Sto passeggiando per le vie della capitale, sono passati sei giorni da quando l'ho visto l'ultima volta. Ha deciso di passare il Natale con la sua famiglia e quindi è tornato nella sua città in Italia. Io sono rimasto ovviamente qui, a lavorare e a pensarlo.
Mi sono ritrovato per la prima volta a provare cosa sia la lontananza, il doversi sentire solo ed esclusivamente per telefono, senza avere la possibilità di vedersi quando se ne ha voglia.
Non è facile cercare di cambiare, non è facile rivoltare sotto sopra tutto quello che conosco per mettere in tavola nuove carte con nuove idee, ma ce la sto mettendo tutta. E tutto sommato non sembra andare male.
Abbiamo addobbato l'albero nel suo appartamento prima che lui partisse, non aveva nulla, per cui abbiamo dovuto acquistare tutto. E' stato strano, ma allo stesso tempo bello. Non avevo mai condiviso con nessuno questi momenti, questa non intimità che però si è rivelata molto più delicata dell'atto stesso. Starsene là, a passargli palline e a sistemare luci, con le canzoni natalizie a farci da colonna sonora, mentre ci scambiavamo bacetti a suon di musica, è stato quasi terapeutico. Sono stato bene nel non fare nulla.
Da quando mi ha aperto nuovamente la porta di casa, il tempo sembra correre più in fretta, come se avesse premura di andare avanti, di arrivare ad una destinazione di cui ancora non conosco la meta.
E se lui corre, io sembro correre con lui.
Non mi perdo, non tentenno e non mi freno. Lascio semplicemente che tutto ciò che deve accadere, accada.
Respiro a pieni polmoni e mi godo ogni attimo che mi viene dato.
Mentre cammino passo davanti a una agenzia di viaggi e una locandina attira la mia attenzione.
Mi fermo ad osservarla, conoscendo già tutto quello che c'è scritto.
Rimango a fissarla mentre nella mia testa si formano mille domande, ma le ignoro tutte perché nessuna di esse mi impedirà di entrare in agenzia.
Quando esco con in tasca i due biglietti, l'aria sembra portare con sé il tipico odore della neve, come se volesse preannunciarmi il suo arrivo. Come se con lei portasse novità.
Sorrido e non so nemmeno io il perché.
O forse non voglio attribuire la mia gioia al suo arrivo di domani.
Quando arrivo in aeroporto, sul tabellone leggo che c'è stato un ritardo per cui anziché aspettarlo nella zona arrivi, vado a sedermi in una saletta adibita per le attese.
Rimango lì seduto senza sapere bene cosa fare. Prendo in mano il cellulare, lo sblocco e fisso lo schermo, indeciso. Nella mia precedente relazione non avevo il permesso di invadere la privacy di Mathi. Ad essere sincero però ci avevo provato, ma tutti i suoi profili erano chiusi e se avessi provato a fare richiesta, molto probabilmente mi avrebbe punito con uno dei suoi metodi. Ma Claudio non mi ha mai posto limiti al riguardo e nemmeno mi ha mai messo in guardia dal farlo, per cui entro nel social che so usare di più e osservo quello che avevo sempre evitato. Guardo il suo profilo e mi soffermo nella galleria delle sue foto. E' così bello che a volte mi chiedo cosa possa trovaci in me. Salto le foto iniziali di paesaggi e scorro una dopo l'altra le altre immagini fino a quando non lo vedo abbracciato ad un altro ragazzo. Senza ombra di dubbio deve essere il suo ex. Lo guardo, ingrandisco la foto per osservarne i dettagli e quello che i miei occhi vedono non mi piace affatto. Sembrano affiatati, ma sopratutto felici. Come può quindi essere svanito tutto nel nulla?
Torno indietro e salgo alle ultime foto postate. Sono per lo più di paesaggi e alcune ricordo che le ha scattate mentre era con me.
Ne apro una solo per vedere quanti like è riuscito a fare, ma quello che cattura la mia attenzione al posto dei numeri, è invece la caption. "Non c'è melodia più dolce del suono del tuo respiro quando dormi tra le mie braccia". Leggo e rileggo. E' solo una frase. Chiudo e apro un altra foto, "Ogni volta che mi sorridi, una stella si accende", "I tuoi gemiti sono il mio piacere". E ancora e ancora. Tutte le foto che ha postato da quando ci siamo conosciuti, parlano di me, di noi. E non posso credere di essermi perso tutto questo finora.
Le leggo tutte, dal suo primo "Lo odio!", al "Ti porto con me!".
Dimentico, quasi, le foto passate e resto ad ammirare le sue dediche. Il suo affetto nei miei confronti.
E mentre nella mia testa inizia a formarsi il pensiero sul perché non ci sia nemmeno una nostra foto assieme, dato che col suo ex ne ha, l'annunciatrice mi interrompe per annunciare l'arrivo del suo volo, lasciando per il momento in sospeso quel pensiero.
Quando le porte scorrevoli si aprono davanti a me e iniziano ad uscire i primi viaggiatori, il cuore di sua spontanea volontà inizia a battere più forte, facendomi sentire il suo vibrare in tutto il corpo.
Ma è solo quando i miei occhi incrociano i suoi che dentro di me, l'armatura che non sapevo di indossare si rompe, lasciando la mia anima libera di vagare verso di lui, indifesa.
Sono fottuto. E non so più cosa fare.
"Hei!" mi abbraccia lui pieno di calore.
"Ben tornato!" gli parlo all'orecchio mentre lo stringo tra le mie braccia.
"Cristo! Mi ero dimenticato che qua si gela!" mi dice mentre si scosta.
"Neanche fossi stato via sei mesi!"
"Dovresti provare almeno una volta per capire l'effetto che fa questo freddo su di me".
"Credo che questo freddo a me mancherebbe!"
La sua faccia si fa disgustata per poi cambiare quasi all'istante quando pronuncia la frase successiva. "L'unica cosa positiva di questo freddo, sei tu che mi scaldi!" e poi mi fa l'occhiolino, mentre se la ride sotto i baffi.
"Andiamo dai!" gli dico prendendolo per mano. E non so da dove arriva questo mio slancio, ma vado avanti, e prendo tutto.

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Drops of us
RomanceUn wedding planner ed un fiorista, in apparenza incompatibili e in disaccordo su tutto. Riuscirà il tempo a fargli capire che sono fatti l'uno per l'altro?