Rivederlo in aeroporto non ha fatto altro che rinforzare le mie convinzioni sul nostro rapporto. Poterlo stringere nuovamente tra le mie braccia mi ha ricordato quella volta che ho acceso una lanterna per poi farla vagare nella notte con all'interno il mio desiderio. E ora quel desiderio è qui davanti a me, che mi sta sporgendo una busta.
"Cos'è?" chiedo curioso. Siamo seduti sul divano del mio appartamento, uno di fronte all'altro con le gambe incrociate e una tazza di caffè caldo bollente tra le mani, nella vana speranza di trovare un po' di calore.
"Apri!" dice semplicemente.
La rigiro tra le mie dita, la osservo, ma senza trovare traccia di quello che potrebbe contenere. Allora mi decido e alzo la parte incollata. Quando sfilo la brochure, rimango con gli occhi fissi sulla prima immagine che vedo, incapace di distogliere lo sguardo.
"Ma..."
"Se non ti va non fa niente, non è che.."
"Mario ma sei capace di tenere chiusa quella bocca?"
"..." si fa il segno della zip sulle labbra e poi sorride.
Apro il depliant che ho tra le mani e leggo esattamente quello che ho sempre sperato di provare venendo qua.
"Come sapevi che avrei voluto vederla?" chiedo. Ma lui in risposta, al posto di usare le parole inizia a gesticolare. "Parla idiota!" e poi ridiamo.
"Non lo sapevo, ma credo che venire qui e non provarci sarebbe come avere un culo senza buco!"
"Non l'hai detto sul serio, vero?"
"Cosa esattamente?"
"Lasciamo stare" e subito dopo mi lancio tra le sue braccia, versando caffè sui suoi vestiti e sul mio divano. Fregandomene altamente!
"Posso dedurne che ti piaccia?"
Mi scosto dalle sue spalle e avvicino il mio viso davanti al suo, in modo da poterlo guardare negli occhi.
"Mi hai appena regalato una notte in uno chalet con vista cielo, e spero aurora boreale, in mezzo al nulla. Come potrebbe non piacermi?"
Lui in risposta alza le spalle, quasi indifferente ma so benissimo che questo gesto, sebbene fatto con il cuore, non fa parte di quello che era, ma di quello che sta diventando. Ed è per questo che ha un valore inestimabile per me.
Lo bacio e lo ribacio. Facendo nuovamente mie le sue labbra dopo sei giorni di lontananza, dopo sei giorni interminabili di attesa.
Sono partito per lasciargli spazio, ma senza preoccuparmi di come sarei rimasto io lontano da lui. Non poterlo vedere anche solo per un saluto veloce, immaginandolo solamente nel suo ufficio e nel suo appartamento, mi ha reso più fragile, come se il vero potere tra i due lo tenesse lui. Ma forse è proprio questa la verità.
Ai suoi occhi io sono quello forte, con le idee chiare e una convinzione ferrea sui miei sentimenti, ma in verità è lui ad avere in mano quell'ago pronto a far esplodere il palloncino in cui è racchiuso il nostro amore. Un solo errore da parte mia e boom, ecco che lo farà scoppiare, lasciando che tutti i nostri sentimenti vengano portati via dal vento.
Rimaniamo a coccolarci stesi sul divano sotto la coperta, mentre la sua mano accarezza i miei capelli.
"Come è stato?" mi chiede dopo un po'.
"Che cosa?"
"Tornare a casa. Ti mancava?"
Ci penso perché non ho una risposta pronta.
"Mi ha fatto piacere rivedere i miei genitori... ma... non è più casa"
"In che senso?"
"Una volta lì avevo tutto, ora a parte la mia famiglia non ho più nulla"
Silenzio. Sto quasi per riprendere a parlare, magari non mi sono spiegato bene, ma lui mi anticipa.
"Non hai rivisto nessuno?"
"Chi avrei dovuto vedere?"
Rimango in attesa e anche se lo vedo mentre pensa, so benissimo che non lo sta affatto facendo e che la sua risposta ce l'ha già pronta.
"Magari i tuoi amici o qualcuno a te più caro..." e lascia in sospeso la frase, come se fosse del tutto ovvio a chi si riferisce.
E anche se so benissimo dove vuole arrivare, decido di non rispondergli e gli pongo io un'altra domanda.
"Non è che stai diventando geloso, vero?"
E non appena sente la domanda, raddrizza la schiena e apre la sua ruota immaginaria proprio come farebbe un pavone. "Io geloso? Ma mi hai visto?" mi dice gonfiando il petto.
Dentro di me rido, lo immagino come un piccolo passerotto che davanti a dei pettirossi vuole dimostrarsi alla loro altezza e per far questo inizia a saltellare sulle sue due zampette tutto impettito. Perché è esattamente questo che sta facendo il ragazzo che ho di fronte ai miei occhi e tra le mie braccia. Sta cercando di essere superiore al mio ex, con l'unica differenza che non sa esattamente niente di lui e che se solo sapesse com'era starci insieme, non stirerebbe tutte le sue piume in cerca di rassicurazioni.
"Magari dall'ultima volta sei cambiato e magari i miei occhi hanno bisogno di osservarti meglio!" gli dico allusivo facendogli occhiolino.
"Mi stai distraendo" mi dice lui mentre cerca di scappare alla mia presa.
"E da cosa lo starei facendo esattamente?"
"Non hai ancora risposto a quello che ti ho chiesto!" e si alza dal divano sfuggendo del tutto ai miei baci e alle mie carezze.
Lo osservo mentre si incammina verso l'albero che abbiamo fatto assieme e si ferma proprio lì davanti. La luce che entra dalla finestra, sebbene sia fioca e debole, riesce ugualmente a far risaltare la sua aura che risplende di innocenza. Quante volte si è sentito così nella relazione precedente senza però poter esprimere i suoi veri sentimenti? Quante volte ha dovuto tacere per paura di essere sottomesso ulteriormente?
Mi alzo dal divano dove ero ancora seduto e lo raggiungo. Sta accarezzando una pallina di vetro con dentro Omino, non appena l'abbiamo vista in uno dei mercatini locali, l'abbiamo comprata immediatamente, innamorati entrambi, per poi andare alla ricerca dell'Uomo Focaccina senza però nessun risultato.
Lo abbraccio da dietro, cercando di avvolgerlo tra le mie braccia il più possibile, per farlo sentire protetto e sicuro. "Non ho visto nessuno. Ne tantomeno lui. Ma se anche lo avessi rivisto, niente cambierebbe questo momento con te, perché ormai nella mia vita ci sei solo tu".
Lo sento rilassarsi un pochino, ma nonostante le mie parole sembra come se tutte le sue insicurezze si siano rovesciate fuori in questa occasione.
"Voglio te" gli ripeto, "Non voglio nessun altro che te".
Si gira tra le mie braccia a fatica ma non intendo lasciare la presa su di lui.
"Io..."
Inizia a dire, ma poi la voce sembra morirgli in gola, impedendogli di continuare. Come se le emozioni che prova fossero troppo grandi per riuscire a passare attraverso il suo fiato.
Allora lo stringo un po' di più e poi lo bacio, cercando di trasmettergli attraverso i miei tocchi, l'amore immenso che provo per lui.
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Drops of us
RomanceUn wedding planner ed un fiorista, in apparenza incompatibili e in disaccordo su tutto. Riuscirà il tempo a fargli capire che sono fatti l'uno per l'altro?