24. Claudio

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Dopo aver passato l'ennesima notte assieme, questa mattina siamo ripartiti per il nostro strano viaggio.

Altre quasi quattro ore di viaggio attraverso l'unica strada che credo esista in questa parte di regione. 

Ma prima di salire in auto l'ho costretto ad un reportage su uno dei cinque principali paralleli che solitamente vengono segnati sulle carte geografiche. Il Circolo Polare Artico. E' incredibile come da quella linea in poi il sole in estate non tramonti mai creando il fenomeno del sole di mezzanotte, mentre in inverno succede l'opposto, cioè il sole non sorge mai dando il nome alle giornate di notte polare. 

In pratica per i prossimi giorni non vedrò mai il buio della notte.

Siamo diretti ad Inari, che ho scoperto essere l'unico centro abitato che abbia un minimo di civiltà, oltre che ad un numero di abitanti minimi per definirla città. 

"Cosa andiamo a fare se non c'è nulla?" chiedo al mio personale tour operator. 

"Ci serve come punto d'appoggio".

"In pratica vuoi farti una puntata anche lì".

"E poi sarei io che penso solo al sesso!"

"Non era quello che intendevi?" chiedo con finto sgomento.

"Certo che sei idiota cazzo!"

"Anche tu non sei male!"

"Grazie fragolina succosa!" mi dice la merdaccia con le labbra in fuori come a volermi mandare un bacio.

"Sarei quasi tentato di dirti di lasciarmi qua ma ho paura di ritrovarmi a condividere la fermata dell'autobus con delle pecore sotto un diluvio! Quindi, tornando a noi, cosa andiamo a fare ad Inari?"

"Ci dormiamo questa notte e domani mattina ti porto in un posto".

"E non possiamo andarci adesso?" chiedo io.

"Dio! Adesso la fermo sul serio la macchina per farti scendere".

"..." lo guardo senza dire niente.

"Ma secondo te, se potevamo andarci adesso, mi fermavo a dormire per strada?"

Lo mando a fanculo solo col pensiero perché di dargli ragione non se ne parla nemmeno e poi torno a posare lo sguardo sulle distese d'erba che si stagliano infinite fuori dal finestrino. E come per magia, come se sapessi che poteva essere davvero così, finiamo dentro alla nuvola di Fantozzi e tra una goccia e l'altra, alla fermata dell'autobus, vedo sul serio delle pecore che aspettano l'autobus! E vorrei girarmi a dirglielo, ma conoscendolo smonterebbe la mia felicità con qualche frecciatina amara per cui tengo per me questa immagine stampandola in una polaroid nella mia mente.

Quando arriviamo parcheggia vicino ad un fiume, apre il baule e prende solo il trolley. Io lo imito, non volendo sentire le sue inutili parole se dovessi portarmi in camera la valigia intera! 

Facciamo il check in e quando ci danno la chiave della stanza tiro un sospiro di sollievo nell'aver lasciato giù la valigia pesante. Sei piani a piedi per delle scale che a mala pena ci stanno due persone, figurarsi come avrei portato la valigia! 

"Pensavo che non finissero più!"

"Pensavo avresti preso la valigia!" mi dice lui quasi dispiaciuto. Lo stronzo.

"Lo sapevi. E speravi che la prendessi".

Ride. La merda

Lo odio. 

"Sarebbe stato bello vederti salire senza poter fare marcia indietro perché troppo orgoglioso"

"Antipatico" gli dico, come se avessimo dieci anni.

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