29. Mario

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"Non puoi rientrare dopo due settimane e dirmi solo un Bene" mi urla dietro Amanda dalla cucina mentre sto entrando nella mia camera dopo essere rientrato da soli dieci secondi.

"Cristo Ama! Sono appena arrivato! Cosa vuoi che ti dica?" gli urlo a mia volta esasperato.

"Dettagli cazzo. Voglio sapere tutto, perché penso che questa sia la prima volta a cui non assisto ad una tua performance, dato che hai pensato bene di andare a scopartelo al freddo al posto di tornare a casa!"

La guardo. E dopo vent'anni non dovrei più stupirmi di niente ma capita ancora che riesca a lasciarmi stupito e senza parole, per pochi istanti!

"Io torno dopo due settimane, con un matrimonio impossibile e l'unica cosa che ti interessa è sapere come scopa?" gli chiedo cercando di farla sentire in colpa ma a quanto pare non funziona.

"Taaac. Quindi ha fatto centro! Ha messo la palla in buca!"

"Ma cosa ti sei scolata prima del mio arrivo?" le chiedo sentendola usare frasi da bar.

Appoggio la valigia sul letto, la apro e inizio a svuotarla. Sono stanco morto, ho un sonno che credo non riuscirò a recuperare almeno fino al prossimo weekend dato che ho trascurato un matrimonio imminente per stare via con lui e ho solo una gran voglia di bere qualcosa di caldo. Ma Amanda cosa fa? Si siede sul letto a gambe incrociate. E io so benissimo che fino a quando non le racconterò qualcosa non alzerà quel suo culo dal mio cuscino. Quindi, sconfitto, vado a sedermi accanto a lei, non prima di aver tirato fuori un sacchetto di caramelle gommose dal mio comodino.

"Oh puttana merda! Artiglieria pesantissima. Vado a prendere l'alcool!". La vedo sparire dalla mia camera, la sento aprire il mobiletto dove teniamo gli alcolici e poi avverto i suoi passi farsi più frettolosi per ritornare sul letto al mio fianco.

"Bevi" mi ordina e io non faccio altro che eseguire.

"Abbiamo scopato!" le confesso.

"Ma va! Non lo avrei mai detto dalla tua faccia e dal tuo modo di camminare!"

La odio.

"E' successo tutto così spontaneamente che sembrano passati anni e non dieci giorni!" ed è proprio questo quello che penso, perché mi sembra di conoscerlo da una vita e dopo tutto quello che abbiamo condiviso, se mi lascio andare, mi sento come se ci fosse stato sempre e solo lui. "Prima era bisogno, quella furia cieca che ti prende mentre sei preda della passione. Poi gli ho proposto di partire ed è come se per ogni chilometro che percorrevamo, aggiungevamo una piastrella davanti a noi. Costruivamo una strada solida senza rendercene conto verso un futuro..." mi perdo tra i miei pensieri.

"Ehi! Stai bene?" mi sento chiedere dopo un po' che non parlo.

"Ama, io non posso".

La vedo prendere la bottiglia di whisky e berne un sorso prima di rispondermi.

"Claudio non è il tuo ex. Non hanno niente in comune. E tu non puoi restare fermo e farti sfuggire questo amore".

"Non è amore" la correggo subito.

"Non è amore...ok. Allora cos'è?"

Non è amore. Non potrà mai essere quello.

"E' solo sesso. E' solo una cosa così" le dico cercando di convincere entrambi.

Mi ripassa la bottiglia e quando vede che non la prendo me la batte sul petto con insistenza.

"Non voglio bere" le dico mentre mi riempio la bocca di vermi colorati.

"Devi bere per la cazzata che hai detto".

"Non ho detto cazzate!" le dico con la bocca piena mentre mi volto verso di lei, ma non appena incrocio i suoi occhi e la vedo alzare le sopracciglia, mando giù le caramelle e le accompagno con l'alcol.

"Merda" dico.

"Puoi dirlo forte!"

"MERDA!"

E ridiamo. Assieme. Come sappiamo fare solo noi due.

"Ora lasciamo perdere le cose di poco valore e passiamo alle cose importanti!" la sento dire mentre cerca di ritornare seria.

"Non ti dirò niente!" ma lei sembra non sentirmi perché continua il suo monologo imperterrita.

"Ha addominali scolpiti dai quali si riesce a bere? E quelle braccia che ho solo potuto accarezzare sono sul serio forti come sembrano?..."

"Ama smettila" le dico mentre riprendo a ridere.

"...se non fossi lesbica perderei la testa sulle sue spalle, per non parlare del suo culo! L'hai visto come viene fasciato bene da certi pantaloni?" mi dice mentre si volta a guardarmi "Che scema! Ovvio che tu l'abbia visto! E dimmi, è meglio senza pantaloni?" e dopo questa inizia a farmi il solletico, mandando all'aria i miei vermi mentre si catapulta sopra di me senza preavviso!

"No. Ti prego. Basta!" le dico, ma lei sembra non sentirmi e continua senza lasciarmi via di scampo.

Ridiamo fino a non avere più fiato e solo quando ci ritroviamo stesi abbracciati uno all'altra, lei mi dice "Neanche io e te funzionavamo all'inizio..."

"E' diverso..."

"Perché non siamo mai andati a letto assieme?"

"Non per quello" le dico mentre le scosto un ciuffo ribelle dal viso.

"E allora per cosa?"

"Perché sei come una sorella per me".

La sento stringermi un po' più forte, dopo di che fa leva su un braccio e si alza a guardarmi dritta negli occhi.

"Non fare cazzate Mario"

Sospiro.

"Dico sul serio. Non mandare a puttane questa favola!"

"Adesso è addirittura una favola?"

"Si e non mi frega un cazzo se sono superficiale e infantile ma io so per certo che lui è il tuo principe" mi dice seria.

"Magari ti sbagli ed è solo uno stregone cattivo!" le rispondo alzando gli occhi al soffitto.

"Credo e penso che sarai d'accordo con me, che nella fiaba che è la tua vita, tu abbia già incontrato il cattivo della situazione e ora manca solo l'arrivo di colui che ti salverà".

La guardo in quegli occhi color del caramello che ora sono diventati più chiari grazie al velo di lacrima che si è fermato lì anziché scendere lungo il viso.

"Hiutale, non piangere per me, non valgo le tue lacrime".

"Non piango per te, piango per lui e per il guaio in cui si è cacciato, coglione".

E come posso smentire questa sua affermazione quando nemmeno io so dove tutto questo casino mi condurrà?


*****

(Hiutale: Fiocco di neve)

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