4. Claudio

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Mi sto guardando attorno e anche se non lo voglio ammettere, non ci sto capendo niente. Ci sono vasi vuoti a destra e a sinistra, ripiani, nastri di ogni colore, rotoli di rete, un ampio bancone e dietro di esso noto appeso un calendario con molte annotazioni.

Mi avvicino e guardo le varie note, rimanendo pietrificato. Matrimonio. Anniversario. Compleanno.

Quasi ogni giorno è segnato un evento.

E l'unica cosa che mi viene da pensare è che sia uno scherzo. Allora decido di guardare nei cassetti del bancone alla ricerca di un'agenda che smentisca tutto questo, ma l'unica cosa che trovo è la conferma di tutto ciò che ho già letto.

Mi prendo la testa tra le mani e mentre impreco, sento il campanello della porta suonare e subito mi maledico per il mio temperamento.

Ad entrare un ragazzo che avrà si e no la mia età, vestito con un paio di jeans eleganti, una camicia bianca con le maniche impeccabilmente arrotolate a scoprirgli appena il polso e una giacca elegante che tiene con due dita sulla spalla. I capelli neri perfettamente in ordine, un viso che sembra disegnato, un paio di occhi color onice e due labbra...

"Mi stai prendendo per il culo? Dove sono tutti i fiori?"

...che se avesse tenuto chiuso era meglio. Lo vedo mentre sgrana gli occhi e quando si rende conto che chi ha davanti non è chi si aspettava di vedere, strabuzza gli occhi e poi continua imperterrito a dar aria a quella sua bocca.

"Sono venuto a vedere l'anteprima dei fiori ordinati, ma immagino che tu non abbia niente di quello che voglio e nemmeno altro a quanto pare".

Mai in vita mia avrei immaginato di poter pensare di voler uccidere qualcuno solo dopo due secondi di conoscenza ma a quanto pare mi sbagliavo.

"Se potesse essere così gentile da dirmi cosa le interessa, credo che potrei provare a vedere se nel pomeriggio riesco a procurarle quello che desidera" gli dico per cercare di calmare gli animi e anche perché non posso perdere i lavori che Georgina aveva già fissato ed organizzato.

Lo vedo mentre mi guarda da testa a piedi, valutando, senza neanche nasconderlo, il mio corpo. Come se fossimo in una macelleria e lui dovesse acquistare un pezzo di carne. Vorrei chiedergli se quello che vede lo aggrada o se lo disturba ma rimango in silenzio e aspetto.

"Qualcosa di bianco e maestoso"

Bianco e maestoso? Ora sono io a guardarlo ma a differenza sua il mio sguardo si impianta nei suoi occhi e non intendo distoglierli. "Mi sembra un po' riduttiva come scelta. Da una persona come lei mi aspettavo qualche dettaglio in più"

Nei suoi occhi vedo accendersi la furia omicida.

"Cosa vorresti dire con quel Una persona come lei? Pensi di essermi superiore? Non mi conosci nemmeno e credi di potermi giudicare?"

La vena che ha sul collo inizia a pulsare più forte e vorrei scoppiare a ridergli in faccia per il modo in cui si è scaldato subito, ma sarebbe una pessima idea farlo.

"Intendevo A modo. E' così elegante e di bella presenza che i dettagli che mi ha dato sarebbero convincenti se a darmeli fosse stato un bambino"

E l'unica cosa che mi viene in mente guardandolo è un gallo impettito dentro ad un pollaio. Ma lui non si tira indietro come credevo. Invece si avvicina al bancone dove sono appoggiato, abbassa il braccio con cui teneva la giacca e con la mano libera si sfila il cellulare dalla tasca posteriore. Rimango in attesa e con la coda dell'occhio lo vedo mentre entra nella cartella delle foto e inizia a sfogliare l'album. Quando ha trovato quello che cercava gira verso di me lo schermo e ammiro il suo Bianco e Maestoso.

E porca puttana.

E' sul serio tutto bianco, ma sopratutto maestoso.

Dove cazzo trovo sta roba?

Ma arrivato a questo punto non posso tirarmi indietro, non dopo che l'ho velatamente insultato, per cui mi tocca mandare giù il nodo di orgoglio e rimboccarmi le maniche.

"Passo prima di sera a vedere il tuo lavoro" mi dice, e subito dopo si volta e se ne va, lasciandomi ad ammirare il suo culo perfettamente tondo fasciato abilmente in quei pantaloni che ad ogni passo lo accarezzano delicatamente.


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