L'ho guardato dormire. Lo guardo sempre dormire. Mi piace riempirmi gli occhi della sua bellezza e della sua serenità e fare mia, anche se solo per pochi istanti, la sua anima angelica. Mi piace immaginare come sarebbe potuta andare la nostra storia se solo non avessi dietro di me dei ricordi pesanti che mi impediscono di volare via e di appoggiarmi sul suo cuore che ha deciso di aprire per me.
Mi piace pensare che questo viaggio avrebbe un sapore diverso, fatto di risate e di schermaglie amorose piene d'affetto. Di sorrisi spensierati e teneri gesti.
Ma in realtà non è altro che una finzione. Sentimenti bugiardi, scopate senza amore, sorrisi ingannevoli davanti ai suoi occhi. Per poi rubare con gli occhi il suo amore ogni volta che non se ne accorge. Oramai vivo di questo. Mentendo anche a me stesso. Perché i sentimenti hanno già parlato e messo in chiaro le loro ragioni, le scopate seppur rimangono scopate non sono più quelle di una botta e via e i sorrisi che gli rivolgo sanno sempre più di casa dietro tutta l'apparenza che dimostro.
Ma nonostante questo mantengo addosso la mia armatura e sebbene le viti si stiano allentando, tengo ben salda la presa sul mio scudo.
L'unica cosa che al momento mi separa da lui.
Quando lo sveglio, dopo una serie di coccole che non rientrano nel nostro patto, ma che mi danno la forza per arrivare a fine giornata, ci rimettiamo in cammino, pronti per la nostra destinazione finale.
"Pronto?" gli chiedo mentre chiudo la portiera dell'auto in attesa di metterla in moto.
"Ho sonno" mi dice lui mentre appoggia la testa sul finestrino e chiude gli occhi.
E recepisco il messaggio forte e chiaro: non ha nessuna voglia di parlare con me. Ma come potrei dargli torto? Nemmeno io riuscirei a sopportare tutta questa altalena di sentimenti che gli sto facendo provare. Gli do e gli tolgo tutto allo stesso tempo. Senza nemmeno dargli una spiegazione plausibile.
Quindi, quando parto, sono in compagnia solo della radio che suona, perso nei miei tormenti e nei miei ricordi. Incapace di riuscire a sbloccarmi quel tanto che basta per superarli ed andare oltre. Perché la paura di ricadere nel buio è più tenace del desiderio di provare a spiegare le ali per un'altra volta. Ed è per questo che non dico niente, perché se solo provassi a parlargli lui potrebbe riuscire a spingermi dove io non ho intenzione d'andare.
Solo quando varchiamo il confine si gira e mi guarda.
"Norvegia?" sento uscire dalle sue labbra.
In risposta alzo solo le spalle, convinto che non voglia sentirmi parlare.
"Sei arrabbiato con me?" mi chiede invece.
"Come potrei esserlo? Semmai è il contrario" gli dico amareggiato.
Sospira e mi viene da pensare a quanti sospiri ci sono stati tra di noi.
"Non sono arrabbiato, è solo che non capisco".
"Non possiamo solo viverlo per quello che è?"
"Ma è questo il punto: cos'è?" mi chiede allora.
Ed è il mio turno ora di sospirare, di alzare gli occhi e di cercare una via di fuga.
"Onestamente? Non lo so. Non so cosa sia ma qualunque cosa sia adesso è perfetta così".
"Ma come può bastarti?"
Non mi basta. E allo stesso è troppo.
Accosto e spengo la macchina perché nonostante la strada sia deserta, ho bisogno di guardarlo.
"Vorrei avere la risposta giusta da darti, vorrei dirti quello che vuoi sentirti dire, convincerti che potrei darti una finestra sull'universo, ma la verità è che non ho nessuna risposta valida per farti rimanere, per farti continuare questa cazzata. Perché è questo che è. Una grandissima cazzata".
Scendo dall'auto senza aspettarlo e cammino nel fiordo sotto un cielo plumbeo che sembra rispecchiare esattamente la mia anima e il mio stato d'animo.
"Mario..." mi sento chiamare.
"Non ti posso offrire niente Claudio. Sono una causa persa che fa di tutto per rimanere a galla nei suoi ricordi per non affogarci dentro" urlo al vento, urlo a lui.
"Non so cosa sia successo, ma abbiamo tutti un passato. Ma è appunto passato. Se lo vuoi, se lo desideri tu puoi andare avanti".
E quante volte ho sentito queste parole anche da Amanda? Quante volte mi è stato detto di dimenticare senza nessun successo?
E come posso spiegare a lui che forse è solo grazie al mio passato che oggi sono l'uomo che sono? E che voltare pagina sarebbe come dovermi ricreare una nuova identità? Un nuovo me?
"Non sono pronto..." mi lascio sfuggire alla fine. Perché ricominciare è dura.
Sento il rumore dei sassi sotto i suoi passi mentre si avvicina sempre di più e lentamente tutta la tensione che mi teneva stretto, inizia ad allentare la presa lasciandomi respirare nuovamente.
"Non ho fretta..." mi dice cingendomi un fianco con il suo braccio mentre entrambi rivolgiamo lo sguardo verso il mare di Barents.
"Non lo so Cla. Potrei non..."
"...essere alla mia altezza? Certo! Ma lascia decidere a me, ok?"
Mi volto a guardarlo e quando mi fa l'occhiolino, mi chiedo cosa ho fatto per incontrare un ragazzo così nel mio cammino.
Torniamo a guardare il mare stringendoci un po' più stretti. Io perso nella mia confusione e lui nella sua. Lasciando che il vento che ci scosta i capelli, incida questo nostro momento nel tempo.
"Norvegia eh?" mi dice, e poi continua "credo di non averti ancora mai baciato in Norvegia!" sussurra a bassa voce mentre mi cinge con entrambe le mani il viso, prima di appoggiare le sue labbra fredde sulle mie.
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Drops of us
RomanceUn wedding planner ed un fiorista, in apparenza incompatibili e in disaccordo su tutto. Riuscirà il tempo a fargli capire che sono fatti l'uno per l'altro?