Kyung-Mi aprí gli occhi per prima, osservando il muro bianco del suo salotto. Subito non ricordò gli avvenimenti della sera prima, infatti le ci volle la figura dormiente di Jungkook per farle capire di aver dormito con lui e di essere in ritardo per il lavoro.
La ragazza prese velocemente il suo cellulare, guardando l'ora: le nove e venti. Sarebbe dovuta essere in ufficio venti minuti prima, invece si ritrovò ancora assonnata e con un ragazzo accanto a lei in stato di coma totale.
«Cristo! Jungkook! Alzati!» urlò lei, schiaffeggiando ripetutamente il braccio del moro. «Ti vuoi muovere?! Siamo fottuti!».
Jungkook si stiracchiò, tenendo ancora gli occhi chiusi.
«Tae-hyung, ti pare il caso di svegliarmi in questo modo?» biascicò lui. «Ancora cinque minuti».
«Cinque minuti tua sorella! Alzati!» gridò nuovamente. «Jeon Jung- cazzo! Muoviti!».
Il ragazzo aprí gli occhi di colpo, alzandosi.
«K-kyung-Mi?».
«No, sono la fatina dei denti. Siamo in ritardo» ripeté lei, con tono piú calmo. «Prendi tutte le tue cose e muoviamoci».
«Aspetta, non...».
«Non ho tempo da perdere, o muovi il culo o ti ci porto a calci fino in agenzia» disse lei, mettendosi il primo cappotto che le capitò a tiro.
«Ti ricordo che sono coreano».
«Senti, sono giá nervosa, se ti ci metti pure tu faccio una strage oggi. Ti ho pure minacciato in coreano, siamo a posto».
Jungkook seguì Kyung-Mi fino alla portineria, dove il solito signore anziano li salutó gentilmente. Quella volta non ebbero proprio tempo né per salutare, né per parlare, quindi uscirono dalla porta ignorandolo completamente.
Entrarono in macchina, Jungkook sempre piú spaventato dal nuovo lato di Kyung-Mi, mentre quest'ultima cercava in tutti i modi di non cominciare ad urlare in dialetto in mezzo alle strade di Seoul.
Arrivarono in un tempo estremamente piú corto rispetto al normale, forse perché la ragazza superò tutte le vetture e andó ad una velocità sovrumana.
Entrarono in agenzia, Kyung-Mi si diresse immediatamente nel suo ufficio, mentre Jungkook rimase immobile all'entrata.
«Kyung-Mi!» esclamó lui.
La ragazza si voltò verso il moro confusa.
«Ci vediamo in giro».
Lei annuí, per poi sparire dalla vista di Jungkook.***
Il ragazzo entró in sala prove, sotto gli occhi curiosi degli altri membri.
Jungkook cercò in tutti i modi di passare inosservato, nonostante sapesse perfettamente che i suoi Hyung l'avessero giá notato ed erano pronti per tempestarlo di domande.
«Jungkook-ah» Jin gli si avvicinó. «Dove sei finito ieri sera?».
«Ero... ho fatto...».
«Sai quanto ci hai fatto preoccupare?! Non hai idea... aish».
«Mi dispiace» disse semplicemente, abbassando il capo.
Jin non gli chiese piú niente, si allontanó dal maknae infuriato, no che gli altri ragazzi non lo fossero.
«Cominciamo gli allenamenti e lasciamo perdere questa storia» annunciò Hoseok, alzandosi da terra.***
Kyung-Mi si sedette silenziosamente alla sua scrivania bianca, poggiando il suo cappotto e la sua borsa sullo schienale della sedia. Appena alzó lo sguardo verso il computer fisso, sobbalzò alla vista di Kang So, appoggiato con i gomiti sulla superficie bianca della postazione.
La osservava in modo strano, non seppe nemmeno decifrare come si sentisse in quel momento il suo collega.
Lui sospirò, alzandosi completamente e incrociando le braccia al petto.
Kyung-Mi fece altrettanto, inchinandosi.
«Mi dispiace infinitamente, c'é stato un imprevisto improvviso e-».
«Quell'imprevisto si chiama Jeon Jungkook?».
Kyung-Mi si zittì immediatamente, non sapendo come replicare.
Come faceva a saperlo?
«Ti ho visto scendere dall'auto con lui pochi minuti fa» aggiunse poi, come se avesse letto i suoi pensieri.
La ragazza abbassò lo sguardo, non sapendo cosa fare.
«Non ho idea di cosa voi due abbiate fatto, ma purtroppo sono costretto ad avvisarti che se capiterá di nuovo, il capo ti licenzierá».
«Cosa?».
«Non sono permessi rapporti sentimentali con il gruppo».
Kyung-Mi, ancora una volta, cercó di non avere una reazione esagerata.
«Io non ho alcuna relazione con Jungkook, siamo solamente amici di lavoro, se cosí si puó definire» si affrettò a correggere lei.
«Il fatto che siate venuti a lavoro insieme lascia intendere tutt'altro».
Kang So scrutava la figura di lei da capo a piedi, notando tutta la sua angoscia.
«So che stai dicendo la veritá, ma non vorrei mai che il capo fraintendesse» disse il ragazzo.
«D'accordo, faró attenzione».
Kyung-Mi salutó con un inchino Kang So, il quale fece per andarsene. Se non fosse stato per l'istinto.
«Un'altra cosa». Kang So ritornò di fronte alla scrivania della giovane, quest'ultima lo guardó confusa. «Sai che giorno é oggi?».
«C'é qualche ricorrenza speciale?».
«Dipende dai punti di vista».
Kyung-Mi osservò la data sul suo cellulare.
«Quattordici febbraio. É il tuo compleanno?».
«Certo che no, compio gli anni a dicembre».
«Allora non-».
«Sveglia! É San Valentino» la interruppe. «La festa degli innamorati».
«Ah» rispose lei. «E con ció?».
Kang So prese aria nei polmoni, assumendo un aria di superioritá e sicurezza.
«Ti va di uscire con me?».–––
Scusate per l'attesa, wattpad mi sta dando un sacco di problemi (per questo il capitolo é anche corto).
Prometto di fare il possibile per risolvere, vedró se domani saró costretta a riscrivere la prossima parte per almeno venti volte.Grazie per il supporto, come sempre.
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Pellicola » |J.Jk.|
FanfictionI Bangtan Sonyeondan stanno raggiungendo l'apice della fama dopo tanta fatica ed anni di duro lavoro. I sette ragazzi sono determinati a continuare la loro carriera al massimo, ma cosa succederà quando, dall'altra parte di una macchina fotografica...