50. Claudio

1.6K 194 64
                                    

Il volo sembra in orario e per la prima volta in vita mia continuo a guardare il tabellone nella speranza che ci sia un'improvvisa cancellazione o un ritardo. Come se questo potesse cambiar qualcosa nella mia vita.

Idiota.

Stringo il biglietto tra le dita e ripenso a tutto quello che questa città mi ha regalato. E sembra incredibile ritrovarmi a pensare che mi abbia dato più lei della mia città natale. E' come se da quando sono atterrato qui la prima volta, la mia vita fosse ripartita in quinta, tenendosi a larga distanza dalla prima. Niente è stato come me lo immaginavo, a cominciare dal lavoro stesso. Mai avrei creduto che organizzare per lo più matrimoni e nascite mi avrebbe riempito di gioia. E mai avrei creduto di riuscire a lavorare nonostante questo freddo cane!

Se poi ammettiamo che qui lascio il mio cuore all'unico ragazzo che sia stato in grado di rubarmelo, la cosa si fa ancora più surreale.

Ero venuto per staccare, per aumentare il mio bagaglio culturale e perché non avevo niente da perdere, e ora mi ritrovo a partire lasciando qui la vita che avevo sempre sognato.

Mai avrei immaginato che potesse accadere, ma è successo e ora devo accettare anche le conseguenze di tutto ciò.

Riguardo il tabellone. Ancora nessun cambiamento.

Sospiro. Cosa pensavo?

Mi alzo, prendo la valigia e mi metto in coda per effettuare il primo check in.

Sto ascoltando la conversazione dei due ragazzi dietro di me quando sento la sua voce chiamarmi.

Mi guardo in giro, ma non lo vedo e mi ritrovo a pensare che la mia mente mi stia prendendo per il culo. Ma poi un altro Claudio chiamato a voce più alta. Faccio due passi di lato e mi guardo meglio attorno e non appena lo vedo, sfatto e col fiatone, mi vien quasi da ridere, se non fosse che poi la mia testa mi ricordi che è stato lui a troncare la nostra storia.

Lo guardo senza dire niente. Aspetto.

"Hei!" mi dice cercando di riprendere fiato.

"Hei!" lo saluto a mia volta.

"Stai partendo".

E non è una domanda. Sa benissimo cosa sta accadendo.

"Già". Quante volte ho ripetuto questa parola in questo ultimo periodo?

"Mancano ancora quattro mesi".

Vorrei dirgli che lo so, ma che è meglio per entrambi se vado via prima, ma alla fine scelgo di alzare le spalle, senza dire nulla.

"Perché?"

"Non avevo più un motivo per rimanere".

"Avevi ancora un lavoro". Mi dice.

Abbasso lo sguardo, mi guardo i piedi e scuoto la testa.

"Non è così?" mi chiede ancora.

"Certo!" gli dico "Ma Georgina si è ripresa e ho parlato a lungo con lei".

Sembra sorpreso. A quanto pare nessuno lo aveva avvisato di questo.

Mi guarda.

Lo vedo che vorrebbe urlare, vedo la sua frustrazione farsi strada nei suoi gesti, ma non dice quello che vorrebbe perché dice solo "Resta".

"Per chi?" gli chiedo.

E nei suoi occhi vedo la lotta tra il suo cuore e la sua testa. E sapere che vincerà la testa, mi fa solamente stare peggio.

Ma quando parla, rimango spiazzato.

"Per me".

Lo guardo. Indeciso se credergli o meno.

Drops of usDove le storie prendono vita. Scoprilo ora