Nei giorni a seguire Jungkook e Kyung-Mi non ebbero molto tempo a disposizione per potersi chiamare, sia per l'orario troppo differente, sia per gli impegni di lavoro. La ragazza, infatti, era nel pieno dei "preparativi" per una cerimonia funeraria degna del nome di suo padre. Non voleva fare le cose in grande, solo un piccolo, anzi, piccolissimo ricordo prima che il corpo venga chiuso dentro una scatola sigillata fino alla fine dei tempi.
Non si rivelò molto impegnativo ma, considerando lo stato di shock di sua madre, dovette arrangiarsi e fare tutto a spese sue.
Si promise di tornare a lavoro il prima possibile, magari festeggiare il suo compleanno con i membri dei Bangtan sarebbe servito da anti-stress.
Per Jungkook, invece, la routine era sempre la solita: sveglia nella sua stanza d'hotel, prove sul palco la mattina, pranzo veloce, di nuovo prove e, infine, ritorno in hotel. Stava iniziandosi ad annoiare talmente era ripetitiva, gli unici momenti interessanti erano le chiamate con Kyung-Mi. Nonostante non stesse passando un periodo pieno di felicità, trovava allegria in ogni piccola cosa, come se in quel momento ne avesse talmente bisogno da accontentarsi di tutte le minime piccolezze, come le risate del ragazzo. Era contento di poterla aiutare, in qualche modo, a superare quel periodo no della sua vita.Jungkook colse un attimo di distrazione dello staff qualche minuto prima del concerto per poterla chiamare. Voleva sentire la sua voce che lo incoraggiava a dare il massimo, proprio come aveva fatto nei giorni precedenti.
«Pronto?» aveva risposto lei, facendo sorridere il maknae del gruppo. Gli altri membri erano ancora tra le grinfie di qualche stilista, attendevano solamente il conto alla rovescia all'inizio del concerto per poter entrare in scena.
«Come ti senti?».
«Preferirei non dire niente, oggi ho avuto il funerale di mio padre».
Bhè, non era ottimo come pre-concerto, ma andava bene comunque.
«Non pensavo fosse stato oggi, è andato tutto bene, spero».
«A parte mia madre, tutto bene. Ma, Kook, dove sei?».
«Perchè?».
«C'è rumore».
«Il primo concerto in Brasile sta per iniziare» rispose lui, sorridente.
«Davvero? È oggi?».
«Già!».
Kyung-Mi rise dall'altra parte della cornetta, facendo battere all'impazzata il cuore del moro.
«Mi raccomando, non sovraccaricare il tuo corpo, ne ho bisogno».
«Solo del mio corpo, eh?».
«Hai capito cosa intendo» disse lei, con tono fermo, anche se alla fine della frase si stava per mettere a ridere.
«Lo farò, non preoccuparti».
«E divertiti anche per me».
«Lo faccio sempre».
«Grazie».
A Kyung-Mi mancava davvero tanto il suo Kookie, le mancavano le sue carezze, le sue parole, i suoi abbracci, ogni cosa.
Non poteva aspettare oltre, sarebbe partita il giorno stesso, senza scuse.
Le bastava poterlo abbracciare di nuovo.
«Ora devo andare» le disse Jungkook, un po' triste dalla notizia dello staff.
«D'accordo. Buona fortuna!».
«Ti amo!» e detto ciò, chiuse la chiamata e si precipitò verso gli altri ragazzi, troppo concentrarti per aver sentito anche solo una parola della chiamata di Jungkook.
Kyung-Mi arrossì, ma non perse tempo a piombarsi su un sito di voli per poter prenotare il suo biglietto aereo.***
Durante il concerto, i ragazzi cercarono di mettere tutta la loro energia nei fan, che gridavano a squarciagola e piangevano dalla gioia. Si sentivano felici come non mai, certo, qualcuno avrebbe voluto dormire nel proprio letto al posto di doversi esibire, ma vedere quell'arena piena di luci e allegria, scaricavano una sorta di adrenalina che li rendeva euforici, in modo tale da continua a ballare e cantare all'infinito.
Nelle pause tra una coreografia e l'altra, i ragazzi scendevano frettolosamente dal palco per cambiarsi o riposarsi quei due minuti rimanenti. Non erano molti, ma oramai ci erano abituati.Ritornati sul palco dopo le ultime esibizioni, i ragazzi erano in piedi l'uno di fianco all'altro, ognuno con un microfono in mano, per i saluti finali. Parlare in inglese non era per niente facile -tranne che per Namjoon- e si limitavano a dire "vi amo", "siete stati fantastici" e ringraziamenti vari. Avrebbero voluto esternare ciò che stavano sperimentando in quel momento, tutta la felicità, l'emozione, l'adrenalina... ogni cosa, con l'uso delle parole, ma non era possibile.
Namjoon continuava a parlare mentre gli Army gridavano ogni qual volta che terminava una frase, e non potevano far altro che mettersi a ridere.
Com'era possibile che i fan lo capissero e i membri no?Arrivò, pian piano, il turno di Jungkook. Anche lui avrebbe voluto parlare per ore e ore di quanto fosse felice in quel momento, ma il problema non era lingua. In quel periodo erano successe così tante cose che non sapeva nemmeno lui stesso se quella poteva essere chiamata "felicità". Nonostante tutto quello che stava vivendo, tutto il successo, tutti i titoli che il gruppo stava ottenendo... c'era qualcosa che mancava. Sentiva un vuoto dentro di sè che non riusciva a colmare e che, per la prima volta, sentiva sul palco.
Rimase per qualche attimo in silenzio, mentre i fan tremavano dalla voglia di sapere cosa avesse in mente quel piccolo diavoletto.
«Sapete» incominciò, tenendo saldo il microfono in mano.Gli altri lo guardarono stranito. Perchè aveva iniziato a parlare in coreano? «In questo periodo sto provando emozioni nuove, cose che non avevo mai sperimentato prima d'ora e vorrei che voi ragazzi possiate capirmi, ma è davvero complicato. Noi come gruppo Idol siamo costretti a dover tenere una nostra privacy, cercare di mantenere segreto le nostre amicizie, i nostri rapporti esterni e la famiglia, come ogni altra star famosa.
Vorrei parlarne adesso: qualsiasi cosa succederà ai membri, scandalo o quel che sia, rimanete con noi fino alla fine».
I fan gridarono comunque, mentre i sette sul palco si guardarono a vicenda cercando di capire di cosa stesse parlando.
«I will always love you 'till the end» aggiunse poi, facendo esplodere l'arena.
Jungkook sapeva che, prima o poi, avrebbe dovuto rivelare della sua "relazione" al mondo intero. Non sapeva ancora come, quando e se sarebbe stata tanto importante da doverlo dire a tutti, ma lo avrebbe fatto.
Sorrise, prima al pubblico, poi agli altri membri, che lo guardavano sognanti.
Che avessero capito? Probabilmente, ma in quel momento non gliene importava granchè. Voleva solo godersi il concerto fino alla fine, facendo vedere alle fan il Kookie che solo loro conoscevano, ma che in realtà era soltanto una maschera creata con anni e anni di carriera.---
Taaaanti progetti in mente!
STAI LEGGENDO
Pellicola » |J.Jk.|
FanfictionI Bangtan Sonyeondan stanno raggiungendo l'apice della fama dopo tanta fatica ed anni di duro lavoro. I sette ragazzi sono determinati a continuare la loro carriera al massimo, ma cosa succederà quando, dall'altra parte di una macchina fotografica...