capitolo trentanove

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Era stata una festa tranquilla, tutto sommato. La musica venne spenta un ora prima di mezzanotte, lasciando il tempo allo staff di andarsene a dormire, stanchi dal lavoro di quella giornata. Kyung-Mi, Shin e altri due ballerini di sfondo erano rimasti un ora in più per pulire la sala; si offrirono anche i Bangtan, ma vennero mandati a dormire a calci da Shin, che si ostinava a ripetere di riposare per il volo di qualche giorno dopo.
I sette si rintanarono nelle loro camere poco dopo, c'era chi era davvero intenzionato a dormire e chi, come Hoseok e Namjoon, preferì rimanere sveglio ancora per qualche ora. Entrambi avevano l'adrenalina in circolo nonostante fossero passate diverse ore dalla fine del concerto, e di certo non sarebbe riusciti a riposare. Si misero seduti sulla terrazza della camera del leader, in silenzio, ognuno col suo fidato cellulare in mano per godersi le prime ore della notte.
«È da un po' che non postiamo su Twitter» a rompere il silenzio fu Hoseok che, con i suoi soliti commenti inutili nei momenti opportuni, fece sospirare Namjoon. «Dici che posso mettere qualche foto della festa?».
«Non vedo perchè no» rispose divertito l'amico.
Hoseok annuì, accedendo all'app di Twitter per selezionare delle foto o video. Prese un selfie che fece con Jimin, un altro che scattò con Jungkook e Taehyung e poi prese un paio di video che ritiravano il caos della festa. Le Army sarebbero stati felici, dopotutto ogni Tweet che postavano i ragazzi venivano tempestato di like e commenti. Scrisse una semplice descrizione e infine cliccò su “tweet”.
«Fatto» affermò, riponendo il cellulare nella tasca della giacca.
«Hai messo anche il selfie che hai fatto con me?».
«Scherzi?! Sono venuto malissimo, col cavolo che lo mettevo!» sibilò Hoseok, ridendo.
«Sei crudele».
I due rimasero seduti uno accanto all'altro per altri minuti in totale silenzio, l'unico suono era il frastuono delle macchine in centro città. Avevano davvero bisogno di far riposare le orecchie.
«Pensi che abbia fatto la scelta giusta?» questa volta fu Namjoon a rompere l'atmosfera, tenendo lo sguardo rivolto verso il cielo stellato del Brasile. Hoseok si voltò a guardarlo, senza capire a cosa si riferisse.
«Che?» chiese perplesso.
«Kook» rispose. «Pensi sia giusto ciò che ha fatto oggi?».
Il rosso finalmente capì, rilasciando dalle labbra un flebile sospiro.
«È giusto finchè l'ha fatto per amore. Se ciò che prova per quella ragazza è vero allora ha fatto benissimo, ma sono sicuro che Jungkook ha agito nel modo più corretto. Namjoon, è evidente».
Il leader si concesse una pausa di silenzio per rimanere da solo nei suoi pensieri, incrociando le braccia al petto.
«Era così piccolo quando l'abbiamo conosciuto. E guardalo ora... ti rendi conto? Ha ventun'anni» disse, infine, con un tono da vero padre fiero.
«È cresciuto grazie a noi, come ogni membro».
«Lo so, ma Kook... forse, essendo il più piccolo, la sua crescita mi ha sorpreso di più» aggiunse. «Ed ora ha pure una ragazza! Ma che ne sarà di noi, eh?».
«Aish, Namjoon! Abbiamo tutto il tempo del mondo!» esclamò allegro il rossiccio, ridendo. «Per ora godiamoci questi momenti di gloria, un giorno non potremmo più riviverli».
«Hai ragione».

***

La mattina seguente, il gruppo rimase in hotel per la loro prima giornata libera dopo i concerti in Corea e in Sud America. Molti membri ne approfittarono per lavorare in privato, magari componendo o progettando canzoni future, come Hoseok, che da tempo l'idea del Mixtape lo stava tartassando a non finire. Gli unici due che si concessero una vera e propria pausa furono Jungkook e Taehyung: uscirono a pranzare insieme in un ristorante accanto all'hotel, poco dopo si aggiunse persino Jimin. Non incontrarono fan, per fortuna: nonostante li amassero più di loro stessi, momenti come il pasto o il riposo non andavano incastrati con loro.
I tre, così, si sedettero ad un tavolo il più appartato possibile e cominciarono a sfogliare il menù.
«Avete sentito qualche traccia del Mixtape di Hobi?» chiese Jimin, afferrando il suo cellulare dalla borsa di pelle.
«Aspetta... ha seriamente iniziato a comporlo? E da quando?» intervenne Taehyung.
«Da tre mesi forse, me l'aveva detto una sera in camera» rispose il biondino. «Davvero non ve l'ha detto?».
Gli altri due scossero la testa. Jimin, allora, colse l'occasione per fare un favore al suo amico Hoseok e porse un paio di cuffiette a Taehyung e Jungkook, prendendo tra i vari fail nella chat di Hoseok uno in particolare, chiamato “daydream”.
Ma, proprio quando i due furono pronti per ascoltare, il cellulare di Jimin esplose di messaggi su Kakaotalk. Il biondino osservò lo schermo illuminarsi di continuo, mentre il suono delle notifiche gli stava completamente impallando le orecchie.
«Che sta succedendo?» domandò perplesso il bruno, avvicinandosi all'amico.
«Mi stanno scrivendo in tantissimi!» esclamò lui. «Oh, un messaggio da RapMon hyung».

“Venite immediatamente in hotel”.

Diceva solamente questo. I tre si guardarono negli occhi, confusi.

“Va tutto bene, hyung?”.

“Affatto, è successo un casino”.

“Cosa?”.

“Hoseok ha postato un video scandalo su Jungkook, è stato online tutta la notte. Abbiamo eliminato il Tweet, ma il video sarà già stato scaricato da chissà quante persone! Ora tornate subito in camera, dobbiamo parlare”.

«Hyung, cosa c'è?» gli chiese Jungkook, notando l'espressione scioccata del biondino.
Jimin non perse tempo ad alzarsi in piedi, seguito a ruota da Taehyung nonostante non capisse ancora niente.
«Dobbiamo andarcene, è un emergenza» disse semplicemente.
«Ma puoi dirci almeno cosa sta succedendo?».
«Kook! Non hai portato il cellulare con te?».
«No, era scarico, perchè?».
Jimin si mise una mano sul volto, esasperato.
«È stato postato un video scandalo su di te sul nostro profilo, è stato online tutta la notte».
L'espressione del minore si fece improvvisamente priva di ogni tipo di emozioni, mentre passava lo sguardo dal viso di Jimin a quello di Taehyung.
«Che genere di video?» fece il grigio di capelli.
«E secondo te lo so? Non sapevo neanche che avessero postato!» esclamò. «Ora però dobbiamo andarcene, subito».
I tre, di corsa, uscirono dal ristorante e percorsero il breve tragitto che li separava dal loro hotel.
Inutile dire che, non appena misero piede dentro la stanza del leader, gli occhi di tutti i presenti erano puntati sulla figura del minore.
«Siamo arrivati il prima possibile» esordì Jimin, avvicinandosi agli altri hyung. Taehyung, invece, rimase in piedi di fianco a Jungkook, come per dargli supporto nonostante nessuno dei due fosse al corrente della gravità della situazione.
Namjoon avanzò verso di loro con il suo cellulare in mano, sulla schermata vi era l'immagine iniziale di un video comune.
«Guardalo» gli ordinò il leader.
Fu il grigio di capelli a prendere in mano il telefono e cliccare su “play”, posizionando lo schermo in modo tale da farlo vedere anche al moro. All'inizio c'erano solamente le immagini di Kyung-Mi che, sorridente, aspettava che la canzoncina degli auguri terminasse per soffiare le candeline sulla torta. Dieci secondi dopo l'inizio del video, si vide chiaramente la figura di Jungkook avvicinarsi a lei e stringerla in un abbraccio, per poi baciarla a lungo... tanto a lungo.
Lo sguardo del minore si alzò per osservare le espressioni dei suoi hyung, a testa bassa.
Terminò con il viso di Jimin, probabilmente aveva detto qualcosa ma Jungkook fu talmente scioccato da riuscire più a seguire la ripresa.
L'unico pensiero che gli passò per la testa fu: sono nei casini.

———
Scusate il ritardo ma sono stata davvero impegnata. Ho scritto questo capitolo sul pullman, solo per farvi capire, spero soltanto che non ci siamo troppi errori!

Pellicola » |J.Jk.|Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora