53- Sorprese

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Mi sentivo felice, circondata dai miei amici, senza pensieri e mostri che provano continuamente a soffocarmi. La festa era diversa dall'ultima, avevamo parlato e scherzato tutto il tempo, rilassandoci e sembrandoci finalmente persone normali. Appena abbiamo finito di festeggiare sono andata di corsa da Bucky che stava pensieroso sul balcone davanti la cucina

-ehi, mi sei mancato- gli dico io tutto d'un fiato abbracciandolo e stingendolo forte a me

-anche tu, mi dispiace per non esserci statto davvero è solo che...- dice lui con un tono di scuse

-è colpa mia, ti avevo promesso che ti avrei detto tutto e non l'ho fatto- lo interrompo io 

-sei importante per me, sei quasi come una sorella, se ti fosse successo qualcosa di brutto io non me lo sarei mai perdonato- risponde Bucky girandosi verso di me e guardandomi negli occhi

-Bucky, non mi lasciare più da sola così tanto tempo. Senza di te non ce l'avrei fatta- gli dico io sprofondando nelle sue braccia e cercando di non piangere

-mai più, lo prometto e mi inchino a lei Destroyer- dice lui sorridendo

-oddio, non mi chiamare così- rispondo io imbarazzata

-perchè? A me non dispiace- io lo fulmino con gli occhi 

-Ma stai scherzando spero, diciamo che non mi si addice forse è un po' troppo-

-davvero e che nome  ti si addice?- mi chiede lui curioso

-non lo so... Avenger più forte?- dico io ridendo

-quello lo ha già preso Thor- risponde lui. La conversazione precedente viene immediatamente archiviata e sostituita da questa più allegra

-cavolo  forse dovrò accontentarmi di Destroyer!- entrambi scoppiamo a ridere -quando torni in Wakanda?- gli chiedo io sperando che dica una data lontana in modo da poterci godere altri momenti come questi più tempo possibile.

-non hai ancora letto il biglietto, meglio conosciuto come il tuo regalo di compleanno?-

-ancora no- rispondo io facendo spallucce e prendendo il biglietto dalla tasca

-non riparto, non torno più in Wakanda, almeno per un po'. Il pensiero di essere così lontano da te e da Steve mentre soffrivate mi ha tormentato, non sopporterei ancora questo dolore. Tony mi ha già preparato una stanza-

-oddio Bucky, questo è bellissimo!- in questo momento sono la persona più felice del mondo gli salto in braccio e ci stringiamo in un abbraccio.

-ora devo andare, sto morendo di sonno- gli dico io stringendolo un' ultima volta e sbadigliando. Poi mi allontano gli dico -ci vediamo domani mattina Bucky!- lui mi saluta con il braccio in vibranio e mi sorride.

Arrivo in camera e trovo Steve appoggiato alla porta

-ehi, che ci fai qui?- gli chiedo curiosa

-volevo vederti- dice lui.

Io mi avvicino a lui ed inizio a baciarlo, improvvisamente non ho più sonno, farmi sentire così apprezzata e cercata da qualcuno mi rende felice e speciale. Inizialmente Steve è sorpreso ma poi ricambia il bacio, fa scendere le mani sui miei fianchi e con un gesto apro la porta della camera Steve mi spinge dentro e chiude con un piede la porta. Cadiamo sul letto senza smettere di baciarci sembre più intensamente, io inizio a sbottonargli la camicia e lui mi sfila la maglietta. Si allontana un attimo e guarda il mio corpo

-che hai fatto qui?- mi chiede indicando le cicatrici che ho sulla spalla

-adesso non importa- dico io riavvicinandomi a lui ed incalzando il ritmo del bacio. Non permetterò ad Ezra ed alle sue azioni di rovinare anche questo momento. Steve capisce e mi sbottona il reggiseno, io gli sfilo i pantaloni mentre lui mi bacia il collo.  Restiamo entrambi immobili per qualche istante mezzi nudi sul letto, incastro i miei occhi violacei in quelli blu di Steve e poi continuiamo a baciarci più intensamente ed appassionatamente. Per il resto solo Dio sa cosa facemmo quella notte.

Everything will be fineDove le storie prendono vita. Scoprilo ora