Mi sveglio in una stanza bianca, ammanettata ad un lettino, e con delle flebo attaccate ai polsi. Noto con stupore e con piacere che tutte le ferite che avevo sono state medicate. Provo ad alzarmi ma mi gira la testa, allora mi sdraio di nuovo su letto e nella stanza entrano gli Avengers armati fino ai denti.
Li guardo un po' perplessa pensando al motivo della loro diffidenza, gli ho appena salvato la vita e la reputazione perché sono ammanettata al letto?
-ciao, io sono Victoria...- voglio fare amicizia, mi serve protezione e vista la loro ostilità nei miei confronti non credo sarà facile.
-o avanti è solo una ragazzina!- non so bene da chi sia venuta quella affermazione, sono ancora un po' stordita per via dei farmaci che mi hanno dato, credo comunque che sia stato Sam
-una ragazzina? Hai visto il tatuaggio?- dice quello che penso sia Steve Rogers.
-Tatuaggio?- non mi sono accorta di avere un tatuaggio, non sospettavo minimamente, ero concentrata sui lividi e non ho fatto attenzione al resto del corpo
-Si mocciosa, hai un TATUAGGIO molto vistoso- gli effetti della medicina stanno svanendo e sono sicura che ad aver parlato sia stato Tony Stark.
-Perchè vi da fastidio il mio tatuaggio?- chiedo abbastanza infastidita, se hanno qualcosa contro il mio tatuaggio, anche se non l'ho ancora visto, se ne facessero una ragione, a me non piacciono i capelli di Thor ma non glielo dico in faccia.
-sai che significato ha?- mi chiede Natasha, avvicinandosi con empatia e sedendosi sul letto. Scuoto la testa perché è la verità
- ho un problema- dico senza pensarci due volte, il tatuaggio e il suo significato mi interessano molto meno della protezione che mi possono offrire gli Avengers e non voglio perdere tempo in inutili discussioni
-forse più di uno- esordisce Steve Rogers abbastanza arrabbiato. Ma chi diavolo si crede di essere, non è che se sei figo puoi fare il prepotente!
-Steve!- dice Natasha con un tono di rimprovero verso l'amico poi mi guarda -hai un problema?- annuisco.
- Due giorni fa mi sono svegliata in un tunnel senza ricordarmi niente. Avevo solo questo biglietto in tasca- sfilo dalla tasca dei pantaloni il biglietto di J.B. e glielo passo.
Si mettono tutti a leggerlo, e mentre lo fanno continuo a raccontare la mia storia sperando di fargli pena e di non doverli costringere con i miei poteri a farmi da guardie del corpo -ho scoperto dei poteri, uno è quello del controllo della mente, grazie al quale sono riuscita a sopravvivere questi giorni e il secondo era quella sorta di raggio di energia che ho scoperto mentre vi salvavo le chiappe- mi guardarono tutti con occhi increduli .
Mi dissero che dovevano discutere, uscirono dalla stanza e, grazie a due nuovi poteri che scoprii per merito loro, super udito e vista termica, origliai tutta la conversazione. Erano abbastanza scettici, spaventati dal mio tatuaggio che da quello che ho capito era il simbolo di un'organizzazione terroristica. Dopo una discussione attiva durata più di mezz'ora entrarono nella stanza e mi dissero che sarei potuta rimanere alla torre per una settimana, in prova, se avessi fatto qualcosa di sospetto mi avrebbero cacciata.
Nel frattempo faccio fatto parte della squadra. Mi aiuteranno a scoprire i miei poteri e cercheranno di farmi ricordare il più possibile del mio passato. Accetto subito l'allettante proposta, mi tolgono le manette e mi fanno vedere la mia stanza. Non ho mai visto niente del genere è più grande della suite dove ho alloggiato stanotte
La stanza è grande con un letto a due piazze; un'armadio con dentro dei vestiti tutti uguali ed il mio zaino e un bagno super tecnologico. Non esito un momento e corro a farmi una doccia. Mentre l'acqua calda scorre sul mio corpo una voce metallica interrompe il magico momento.
-Signora Victoria sono Jarvis, volevo informarla che gli altri la aspettano in sala per mangiare-
-g..grazie Jarvis, digli che sto arrivando-
Parlare con quella voce robotica mi fa sentire un po' stupida, esco di corsa dalla doccia mi lego i capelli ancora bagnati ed indosso un paio di pantaloni della tuta grigi, una maglia bianca, una felpa grigia e delle scarpe bianche.
Corro in sala da pranzo seguendo le indicazioni di Jarvis. Arrivo e mi metto seduta sulla sedia più lontana dagli altri e mangio davvero poco, sono abituata così . Durante la cena gli avengers del più e del meno e anche se cercavano di coinvolgermi nei loro discorsi, cerco sempre di essere invisibile.
Appena tutti finiscono di mangiare mi alzo da tavola ma mentre esco Bruce mi dice che avremo iniziato i test domani mattina, annuii con la testa e corsi in camera a dormire, anche se l'idea dei test non mi esalta
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Everything will be fine
FanfictionVictoria si risveglia dolorante in un tunnel buio senza memoria. L'unica cosa che la lega al suo passato è un foglio che si trova in tasca firmato J.B. che le dice di cercare aiuto. Così si troverà faccia a faccia con gli Avengers che l'aiuteranno o...