3. Mario

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"Ma sei seria?"

Non riesco a credere a quello che i miei occhi stanno leggendo in questo preciso istante perché neanche nei miei peggiori incubi si è mai presentato questo scenario.

"Ti sembra la faccia di una che scherza?" Mi dice la mia amica tutta tronfia di questa serata come un pellerossa dello scalpo del suo peggior nemico.

Siamo entrati in un bar che all'apparenza sembrava chiuso ma che in realtà era solo con ingresso privato.

Credevo di trovare uno di quei festini dove girano tanto alcol e magari un po' di droga leggera, giusto per farmi qualche canna per potermi sballare un poco per far sembrare i miei sensi più docili e meno esigenti, ma ovviamente quello a cui parteciperò sta sera non a niente a che fare con quello che mi ero immaginato.

"Questa me la paghi. Mi avevi detto che ci saremmo divertiti!". Le dico sottovoce all'orecchio mentre aspetto al bar il mio Old Fashioned che spero mi faccia sopportare meglio quello che mi toccherà sopportare.

"Mario rilassati. Non è che devi essere per forza sempre tu il protagonista eh!"

"Sei proprio una idiota totale Ama. Se non te ne fossi resa conto sono l'unico uomo in questo posto per cui anche non volendo sarò al centro dell'attenzione".

"Non è colpa mia!"

"Ma sei stata tu a mettere il mio nome in lista". Le dico esasperato mentre lei si gira per non ridermi in faccia.

Prendo il mio whiskey e lo bevo tutto d'un sorso, volendo sentire il fuoco in gola bruciarmi per evitare di dare il meglio di me davanti a tutte queste donne.

Sto decidendo se lasciare Amanda qua da sola quando l'organizzatrice della serata mi si para davanti con in mano una spilla da appendere alla mia camicia firmata e non faccio in tempo a fermarla che lei l'ha già puntata sul mio taschino e la voglia di urlare che sento in questo preciso momento, sta esplodendo dentro di me.

Le metterò in conto anche una camicia nuova tra le cose che mi deve la stronza.

Vengo poi invitato a sedermi nel tavolo accanto alla mia amica, mentre dalla parte opposta prende posto un'altra ragazza. Davanti a noi ancora nessuno.

Approfitto di questo attimo di calma per richiamare l'attenzione della barista che mi ha servito prima e le faccio cenno di prepararmi un altro drink perché sono sicuro mi servirà.

Sono perso a pensare ai fatti miei quando d'improvviso e senza nessun preavviso nelle mie orecchie sento una fastidiosa campanella suonare e subito dopo vedo avanzare un gruppo tra ragazze e signore per poi sedersi davanti ad ogni tavolo occupato. Compreso il mio.

Perché sì. Sono finito ad un cazzo di Blind Date di lesbiche.

E ancora non ci voglio credere.

La tipa davanti a me sgrana gli occhi nella mia direzione dalla sorpresa, per poi affinarli in cerca di qualche tratto femminile che potrei tenere nascosto al mondo ma sembra accantonare subito quell'idea assurda che le è venuta in mente ancora prima di sentire la mia voce.

Quando sento risuonare quel trillo agghiacciante nella stanza si alzano all'unisono un coro di voci. Tutte tranne la mia e quella della mia compagna.

Rilascio un sospiro di arrendevolezza e per non passare tutta la serata in silenzio o a scrutare tutti i difetti che si celano sotto strati di trucco che si poseranno davanti ai miei occhi, scelgo di porre per primo la prima domanda che mi viene in mente. "Allora" comincio mentre cerco una domanda da farle "Cosa cerchi di bello?". Le sorrido usando il mio miglior biglietto da visita, ma quello che mi arriva in risposta, abbatte ogni mia buona intenzione nei suoi confronti.

"Tanto per cominciare la figa".

Boom.

E come inizio serata non è affatto male.




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