capitolo quattordici

3.4K 201 37
                                    

«Ti va di uscire con me?».
Quella frase si ripeté piú volte nella mente di Kyung-Mi, la quale era rimasta con lo sguardo perso nel vuoto ancora confusa dalla richiesta del suo collega. Quest'ultimo fissava ogni minima espressione di lei, mentre il senso d'ansia cominciava a prendere il sopravvento.
«Kyung-Mi» la chiamó, ricevendo subito la sua attenzione. «Hai capito cosa ti ho chiesto?».
La ragazza annuí.
«Quindi é un sí?».
Kang So era davvero un bel ragazzo, gentile, dolce e disponibile, ma Kyung-Mi non aveva ancora instaurato un rapporto tale da poterlo considerare piú di un amico.
Forse, uscendo con lui, avrebbe potuto conoscerlo meglio e, chissá, provare quel tipo di sentimenti.
Di certo non si sarebbe mai aspettata che uno come Kang So provasse qualcosa per lei.
«C-certo» rispose Kyung-Mi, arrossendo leggermente.
Vide comparire sul volto del collega un enorme sorriso soddisfatto. Non l'aveva mai visto cosí felice.
«Sono cosí contento! Ho giá prenotato il ristorante per questa sera, ho pensato di portarti a mangiare italiano, ti va?».
Per un attimo rimase scombussolata dalla sua proposta: nemmeno era sicuro che lei accettasse di uscire che giá aveva prenotato il ristorante?
Nonostante la velocità delle cose, pensó che fu un gesto davvero dolce, e decise di accontentarlo.
«Ti passo a prendere alle sette e mezza al parcheggio del tuo condominio» disse, allontanandosi. «E ti riporto io a casa».
Kang So uscí definitivamente dall'ufficio, lasciando la ragazza perplessa e in balia di pensieri e intuizioni su quella serata.
Aveva appena ricevuto un invito a cena da un bel ragazzo, eppure il suo cuore non scalpitava come, invece, avrebbe dovuto fare. Sapeva perfettamente di non provare ancora niente per Kang So, se non affettività dovuta alla confidenza, ma mai si sarebbe aspettata di dover andare oltre.
Avrebbe lasciato tempo al tempo.

***

Jungkook e i ragazzi, nel frattempo, rimasero in sala prove per perfezionare le varie coreografie in prossimità del come back e il tour.
Lo staff e l'agenzia in generale stavano andando in palla, a causa del grosso carico di lavoro dovuto ai concerti e ai progetti futuri dei ragazzi, come ogni anno. Ma non potevano di certo lasciarsi andare, avevano bisogno di mantenere il ritmo di lavoro per arrivare a metá settembre con tutto il materiale pronto. Di conseguenza, anche i ragazzi avevano il doppio da svolgere. Tra le tracce da comporre, i testi, le varie coreografie da studiare e le prove per il loro tour, il tempo per pensare a loro stessi era sempre poco.
Quell'anno, peró, qualcosa sembrava aver scosso il normale feeling che c'era tra i ragazzi. Quasi tutti, tranne il maknae, erano d'accordo sul fatto che quest'ultimo si stava lasciando andare a causa della nuova arrivata, Kyung-Mi. Il primo a notarlo fu, naturalmente, Yoongi, che per privacy non disse niente dei sentimenti del minore verso la ragazza. Namjoon e Jin avevano giá dei sospetti fondati, mentre gli altri non ci avevano nemmeno fatto caso. O almeno, l'unico a pensarla in un altro modo era Jimin. Lui era preoccupato soprattutto per la salute di Jungkook, quindi pensava che quell' improvviso distaccamento dal gruppo fosse stato a causa dei suoi problemi.
Di certo, il minore non aveva mai tralasciato i suoi impegni - ma, considerando i vari episodi in cui aveva la testa da tutt'altra parte, i momenti in cui si notava benissimo che era distrutto e i suoi problemi salutari, i membri non avevano altra spiegazione. La goccia che fece traboccare il vaso fu proprio la notte prima, quando Jin rimase sveglio fino alle quattro insieme ad Hoseok, nella speranza che Jungkook ritornasse. Invece, lo videro solamente in sala prove dopo mezz'ora di ritardo.
Quella mattina stavano quasi per chiamare la polizia, per fortuna ritornó in tempo.
«All'improvviso sta diventando tutt'altro che responsabile, eppure ha quasi ventun'anni» borbottò il maggiore, Jin, mentre si passava un asciugamano sulla fronte. «Voglio dire, tra meno di sei mesi é maggiorenne e lui ostina a comportarsi in maniera infantile. E poi é un cantante di fama mondiale, dovrebbe riguardarsi di piú».
Gli altri cinque non ne potevano piú delle sue continue lamentele, anche se sapevano che aveva perfettamente ragione.
«Dai Jin, gli passerá» sbuffò Taehyung, anch'esso teneva in mano un asciugamano.
«Lo spero per lui, altrimenti gli prendo le orecchie e lo faccio diventare veramente un coniglio, almeno le Army saranno contente».
I ragazzi ridacchiarono all'affermazione del maggiore, sempre piú frustrato da tutta la situazione. Jungkook se ne stava nell'angolo della stanza, con il capo rivolto verso il basso e le mani giunte.
Pensava a tutto quello che era successo la sera prima, alle parole del dottore, a quello che gli aveva detto Kyung-Mi e alle azioni venute dopo. Continuava a non credere a quel Cho-Hyun, peró voleva fare un piccolo sforzo per accontentare la ragazza da cui era tanto attratto. Vederla cosí in ansia per un problemino del genere non gli andava a genio.
«Forza, riprendiamo» annunció il coreografo, affiancandosi ad Hoseok. Erano ormai tre ore che continuavano a provare per il concerto: non ne avevano granché bisogno, ma dato che mancavano solamente quattro giorni alla prima tappa, non avrebbe fatto male qualche ripasso.
Jungkook si sentiva sollevato. Quel giorno, seppur intenso, non aveva avuto problemi con il suo cuore.
"Era solo una cosa passeggera" pensó lui, aggiungendosi al resto del gruppo.

Finite le prove, verso le sei di sera, i ragazzi furono liberi di lasciare la sala prove per concedersi un po' di riposo.
«Oggi ho voglia di giapponese, quindi ordinò del sushi» esordí Taehyung.
«Mi aggiungo anche io» Jimin ed Hoseok si affiancarono al grigio, che nel frattempo avanzava verso l'uscita.
Quando aprirono la porta trasparente dell'agenzia, per poco non fecero cadere le cartelle blu scuro che teneva in mano Kang So, in quel momento impegnato con delle scartoffie.
«Oh, scusa Kang-So hyung» sussuró Tae. «Come mai ancora qui a quest'ora?».
«Il mio turno finisce alle sette, come sempre» rispose ovvio il bruno davanti al gruppo. «Voi state andando?».
«Mh mh, vogliamo mangiare giapponese questa sera».
«Il solito sushi?».
«Lo prendiamo d'asporto».
Kang So annuí, sorridendo.
«Io invece questa sera andró al ristorante italiano proprio affianco». Dal tono della sua voce, si poté intendere che era allegro ed uforico.
«C'é qualche occasione speciale?».
Il ragazzo sorrise di nuovo, annuendo.
«Oggi ho chiesto a Kyung-Mi di uscire con me, e lei ha accettato».
Per Jungkook, quelle parole furono l'inizio dell'inferno. Mai si sarebbe aspettato di provare quel genere di odio verso un suo Hyung, che aveva sempre stimato e rispettato tanto.
Namjoon, al contrario, gli diede il cinque e lo abbracció, contento com'era.
«Grande! Quindi siete una coppia ormai» disse il leader.
«Ovviamente sí».
Il gruppo, dopo aver fatto i complimenti a Kang So, uscí dall'agenzia.
Se l'umore di Jungkook era giá messo male, ora era diventato pessimo.

———
Ci tenevo nuovamente a scusarmi per l'assenza del capitolo di ieri sera.
Come sempre, Wattpad fa i capricci e tra cene e famiglia mi sono completamente dimenticata di aggiornare.

Scusatemi, ma almeno sto facendo il mio meglio per far funzionare wattpad.



Pellicola » |J.Jk.|Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora