capitolo sedici

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LEGGETE LO SPAZIO AUTRICE

Kyung-Mi gli disse che avevano cenato in un ristorante italiano e che poi l'aveva subito riportata a casa. D'altronde perché dovrebbe raccontare del suo appuntamento ad un Idol coreano?
Ogni giorno che passava, Kyung-Mi notava lo sguardo glaciale che le riservava il moro ogni volta che lavorava affianco a Kang So – insomma, era un suo collega, cosa avrebbe dovuto fare? Stargli lontano solo per quelle occhiatacce? E poi, perché?
Non si fece troppe domande durante i tre giorni successivi, quando i Bangtan facevano le prove generali con effetti speciali e audio e lei era costretta a supervisionare le luci insieme a qualche addetto.

Il giorno del concerto arrivó molto velocemente, accompagnato da un improvvisa giornata di sole, dato che fino a quel diciotto febbraio aveva nevicato. Seoul sembrava improvvisamente esplosa, tra poster pubblicitari incollati ovunque e gruppi infiniti di ragazzi emozionati per la prima tappa del tour. Kyung-Mi non li biasimava, anche lei era agitata per l'evento, dopotutto sarebbe dovuta stare appena sotto il palco, in compagnia di Kang So.
«Hai capito tutto?», lui le aveva appena spiegato tutto quello che dovevano fare: del loro spazio a disposizione, dei bodyguard, di fare attenzione alle fan e, se ci fosse stato qualche problema, di avvertire subito la sicurezza. Non le importava granché, voleva solamente cominciare il suo lavoro e vedere per la prima volta i ragazzi esibirsi.

Nel frattempo, i ragazzi erano arrivati dietro le quinte, piú carichi che mai. C'era chi alleviava l'ansia ascoltando musica, chi aveva giá deciso di prepararsi nonostante mancassero due ore all'inizio e chi, come Jungkook e Jimin, provavano le varie parti in un angolino della sala.
Erano tutti abbastanza agitati, ma non vedevano l'ora di salire su quel palco e ritornare a cantare.

***

Lo stadio ribolliva di cori e canzoni da parte delle fan che, con entusiasmo, agitavano in aria la loro Army Bomb. Gli spalti avevano assunto un aspetto simile a quello di un cielo stellato, dai posti sotto al palco fino al terzo anello, quello piú lontano. Lo spettacolo era a dir poco bellissimo, Kyung-Mi se lo godé da dietro i grandi pannelli che dividevano il palco dalle quinte.
«Dieci minuti!» annunció un membro dello staff, mentre gli altri addetti erano impegnati a preparare al meglio i ragazzi. Anche i Bangtan erano concentrati, non si scambiavano una sola parola se non per cantare insieme o per ricordarsi la scaletta del concerto.
Kang So disse a Kyung-Mi che era ora di andare, perció prese di fretta la sua macchina fotografica e se la mise a penzoloni al collo. Sentiva le mani tremare, ma non poteva assolutamente agitarsi, altrimenti le fotografie le sarebbero venute tutte mosse.
Passó accanto a Namjoon, il quale stava ripetendo qualche verso di una canzone.
«Buona fortuna» gli disse, catturando la sua attenzione.
«Grazie, Kyung-Mi, anche a te» rispose sorridendo.
Dopo di che fu spinta da Kang So fuori dalle quinte, finché le urla delle fan la circondarono. Ormai mancava davvero poco, forse un paio di minuti, e tutti gli addetti erano nelle loro postazioni per poter iniziare a registrare e fotografare.
Sui pannelli di sfondo iniziarono a trasmettere varie immagini, con frasi dei ragazzi, video e canzoni.
Finalmente, dopo poco, si aprirono, rivelando i sette ragazzi uno accanto all'altro in tutta la loro bellezza. Indossavano delle luminescenti giacche bianche, che brillavano alla luce, il che li faceva risultare molto di piú. Le urla delle fan erano ovattate alle orecchie di Kyung-Mi che, incantata dalla scena, quasi si scordó di iniziare a fotografare.
Le prima canzone partí, seguita poi da una seconda ed una terza, tutte con un energia pazzesca sprigionata dai ragazzi.
Gli occhi di Kyung-Mi erano costantemente incollati ai sette Idol che, con semplici sorrisi, sapevano mandare in palla il povero cuore delle fan.
"Chissá cosa si prova a stare sopra un palco, con milioni di fan a guardare la scena" si chiese la ragazza, continuando a scattare una foto dopo l'altra. Per loro era naturale, dopotutto avevano fatto centinaia di concerti ed erano abituati. Peró l'emozione di stare lí sopra e potersi godere le urla dei fan gridare il proprio nome... bhé, non penso si siano abituati anche a questo.
Fecero varie pause, dove si avvicinavano ai limiti del palco e bevevano qualche sorso d'acqua per riprendersi, e in quel momento tutte le ragazze lí accanto gridavano di gioia per ricevere la loro attenzione.
«Spostiamoci!» urló Kang So che, per parlarle, dovette strattonarle la manica della felpa e portarla dall'altro lato del palco.
«Tra mezz'ora si fará un intervallo, dobbiamo andare dietro le quinte per sistemarci nuovamente con gli altri colleghi!».
Annuí, continuando a scattare ai ragazzi sul palco.

Il primo intervallo, per fortuna, arrivó abbastanza in fretta. I Bangtan si ritirarono nelle quinte per cambiarsi i sistemarsi il trucco mentre i vari addetti discutevano sulle nuove posizioni.
Kyung-Mi seguí Kang So verso un gruppetto di fotografi, per ascoltare cosa avevano da dire e poter collaborare, ma l'attenzione della ragazza venne attirata da una figura sul divanetto.
Jungkook, infatti, era circondato da stiliste e truccatrici pronte per cambiarlo, ma lui non osava alzarsi dalla poltrona. E lei purtroppo sapeva il perché.
Non sapeva cosa fare, non poteva di certo andare lí e fare allontanare tutte le ragazze per farlo respirare - ma se non veniva aiutato avrebbe potuto peggiorare.
Decise di usare la furbizia.
«Hoseok é senza truccatrici! Muovetevi!» ordinó, inventandosi una scusa sul momento. Sapeva che non era vero, infatti quest'ultimo era anch'esso stato bloccato dalle stiliste per cambiarlo. Almeno aveva funzionato, le ragazze si diressero verso l'altra stanza anche se dubbiose sull'ordine appena ricevuto.
Kyung-Mi si avvicinó a Jungkook, chinandosi per raggiungere la sua altezza.
«Riprenditi, forza» disse, come se potesse funzionare. Gli tiró indietro la frangia sudata, facendo cadere la sua testa all'indietro. Era completamente distrutto, non sarebbe riuscito a finire il concerto senza un improvviso sfinimento.
«Jungkook, devi dirlo agli altri, non puoi continuare a nasconderti».
«Smettila! Sto bene!» sbottó.
Non era vero, Kyung-Mi lo sapeva.
«Allora crollerai di fronte alle fan?! Eh?!» lo rimproveró lei. «Non puoi permetterti di cedere adesso!».
«Ti ho detto che sto bene! Lasciami stare».
«D'accordo, fai quello che vuoi» tagliò corto. «Ma se ti succederá qualcosa non venire da me a dirmi che avevo ragione».
Kyung-Mi, esasperata da tutta la situazione, lasció Jungkook sul divanetto, mentre quest'ultimo stringeva i denti per il dolore. Poco dopo le stiliste lo circondarono per cambiarlo, e lui non poté far altro che alzarsi contro la sua volontá e ricominciare il concerto, seppur col cuore impazzito e le gambe indolenzite.

«Sei pronta?» le chiese Kang So, vedendola arrivare dalla sala relax del palco.
«Sí» rispose fredda.
«Tutto bene?».
«Lasciamo stare, meglio se andiamo».
Kang So annuí, senza fare troppe domande, e la seguì fino a sotto il palco.
Kyung-Mi voleva parlargli del problema del cantante, ma non era sicura che l'avrebbe appoggiata a pieno.
Non disse nulla, almeno non finché la situazione non sarebbe peggiorata.

———
Capitolo sedici.

Scusate nuovamente il ritardo, il wi-fi fa cagare e ho dovuto ospitare a casa mia cugina.

COMUNQUE, ho creato il profilo instagram dedicato a wattpad, con tutte le storia che scriverò e... sí, tutto il resto. Troverete tutto ció di cui avete bisogno sotto il primo post.

Pellicola » |J.Jk.|Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora