«Yoongi-hyung, offri qualcosa anche alla fotografa Park» disse Jungkook, integrandosi nel gruppo che si era creato attorno al tavolo del buffet.
«No, no, devo andare a-».
«Allora? Come sono venute le foto?» domandò Jin, porgendole un piccolo panino al formaggio.
«Uhm... molto bene» rispose lei.
«Ho visto quelle che ha fatto a me, è davvero molto brava».
«Grazie, ma ora devo seriam-».
«Perchè più tardi non ti aggiungi allo staff e vieni a pranzare con noi?» le domandò Hoseok, come se fosse la cosa più naturale del mondo.
«E-eh?».
«Giá, il tuo studio è a Seoul, non ci va di farti fare altre due ore di macchina solo per un pasto» aggiunse Taehyung, sorridendo. «Dai, vieni con noi».
«A-avrei mangiato in un ristorante, non ce n'è bisogno».
«Da sola? Neanche per scherzo. Le offrirò io il pranzo, fotografa Park» disse il leader, Namjoon.
«Yah! Non mi dare del lei! E poi, non mi va di farmi pagare il pranzo dai Bangtan, non me lo perdonerei mai!» esclamò Kyung-Mi, sorprendendo persino lo staff che sistemava il set fotografico.
«Perchè? Quanti anni hai?» le chiese Jungkook, incuriosito.
«Sono nata nel novantasette, proprio come te» rispose, facendogli un sorriso beffardo.
«Che diamine?!».
«Quindi hai vent'anni come il nostro Jungkook-ssi?» domandò Jimin, mettendo una mano sulla spalla del minore.
Kyung-Mi annuì, sorprendendo ancora una volta i sette ragazzi davanti a lei.
«Woah! Pensavo fossi una nostra Noona» commentò poi Yoongi.
«Sembro così vecchia?».
«No, è solo che... pensavo fossi più grande almeno di Namjoon».
Kyung-Mi rimase in silenzio, sorridendogli semplicemente. Solo pochi secondi dopo si rese conto di aver tenuto un intera conversazione con i Bangtan senza essersi inceppata o addirittura svenuta.
«Ritornando a prima: accetti?».
«Mh?».
«Bene, vieni a mangiare con noi».
I ragazzi annunciarono allo staff dell'ora di pranzo, così misero tutta l'attrezzatura all'interno del furgoncino e partirono a piedi verso il più vicino ristorante. Per fortuna, ne trovarono uno con la vista sulla spiaggia e, soprattutto, appartato. I ragazzi si presero un tavolo tutto per loro, mentre lo staff e Kyung-Mi si sedettero poco più vicino.
«Come ti sei trovata oggi?» le chiese Shin, la stessa ragazza con cui parlò quella mattina.
«Molto bene, grazie» rispose.
«Ho notato che hai fatto amicizia con i ragazzi» aggiunse poi, indicando il gruppetto di amici dietro di lei.
«No no, gli ho solamente parlato».
«Stai tranquilla, è normale che facciano così. Cercano sempre di creare un buon feeling tra di loro e lo staff, è una caratteristica che pochi conoscono» rispose sorridente.
«Oh... ho visto».***
«Namjoon-hyung, passami l'acqua».
I ragazzi stavano aspettando il pranzo seduti attorno al loro tavolo e, intanto, parlando del servizio di quella mattina.
«Ragazzi» li richiamò Jimin. Si guardò intorno, per poi avvicinarsi al centro del tavolo per cercare di non farsi sentire dagli altri. «Kyung-Mi non è coreana, vero?».
Jin esclamò, applaudendo ironicamente al minore. «Hai davvero buon occhio, Jimin».
«Yah! Smettila!» sibilò. «Ma se non è coreana, da dove viene?».
«E che ne so, mica sono andato da lei e le ho detto "ehy, tu non sembri coreana, sei per caso straniera?"» ribattè Yoongi, bevendo un sorso d'acqua.
«Potresti chiederglielo tu, Jimin» suggerì Taehyung.
«Risulterei maleducato».
«Bhè, prima o poi dovremmo scoprirlo» disse Hoseok.
«Ha persino un cognome coreano, magari il padre è nato qui» aggiunse Jungkook, giocherellando con le bacchette di metallo.
«Facciamo una scommessa» disse all'improvviso Hoseok, attirando l'attenzione di tutti e sei. «Chi riesce a scoprire per primo da dove viene la fotografa, vince una cena dal resto dei membri».
«Stiamo facendo una scommessa su una persona» esordì Jin, ridacchiando.
«Ci sta, mica ti sto chiedendo di portarla a letto».
«YAH! HOSEOK!».***
Le urla e le risate dei ragazzi fecero incuriosire più volte lo staff, che si girò verso il loro tavolo per controllare che tutto andasse bene.
«Aigoo, sono proprio dei bambini» commentò Shin, scuotendo la testa.
«Fanno sempre così?» le chiese Kyung-Mi.
«Lavoro con loro da due anni e, da quel che ho visto, sì» rispose.
«A proposito, che lavoro fai?».
«Mi occupo del trucco dei ragazzi. Mi hanno assunto appunto due anni fa, ti ricordi quando usavano ancora l'eyeliner sugli occhi?».
«Ovviamente».
«Non hai idea di quanto io abbia speso nel comprare tubetti di trucco» disse lei, ridendo.
Intanto, il cameriere prese le ordinazioni anche allo staff, per poi ritornarsene in cucina.
«Vado a lavarmi le mani» disse Kyung-Mi agli altri, che annuirono semplicemente. Lei si alzò, dirigendosi verso la porta del bagno di quel piccolo ristorante.
Appena entrata, notò che i lavandini erano in comune, mentre le cabine erano ben separate tra uomini e donne. Non ci fece molto caso, infatti si affrettò a mettersi il sapone liquido nelle mani.
«Ehy», Jungkook era appena entrato nel bagno, tirandosi sù le maniche della sua felpa bianca.
«Ciao» gli rispose la ragazza, arrossendo. Per lei il fatto di avergli rivolto la parola era qualcosa di stranissimo, mai si sarebbe aspettata di parlare con il vero Jeon Jungkook, ragazzo che riteneva il più perfetto sulla faccia della terra.
«Sembri stanca» disse poi lui, osservando il profilo di Kyung-Mi.
Anche Jungkook doveva ammettere che la fotografa era davvero molto carina. Aveva visto parecchie persone straniere, ma mai gli era capitato di incontrare una ragazza così giovane e che sapesse parlare la sua lingua.
«No, è solo che mi sono svegliata presto questa mattina, come tutti voi» rispose lei, cercando di sembrare il più tranquilla possibile.
«Capisco» tagliò corto lui. «Comunque, grazie per le foto di oggi, mi sono piaciute tanto».
«Grazie a te, Jungkook».
Il moro chiuse l'acqua del rubinetto, per poi dirigersi verso il contenitore dei fazzoletti per asciugarsi le mani.
«Senti una cosa» cominciò. «Come fai a conoscerci così bene?».
«Cosa?».
«Intendo, sai perfettamente i nostri nomi e la nostra etá, suppongo, perciò mi viene da pensare che tu sia... una nostra fan, ecco».
Il viso di Jungkook si fece più rosso, e Kyung-Mi notò subito il suo fare così timido di fronte a lei. Lo trovò tremendamente carino.
«Uhm... sì, è esatto» rispose. «Da piccola ero una vostra grandissima sostenitrice».
«Davvero?».
«Giá, avevo la camera tappezzata di vostri poster e disegni fatti da me. Adesso li ho posati tutti in soffitta, ma penso che i miei genitori non li abbiamo buttati».
Jungkook ridacchiò al suo racconto, ed era anche grato a lei. Lo era con tutte le fan, ma Kyung-Mi aveva qualcosa di particolare che le altre non avevano.
«È strano sai?» disse poi lui, abbassando lo sguardo.
«Cosa è strano?».
«Il tuo comportamento. Di solito gli Army pagherebbero con il sangue pur di vederci, eppure tu hai potuto passare un intera mattinata con noi e non ti sei messa a piangere per l'emozione».
Kyung-Mi rise a quella sua affermazione. Bhè, l'avrebbe di sicuro fatto se non fosse stato per il suo lavoro.
«Ehi, sono comunque la vostra fotografa, non avrei potuto iniziare a saltellare di qua e di lá senza contegno».
«Giá». Jungkook si unì alla sua risata, per poi uscire con lei dal bagno.
«Ah, aspetta» disse lui. «Posso farti un ultima domanda?».
«Certo».
«Da dove vieni?».
Kyung-Mi gli sorrise, non aspettandosi quella domanda da una persona come lui.
«Sono italiana».
«Oh! Forte!» esclamò. «Grazie mille, ora ti lascio mangiare tranquilla».
Kyung-Mi si diresse di nuovo verso il suo tavolo, mentre Jungkook si sedette sulla sua sedia con un espressione che la sapeva lunga.
«Uh, Jungkook-ssi~. Come mai quella faccia?» gli domandò Taehyung, dando una gomitata al minore.
«Kyung-Mi è italiana» rispose.
Il resto dei membri scoppiò in un applauso incontrollato, mentre, di nuovo, lo staff di voltò preoccupato.
«Dove vuoi cenare, Jungkook-ie?».———
Terzo capitolo uhuhu.La storia a me sta piacendo, quindi penso che continuerò a scriverla in questo modo.
Ragazzi, ripeto, se non vi piace il mio modo di scrivere, semplicemente non leggete questa storia, grazie.
STAI LEGGENDO
Pellicola » |J.Jk.|
FanfictionI Bangtan Sonyeondan stanno raggiungendo l'apice della fama dopo tanta fatica ed anni di duro lavoro. I sette ragazzi sono determinati a continuare la loro carriera al massimo, ma cosa succederà quando, dall'altra parte di una macchina fotografica...