18. Claudio

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Quando mi sveglio, il calore che avvolge il mio corpo è qualcosa che non sentivo da un po' di tempo. 

Con Ivan, il mio ex, eravamo arrivati a condividere solo un tetto sopra la testa, lasciando che l'intimità si trasformasse nel classico elefante nella stanza.

Alla fine, esserci lasciati era diventato inevitabile, anche se ancora oggi non capisco come abbia fatto il nostro amore a scemare così facilmente. Forse eravamo troppo uguali, forse perché abbiamo pronunciato troppi sì, anche quando in realtà erano dei no. Forse doveva andare in quel modo e basta, senza ma e senza se.

Ed è proprio perché alla fine tra di noi non c'era niente, che ora mi trovo su questo letto caldo, con il corpo della merdaccia avvinghiato a me che russa sul mio petto.

Chissà se quando si sveglierà negherà tutto, se farà finta di nulla, o se inizierà a scusarsi.

Mi lascio scappare un sospiro rassegnato e subito dopo inizio a passare delicatamente la mano tra i suoi capelli, stando attento a non svegliarlo. Non voglio che sappia, non voglio che mi derida per questi gesti che mi fanno stare bene, ma che molto probabilmente lui non apprezzerebbe.

Perché come un coglione patentato, ieri ho fatto il mio salto. Sapendo benissimo che sotto ai miei piedi avrei trovato solo il vuoto. E adesso che la mattina inizia a farsi avanti, devo ancora trovare un solo motivo per pentirmi di quello che è successo. 

Poter sentire la sua pelle rispondere ad ogni mio tocco, assaggiare il suo sapore, farlo mio e perdermi nel suo piacere è stato così travolgente che adesso, a mente lucida, so per certo che se me lo richiedesse, rifarei tutto ancora e ancora.

Perché anche se è tutto sbagliato, salterei nuovamente gettandomi nell'ignoto, se potessi avere anche solo metà di quello che ho avuto questa notte.

Il suo respiro è ancora pesante quando sposta verso di me la sua gamba ancora nuda e mi dico che è solo per questo motivo che gli poso un bacio a fior di labbra sulla fronte, soffermandomi un momento in più del dovuto ad annusare quel suo odore, che dopo una notte passata assieme è un mix che sa di lui e di sesso. Sesso fatto con me. Solo semplice sesso.

Ma che sesso cazzo.

Sesso sfrenato, grandioso, senza limiti, sublime.

Quel tipo di sesso che riesci a fare solo con un'amante, con chi non conosci, o con chi conosci troppo. Perché solo in questi casi riesci a lascarti andare al cento per cento, senza paura, senza oppressione e senza aver timore di essere giudicato.

E quello che ora la mia mente si chiede, è con chi dei tre ho scopato questa notte.

Perché deve essere tutto così difficile? Perché non posso semplicemente godermi quello che viene senza dover mettere in mezzo anche il cuore? Perché ogni volta devo complicarmi la vita?

Tolgo la mano dai suoi capelli e la lascio cadere sul suo cuscino freddo lasciato vuoto mentre sposto lo sguardo fuori dalla finestra, ad ammirare il sole che questa notte ci ha illuminato, andando a nascondersi solo il tempo di farci riposare due ore. 

Ho ancora lo sguardo rivolto verso il cielo quando sento che sta per svegliarsi. 

E non so cosa aspettarmi.

Ed è quando il suo pollice inizia ad accarezzarmi il fianco, che mi rendo conto che questa è una di quelle cose che non avevo previsto.

"Buongiorno!" mi saluta con la voce impastata dal sonno e gli occhi ancora chiusi. 

"Ben svegliato!" gli dico mentre lo osservo sbadigliare sul mio corpo.

"Dimmi che è presto e che posso dormire ancora" mi chiede mentre apre gli occhi e li volta verso i miei.

Avete presente quei cannoni giocattolo che quando spari lanciano caramelle per tutta la stanza? Oppure immaginatevi un piccolo draghetto che prende tra le sue mani una cornamusa e inizia a suonarla. Ecco, in entrambi i casi, quello che uscirà al posto delle caramelle e delle note, saranno dei piccoli cuori rossi di varie misure, sicuramente delicati, che si disperderanno nell'aria pronti a diventare sogni irraggiungibili.

E il mio cuore, è appena diventato uno di quei cuori che vagano in cerca di qualcuno che lo afferri.

"Dormire? A dir la verità credo che siamo in ritardo!"

Sbuffa e il suo fiato caldo risveglia nel mio corpo dei lunghi brividi.

"E allora dato che siamo in ritardo tanto vale far le cose in grande stile". E subito dopo inizia a baciare il mio petto, centimetro dopo centimetro, come ha fatto più volte questa notte.

"Non sei ancora sazio?" gli chiedo mentre inarco la schiena verso la sua bocca.

"Oh tesoro! Ho appena iniziato!". E continua a scendere, lambendo e bagnando con la sua saliva ogni porzione di pelle, come se volesse lasciare una scia per ritrovare la strada del ritorno, come a volersi ricordare il suo posto, la sua posizione.

Solo sesso.

E come se lo ricorda lui, lo devo fare soprattutto io.

"Non possiamo!" Cerco di fermarlo senza troppo convinzione visto che ora una mia mano è appoggiata sulla sua testa che lo spinge più in giù.

 "Non vuoi?"

"Certo che lo voglio!"

"E allora stai buono e lasciami fare".

Ed è così che chiudo gli occhi e lo lascio fare. Ancora.



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