33. Mario

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La mattina dopo mi svegliai al suo fianco, perché era quello che desideravo e che mi sembrava giusto fare, e da quel giorno in poi ci furono molti altri risvegli assieme.

Le giornate avevano iniziato a farsi sempre più corte e fredde e con l'arrivo dell'inverno avevo iniziato ad apprezzare le serate passate assieme sul divano sotto una coperta a guardare qualche film o serie tv. Starsene tranquilli, senza dover pensare al sesso, stava iniziando a piacermi, sebbene non riuscissi ancora bene a capire come potesse questo tempo passato assieme a consolidare il nostro rapporto. Ma tutto sommato andavamo avanti ed eravamo diventati bravi a conciliare il lavoro con questa cosa, tanto da non permettere a nessuna delle due di esserci d'ostacolo in qualche modo.

Il suo appartamento era diventato la mia tana per il weekend, mentre durante la settimana cercavo di rimanere il più possibile a casa con Amanda, nonostante lei continuasse a ripetermi che stavo solo mentendo a me stesso e che avrei fatto soffrire inutilmente Claudio. Io invece non la vedevo affatto così. A lui davo tutto me stesso ogni attimo che stavamo insieme e cercavo di rimanergli fedele per il tempo che stavamo divisi. Amanda invece sosteneva che la mia era solo una recita mal riuscita, una chiave copiata mal funzionante e che quello che provavo era sul serio amore, con la A maiuscola. Io dall'altro lato non volevo nemmeno pensare che quello che sentivo per lo stronzo fosse amore come lo intendeva lei, soprattutto quando l'amore che conoscevo io non aveva niente a che fare con quella cosa che c'è tra noi due, perché l'unico amore che ho provato nella mia vita era difficile, complicato, faceva soffrire e lacerava la mia anima in posti che nemmeno credevo possibile. Mentre con Claudio la situazione è sempre stata diversa. Era stato tutto come salire una scala, dove a ogni gradino conoscevo una cosa nuova su di lui, ma in nessuno di questi avevo provato quello che io considero amore. Con lui tutto è semplice e spontaneo, a volte irritante, a volte esilarante, e sebbene questo possa sembrare perfetto, so che è tutto sbagliato.

Tra di noi non esistono giochi, non esistono scambi, non esistono esibizioni. L'amore che vuole lui e che tanto decanta Amanda, io non l'ho mai conosciuto. E non so nemmeno se sono in grado di poterlo dare.

E forse è per questo che questa sera ho deciso di uscire. A Claudio ho inviato un messaggio per chiedergli se aveva voglia di raggiungermi per bere qualcosa e nel frattempo mi sono già avviato verso il locale. Il tutto perché la perfezione non esiste e sono sicuro che anche lui nasconda qualche scheletro nell'armadio e sono pronto a dimostrare ad Amanda che si sbaglia.

Mi siedo al bancone e ordino il mio solito whisky mentre lo aspetto, senza però togliere di dosso gli occhi dal ragazzo biondo seduto due sgabelli più avanti.

Sono sempre stato bravo a rimorchiare ragazzi. Ricordo che Mathi rimaneva sempre incantato a guardarmi mentre flirtavo con lo sconosciuto di turno e riuscivo sempre ad accendere nei suoi occhi una passione che poi sfogava con me nel nostro letto. Alcune volte quando lo vedevo particolarmente interessato al ragazzo che abbordavo, finivamo la serata tutti e tre assieme e vedere la soddisfazione di appagamento sul suo viso dopo l'amplesso era per me motivo di orgoglio.

Questo è l'amore che conosco e che credo risieda in tutti noi.

Compreso Claudio.

Faccio segno al biondino di avvicinarsi e gli offro da bere sorridendogli affabile. Sembra un tipo a posto e sono certo potrebbe piacere anche a lui. Iniziamo a parlare e mano a mano che i minuti passano, mi sembra sempre più perfetto per lo stronzo. Appoggio una mano sul suo braccio, avvicinandomi a lui mentre rido ad una sua battuta e sto per sussurargli all'orecchio una proposta per combinare una cosa a tre, quando la sua voce si intromette tra di noi.

"Vedo che ti sei già dato da fare!"

Ecco. Lo sapevo. "Sono stato bravo vero?" ammicco verso Claudio.

"Talmente bravo che posso anche tornarmene a casa".

Come? "Vorrai dire torniamo a casa" e gli indico tutti e tre.

Claudio mi guarda senza dire nulla fino a quando decide di girarsi verso il ragazzo. "Ti ha baciato? O qualsiasi altra cosa?" gli chiede.

"Abbiamo solo parlato" gli dice il biondino.

"Bene, perché altrimenti avrei dovuto tagliare le palle al mio ragazzo" e subito dopo aver concluso la frase il ragazzo si alza scuotendo la testa e Claudio si volta verso di me.

"Lo hai fatto scappare" dico incredulo.

"Sì, e ora me ne vado anche io" mi dice prima di voltarsi e incamminarsi verso la porta.

Lo guardo allibito, ripassando nella mia mente ogni passaggio per vedere se ho sbagliato qualcosa, ma senza trovare niente per cui accusarmi.

Mi alzo dallo sgabello ed esco anche io.

"Dove stai andando?" gli urlo dietro.

"E me lo chiedi anche?"

Non si ferma, prosegue senza nemmeno girarsi, costringendomi a rincorrerlo. "Aspetta!" gli dico prendendolo per un braccio.

"Aspettare cosa? Che ti fai scopare da qualcuno?" caccia fuori.

"Io non volevo.." ma non mi lascia nemmeno finire la frase.

"Non volevi cosa? Essere beccato? Essere disturbato?" mi sputa lui addosso.

"Lasciami parlare cazzo!" urlo a mia volta per sovrastarlo e bloccare la sua diarrea verbale. E sembra funzionare perché improvvisamente tace, per cui provo a parlare.

"Lo stavo conoscendo per poi fare una cosa a tre".

Mi guarda. Non dice nulla. Poi dopo attimi di niente, alza le braccia al cielo, le lascia cadere di peso lungo i fianchi e si volta nuovamente per andarsene.

"Cosa ho fatto adesso?" urlo ancora una volta, mentre la terra sotto i piedi sembra inizi a tremare.

"Niente Mario. Non hai fatto niente, ma come sempre hai rovinato tutto".

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