutto lo staff.
Appena arrivato al parcheggio, il clacson della macchina di Kyung-Mi lo chiamò. Era a pochi metri dall'uscita, giá in moto.
«Sei arrivato, finalmente» disse lei, notando il ragazzo salire sul sedile anteriore.
«Non è stato facile trovare una scusa».
«L'importante è che sei qui. Dobbiamo sbrigarci, con il traffico è complicato uscire di qui».
Kyung-Mi avanzò con l'auto, entrando nelle strade affollate di Seoul. Il sole era calato da poco, le luci dei grandi palazzi e grattacieli illuminavano tutta la cittá, Kyung-Mi si ricordò della bellissima visuale dalla casa dei suoi genitori.
«Così» esordì Jungkook. «Conosci questo dottore?».
Kyung-Mi annuì al moro, tenendo lo sguardo davanti a sè. «L'ho conosciuto appena mi sono trasferita qui, siamo stati compagni di liceo».
«Mh, capisco».
«Ci eravamo promessi di rimanere in contatto anche dopo la scuola, poi lui ha iniziato l'universitá ed io sono stata molto impegnata con lo studio fotografico e lo spostamento nel mio alloggio, quindi è stato molto difficile trovarsi ed uscire come prima» raccontò lei.
Jungkook teneva lo sguardo puntato sulla suo profilo delicato, non rendendosi conto che l'auto aveva accostato e il motore si era spento.
«Siamo arrivati».
Jungkook scese, osservando poi la zona in cui si trovava. L'auto era parcheggiata all'esterno di un grande condominio, a quanto pare abitato da un bel po' di persone.
«Dove siamo?».
«Abito al quarto piano, vieni?».
La ragazza avanzò verso la porta d'ingresso, seguita dal moro. Davanti alla portineria era seduto il solito portinaio anziano e smemorato che, appena sentì la porta chiudersi, balzò sullo sgabello e si guardò intorno.
«Buonasera Ahjussi» disse la ragazza, inchinandosi. Jungkook fece lo stesso, anche se non si aspettava di trovare un uomo del genere all'entrata.
«Oh, ci si rivede, ragazza! Com'è andata la cena di lavoro?» chiese lui, sorridendole.
«Molto bene, grazie».
«E lui? È il tuo fidanzato?».
«No no no, niente di tutto ciò, solo un amico» si affrettò a rispondere Kyung-Mi, ridendo imbarazzata.
"Quasi ci speravo" pensò Jungkook, abbassando il capo.
«Ora dobbiamo andare».
«Capisco, volete avere un po' di privacy» continuò lui. «Siate cauti».
«Ehm... sì, arrivederci».
I due si sbrigarono ad entrare nell'ascensore, quasi impauriti da quell'uomo.
«Perdonalo, è un po' svampito».
«È simpatico».
Arrivarono al quarto piano e Jungkook, guidato da Kyung-Mi, si fermarono davanti alla porta del suo appartamento. 264.
La bionda estrasse fuori dalla sua borsa un mazzetto di chiavi, per poi smanettare all'interno della toppa.
L'appartamento era, tutto sommato, accogliente. C'era il necessario in pochi metri quadrati di casa: un salottino, una cucina, un bagno e una camera da letto.
«Mettiti pure sul divano, Cho-Hyun arriverá a momenti».
Jungkook fece come gli aveva ordinato. Si tolse la giacca pesante e si sedette sul comodo sofà, tamburellando le dita sulle ginocchia.
"Sono a casa di Kyung-Mi... sono a casa sua!" si ripeteva in testa, cercando di non iniziare ad impazzire da un momento all'altro.
Per distrarsi, iniziò a guardarsi attorno, notando alcune fotografie incorniciate e vari oggetti usati come soprammobili.
Non ebbe il tempo di esaminarli tutti che il campanello suonò, richiamando l'attenzione di Kyung-Mi.
«Ciao Cho-Hyun!» il modo in cui esclamò il nome del dottore e lo abbracciò non piacque per niente a Jungkook, che rimase immobile dov'era ad osservare la scena.
«Ehy, Kyung-Mi, sei diventata altissima!» aggiunse il ragazzo. «E anche bella, immagino quanti spasimanti avrai».
«Aigoo, sembri mia nonna. Sbrigati ad entrare».
Cho-Hyun avanzò all'interno dell'alloggio, guardandosi un po' intorno.
«Tu devi essere il paziente di cui mi ha parlato Kyung-Mi» il dottore di avvicinò a Jungkook, per poi inchinarsi. «Kim Cho-Hyun, piacere».
«Jeon Jungkook».
«Oh sì, ti conosco molto bene. Sai, questa ragazzina andava matta per il tuo gruppo quando era liceale».
«Yah, smettila. E poi lo sa giá».
I due ridacchiarono, mentre Jungkook tentava in tutti i modi di placare la sua aggressivitá.
«Allora, vogliamo cominciare la visita?».
Kyung-Mi fece sedere Jungkook sul divano, mentre Cho-Hyun si toglieva il cappotto di dosso e prendeva la sua borsa di pelle marrone. Inizialmente, gli fece i soliti controlli: prese i battiti del cuore, la pressione, esaminò gli occhi e gli domandò il peso corporeo e l'altezza.
«Kyung-Mi mi ha detto che ultimamente ti senti male. Puoi descrivermi cosa ti succede?» il dottore si sedette di fronte a lui, appoggiando i gomiti sulle ginocchia.
«Ecco... per cominciare, mi sento il fiato corto, poi si tramuta in battito cardiaco accelerato, sudorazione, debolezza nelle gambe e la pressione si abbassa» spiegò Jungkook, sotto lo sguardo preoccupato di Kyung-Mi. «A volte inizio a tremare inconsapevolmente e a sudare freddo».
«E di solito quando avviene?».
«Quando mi alleno, ma la prima volta è successo quando stavo per addormentarmi».
Cho-Hyun rimase in silenzio per qualche secondo.
«Hai mai provato senso di nausea?».
«Uhm... no, non penso».
«Okay, capisco».
Il dottore appoggiò la schiena contro la sedia, spostando lo sguardo dal loro davanti a sè a Kyung-Mi.
«Finito? Tutto qui? Non gli chiedi nient'altro?» fece perplessa lei.
«Non penso ce ne sia bisogno. Jungkook molto probabilmente soffre di tachicardia, un disturbo legato al cuore. Molti pazienti avanti con gli anni ne soffrono, vengono da me spaventati ed io l'unica cosa che posso fare è dargli dei medicinali» il medico si rivolse a Jungkook. «Tu sei un po' troppo giovane per avere questo tipo di malattia e, considerato il tuo lavoro, penso sia tutta colpa dell'eccessivo sforzo fisico e dello stress».
"Bhé, solo questo? Potevo benissimo farmi visitare da Taehyung, mi avrebbe detto le stesse cose" si disse Jungkook.
«Non posso smettere di allenarmi, fa parte della mia carriera» sputò acido Jungkook.
«Quello che potresti fare sarebbe controllare le ore di sforzo fisico e di riposare molto di più, cosa che non stai facendo».
Jungkook rimase stupito dalle sue parole.
«Ho notato i segni della stanchezza sia dagli occhi, che dal tuo fisico in generale. Jungkook, avere questo tipo di disturbo può sembrare qualcosa da poco, ma potrebbe peggiorare da un momento all'altro» spiegò Cho-Hyun. «Molti miei pazienti hanno un infarto dopo aver sofferto di tachicardia, e tu non puoi rischiare, soprattutto con il tipo di lavoro che svolgi».
«Ho sempre vissuto allenandomi duramente e lavorando sodo, non vedo il motivo per cui un semplice malfunzionamento dovrebbe fermarmi» ribattè il minore.
«Si tratta del tuo cuore. Se quello funziona male, manda in tilt tutto il tuo corpo, e allora le cose si complicheranno».
«Non ci credo» Jungkook usava un tono a dir poco provocatorio verso Cho-Hyun, quest'ultimo stava immobile sulla sua sedia. «È da più di cinque anni che mi alleno in questo modo. Canto e ballo fino allo sfinimento e so perfettamente cosa vuol dire stare male per aver esagerato. Ho abituato il mio cuore a questi ritmi frenetici, perciò ora non sono per niente preoccupato».
«Jungkook, calmati» disse Kyung-Mi, avvicinandosi al moro.
«D'accordo. Se tu la pensi in questo modo, io non posso fare niente per convincerti. Continua a lavorare come hai sempre fatto, sovraccaricando il tuo cuore; ma non appena questo cederà, non potrai più tornare indietro perchè sará troppo tardi».
Cho-Hyun, dopo aver detto queste ultime parole, si alzò dalla sedia e salutò Kyung-Mi, per poi uscire dall'appartamento.
La ragazza non si sarebbe mai aspettata questo tipo di reazione da parte di Jungkook: se lo avesse saputo, non avrebbe mai pensato a farlo visitare.
«Jungkook» lei era ancora in piedi davanti alla porta, osservando le spalle del ragazzo. «Perchè non ti vuoi far aiutare?».
«Non credo a tutto ciò che ha detto quello lì».
«Si tratta di una cosa seria, non puoi far finta di niente e continuare a vivere in questo modo. Molto presto succederá qualcosa di brutto e tu non potrai farci niente» disse.
«È una mia decisione, le conseguenze saranno una mia responsabilità» tagliò corto Jungkook, voltandosi verso Kyung-Mi.
«Ti prego, cerca di ragionare. Pensa alle tue fan, ai ragazzi, a tutto lo staff; come reagirebbero sapendo che tu sei su un letto di ospedale con il cuore impazzito?».
Jungkook giurò di aver visto gli occhi di Kyung-Mi farsi sempre più lucidi, nonostante non scendesse alcuna lacrima per le sue guance.
«Nemmeno io riesco ad immaginarti in quel modo. Sono preoccupatissima per te, altrimenti non avrei mai chiamato Cho-Hyun e non ti avrei mai fatto visitare».
«Kyung-Mi...».
«Te lo chiedo per favore, stai attento».
Jungkook abbassò lo sguardo, mettendosi le mani in tasca.
«D'accordo, lo farò».
Sul viso della ragazza comparve un flebile sorriso, era finalmente sollevata.
Si avvicinò a Jungkook e lo abbracciò, tenendolo stretto a sè. La sua presa era sul collo del ragazzo, letteralmente in balia di emozioni mai provate prima di allora.
Sotto shock, decise di ricambiare il gesto, portando le sua mani sulla schiena di lei, ancora attaccata al suo petto.
Si sentiva così... strano. Le faccia era bollente, le guance stavano assumendo un colore tutt'altro che naturale, mentre le sue gambe facevano fatica a stare in piedi.
Quando Kyung-Mi si staccò, notò immediatamente il rossore sul suo viso.
«Omo! Sei tutto rosso! Stai bene?» domandò preoccupata, posando una mano sulla sua guancia.
«S-s-sì...» sussurrò in risposta.
Passarono un paio di minuti, Jungkook si era seduto nuovamente sul divano, con accanto Kyung-Mi. Lei era visibilmente stanca dalla giornata, e anche lui non era da meno.
In poco tempo, la ragazza si addormentò, poggiando involontariamente la testa sulle gambe di Jungkook, mentre quest'ultimo crollava pian piano nel mondo dei sogni.

———
Dodisci.

E qui inizia veramente LA storia.

Pellicola » |J.Jk.|Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora