21- Principessa

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Dopo mezz'ora di trattative usciamo finalmente dall'ospedale senza sedia ma soltanto con delle stampelle. Camminare è un po' difficile ma non mi piace sembrare debole agli occhi degli altri, cosi, facendo molta attenzione ad ogni passo per evitare di cadere, arriviamo al Jet di Tony che ci riporterà nella mia amata New York.
Tutti gli Avengers sono a bordo ed io salgo per ultima. Quando stanno per chiudere il portellone alle mie spalle sento Bucky urlare
-Aspettate!- mi giro di scatto e lo vedo correre in direzione dell'aereo, faccio qualche passo verso di lui. Appena ci incontriamo lui mi si avvicina, mi accarezza la guancia, ci guardiamo negli occhi per interminabili istanti fino a che lui non rompe il silenzio e mi dice
-Credo che questi siano tuoi- poi mi prende la mano e la mette sulla sua tempia e chiude gli occhi. I ricordi del mio passato mi invadono il corpo. Vengo colpita da piccole fitte alla testa e sento i ricordi circondarmi la mente poi mi stacco dalla presa di Bucky con gli occhi lucidi, gli sorrido e lui ricambia poi lo ringrazio le mie parole vengono ovattate dalle lacrime ma il messaggio arriva, Bucky posa la sua fronte sulla mia e ci guardiamo per l'ultima volta poi mi giro e con l'aiuto delle stampelle salgo sull'aereo.
Le porte si chiudono, l'aereo inizia a decollare ed io mi vado a sedere vicino a Steve.
-Come va?- mi chiede lui con un velo di preoccupazione nella sua voce dovuto molto probabilmente alle lacrime che rigano la mia faccia
-adesso bene- rispondo io mentre l'aereo decolla, mi sto per addormentare quando Tony entra nella cabina dei passeggeri e dice, rivolgendo uno sguardo pungente verso di me.
-Prima che cadiate tutti tra le braccia di Morfeo dobbiamo parlare-
-Di cosa?- chiedo io ripensando all'occhiataccia che mi aveva mandato poco prima Tony.
-Del fatto che siamo una squadra e se ne vuoi fare parte devi almeno avvisarci dei tuoi piani-
-Io l'ho fatto per proteggervi- rispondo io
-Da chi ci dovevi proteggere, siamo gli Avengers sappiamo cavarcela da soli- replica Sam. Guardo Steve negli occhi cercando sostegno, cosa che non trovo, così mi alzo in piedi, cosa che mi costa davvero molta fatica e dico
-Quando sono venuta qui stavo cercando di raccogliere più informazioni possibili sul mio passato,  ho scoperto che mi servono solo degli input. La prima volta che vi ho visti stavate combattendo contro quella specie di Robot mucoso verde al centro di New York e appena vi ho visti ho scritto i vostri nomi su un quaderno per evitare di dimenticare tutto di nuovo. Mentre scrivevo i nomi accanto ho scritto dei codici di getto, all'inizio non capivo cosa fossero però poi sono riuscita a decriptarli con l'aiuto di Steve. Erano un'elenco di pericolosità e di minaccia. Dovevate essere voi le vittime di quest'attacco in Wakanda così ho evitato che mi odiaste ancora di più chiudendovi in posti dai quali sareste potuti tranquillamente uscire ma ci avreste impiegato più tempo.- le mie gambe cedono abbattute da tante fitte così mi rimetto a sedere un po' dolorante
-Mettiamo in chiaro due cose principessa, la prima è che non devi decidere mai più al posto nostro o senza di noi, in qualsiasi occasione e la seconda è che nessuno ti odia più dopo quello che hai fatto oggi, la riunione è finita- dice Tony tornando nella cabina di pilotaggio. Steve sta guardando fuori dal finestrino e il suo sguardo è parecchio intenso, come se stesse pensando a qualcosa di brutto.
-Steve tutto bene?-
-No, non va bene. Niente va bene. Ti averi potuta aiutare contro quelle persone- appena sento questa parola mi si gela il sangue nelle vene, io le avevo sempre chiamate armi per non sentirmi in colpa ma quello che avevo fatto davvero non se lo meritavano -ed invece hai fatto tutto da sola rischiando la vita, perdendo le gambe e condannandoti a mesi di fisioterapia- continua lui con un tono freddo
-Steve mi dispiace davvero ma devi sapere che tutto quello che ho fatto l'ho fatto per te. Tu eri il primo della lista e se fossi morto a causa mia io avrei perso tutto. Ho corso per giorni in distese africane solo pensando a te, eri e sei tu la cosa che mi ha spinta a sopravvivere ed ad andare avanti ogni giorno, il poter rivedere i tuoi occhi era l'unico motivo per cui mangiavo, l'unico motivo che mi ha spinto a correre e l'unico motivo per cui sono sopravvissuta al coma.-  I suoi occhi sono incantati dalle mie parole mentre il mio viso è rigato dalle lacrime. Vorrei sentire quello che pensa ma poi mi ricordo del bracciale che gli ho fatto così evito di autoinfliggermi altro dolore. Lui mi passa un dito sulla faccia per asciugare tutte le lacrime, sorrido e mi appoggio allo schienale per addormentarmi ma lui mi fa cenno di sdraiarmi sulle sue gambe e così faccio. Appena mi sdraio inizia a giocare con i miei capelli e prima che Morfeo mi possa rapire sento Steve avvicinarsi e sussurrarmi all'orecchio
-buona notte principessa-

Everything will be fineDove le storie prendono vita. Scoprilo ora