23. Mario

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Era ovvio che nessuno dei presenti si sarebbe preoccupato di uno straniero in compagnia di un finlandese originario. Perché uno del posto sa sempre come comportarsi in queste situazioni. Peccato che io sia nato e cresciuto nella civiltà, e quindi questo non sia all'ordine del mio giorno.

Ma non mi faccio prendere dal panico e faccio quello che so fare meglio, cioè dire ad un ragazzo di spogliarsi!

E so che può sembrare stupido e che la situazione non ha niente di romantico, ma di portarlo in ospedale e magari di interrompere il nostro viaggio non se ne parla.

Rischioso? Da egoisti?

Sì e sì.

Ma me ne frego.

Lo prendo tra le mie braccia subito dopo che si è tolto l'impermeabile e il primo strato di vestiti.

E giuro che non ho mai visto nessuna persona affrontare un estate con così tanti strati di indumenti addosso.

E la cosa che mi lascia stupito è che è riuscito a bagnarli tutti!

"Ci sei?" gli chiedo non appena lo sento iniziare a battere i denti.

E tra una battuta e l'altra riesce a pronunciare un sì tremante.

Faccio una corsa alla macchina e la accendo con il riscaldamento al massimo, poi torno subito a recuperare Claudio.

"Forza, seguimi!"

"Non credo di riuscire a muovermi".

Lo guardo e Cristo non riuscirei mai a prenderlo in spalla.

"Non hai alternative perché l'unica cosa che potrei fare, è farti rotolare fino alla macchina e non credo ti convenga!"

Controvoglia e con smorfie di dolore sul volto, muove un primo passo e poi un secondo. Con lentezza. Ma con un mio braccio a sostenerlo attorno alla vita, si fa più forte e finalmente riusciamo ad arrivare alla macchina.

Lo carico disteso nei sedili posteriori e questo scenario assomiglia tanto ad uno di quei film in cui si vuole tenere l'amante nascosto.

Corro oltre il limite di velocità, sapendo con assoluta certezza che mi arriverà la multa a casa da pagare, ma vorrei portarlo al caldo il prima possibile. E anche se so per certo che non rischia di morire, ma al massimo una mega influenza, sfreccio veloce lungo la strada deserta e non appena vedo il villaggio di Santa Claus, mi sento più sollevato.

Parcheggio l'auto davanti il cottage, apro la mia portiera e poi volo ad aprire la sua.

Lo faccio scendere e poi assieme saliamo i gradini pronti ad entrare nella stanza.

Lo lascio in piedi accanto alla porta d'entrata mentre io entro in bagno ad aprire l'acqua calda, pronto a far ribollire tutta la stanza.

Quando mi volto per uscire, lo trovo che avanza verso di me, allora gli vado incontro, finisco di spogliarlo e poi lo accompagno dentro il box, sotto il getto.

Subito dopo mi spoglio anche io e lo raggiungo dentro al vapore che si è creato attorno a lui.

Lo abbraccio. Lo prendo proprio tra le mie braccia, cercando di riscaldarlo come solo il contatto umano sa fare.

Lo abbraccio perché, nonostante tutto, questo insolente mi piace.

Lo abbraccio più forte che posso e mentre lo faccio mi maledico per quello che sto provando.

"Mi spezzi se stringi ancora un po'!" lo sento dire al mio orecchio.

"Scusa. Non pensavo fossi così fragile" gli dico io.

"Inventane un'altra cocco!"

"Cocco? Il frutto?"

Non mi risponde ma vedo la sua testa ciondolare in segno di diniego mentre sul viso torna ad affacciarsi un sorriso, segno che inizia a stare meglio.

Strofino il mio naso sul suo petto mentre l'acqua continua a scorrere calda tra di noi, e le sue mani mi circondano le spalle.

"Non mi stancherei mai del tuo corpo" mi dice lui. E quanto vorrei credere in queste parole dettate dall'impeto del momento.

Sospiro sul suo corpo, godendomi solo il momento per quello che è.

"Anche tu hai un corpo che non è niente male!" gli dico.

"Hai appena avuto il coraggio di definire il mio corpo niente male?"

"Beh, non è perfetto e fino a poco fa eri moribondo!" lo provoco.

Al posto di rispondermi mi prende e mi sbatte con la schiena contro il vetro e subito dopo assale la mia bocca.

La sua lingua calda si insinua tra le mie labbra alla ricerca del mio sapore e non c'è niente che mi impedisca di fare lo stesso. Ci tocchiamo, ci accarezziamo e ci lasciamo travolgere dalla passione che di volta in volta si fa sempre più prepotente tra di noi.

I suoi baci scendono lungo il mio collo e leggeri si posano sulla mia pelle bagnata. Mi godo ogni singolo respiro caldo sul mio corpo, ogni carezza che decide di regalarmi e ogni ansimo che gli suscito.

Mi godo ogni attimo di lui, di noi.

Chiudo in una scatola tutto quello che provo e poi la sigillo, pronto ad aprila solo quando sarà strettamente necessario.

Lascio a lui il comando di questo nostro gioco e mi godo ogni istante.

"Adesso ti faccio vedere il mio niente male! Vediamo se poi cambi idea". Mi dice tra un bacio e l'altro.

E subito dopo mi prende per le cosce e mi alza facendomi finire tra le sue braccia.

Appoggiato alla parete e ancorato con le gambe e le braccia al suo corpo, mi lascio andare alla lussuria.

"Immagino tu non abbia più freddo" gli dico tra i sospiri.

"Tu che dici?" mi risponde e subito dopo sento il suo cazzo iniziare a fare pressione sul mio corpo.

"Direi di no!"

Sorrido e poi mi lascio sbattere da lui contro il vetro del box doccia e tra una spinta e l'altra, spero che regga entrambi!


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