Dovrebbe essere illegale fare shopping il 31 dicembre, anzi, dovrebbe essere illegale fare shopping con Amanda tutto l'anno. Sia chiaro, la adoro. Ma è riuscita a mettermi in imbarazzo quando dentro a un camerino di un negozio del centro commerciale, ha improvvisato un finto pompino. Con tanto di sonori, con la commessa paralizzata fuori che aspettava per vedere se la taglia era giusta. Le dicevo "Amanda ti prego" in tono sommesso mentre cercavo di tirarla in piedi ma lei mugugnava più forte, fingendo anche un risucchio.
"Ma sei pazza?" le ho chiesto una volta fuori e fortunatamente con un vestito nella borsa. Giuro che glielo avrei pagato io solo per la figura di merda che mi ha fatto fare!
"Non ti è piaciuto?" mi dice lei sbattendo le ciglia.
E da questo suo comportamento inizio a capire tante cose. Prima tra tutte la strana amicizia che lega lei e Mario. Su questo sono uguali.
Che Dio mi aiuti!
Fortunatamente durante il resto della mattinata riesce a contenere abbastanza le sue maniere esuberanti, salvo poi ricaderci con entrambi i piedi quando seduti ad un tavolo, con davanti una fetta di torta, non adocchia una ragazza carina due tavoli più in là e oscenamente inizia a leccare il dolce. Giuro che ho fatto finta di non vedere, abbassando la testa e portandomi la mano sulla fronte quasi a coprire gli occhi.
"Andiamo?" le chiedo dopo un po'.
"Aspetta!"
"Cosa dobbiamo aspettare ancora?"
"Il numero della ragazza!"
"Stai scherzando?" la ammonisco quasi sconcertato.
"Si sta alzando!" sussurra tutta eccitata, senza dar segno di aver sentito la mia domanda.
Ma con mia grande sorpresa, la ragazza in questione si avvicina al nostro tavolo e con una nonchalance che io posso solo sognare, le infila tra le tette un bigliettino e poi dice un semplice Chiamami!
Sul serio?
"Visto?" mi fa il verso lei tutta entusiasta sventolandomi sotto il naso il numero telefonico.
"Che schifo!" le dico io per scherzare, "Sembrava di stare su un set pornografico!"
"Ah si?" mi chiede lei "Sei esperto in materia?"
Uguali. Sono due gocce d'acqua e mi consola solo il fatto che ho avuto dei precedenti col caratterino di Mario, per far fronte a quella che sembra essere la sua gemella.
"Scrivo i copioni e questo era peggio del trash!"
Scoppia a ridere e poi "Ecco perché gli piaci!"
Così. Se ne esce fuori semplicemente così, dal nulla.
"Gli piaccio?" le ho chiesto allora e da lì in poi abbiamo iniziato a parlare di me e Mario, di quello che provo io e ovviamente lei non ha scucito neanche una parola da brava amica. E io che speravo di ottenere qualche informazione in più! Beato stupido.
Dopo aver passato quasi tutta la giornata in sua compagnia, sono rientrato in casa e finalmente sono riuscito a stendermi sul letto. Letto ancora sfatto dato che il signorino non si è nemmeno preso la briga di rifarlo. Mi giro a pancia in giù e affondo il viso in quello che ormai è diventato il suo cuscino. Lo stringo e cerco il suo odore per poi mischiarlo al mio.
Cazzo quanto mi manca.
Non mi rendo nemmeno conto di essermi addormentato fino a quando non sento la suoneria del telefono.
Merda!
Guardo l'ora e mi viene quasi da ridere. Le dieci di sera.
Rispondo. "Se non volevi farmi da accompagnatore bastava anche solo un messaggio eh!"
"Perdonami. Mi sono addormentato!"
"Ti ho sfiancato, non è vero?"
"Mi hai sfinito!"
"Eh! Me lo dicono spesso!" e in questo preciso istante me la immagino mentre con quell'aria annoiata si guarda le unghie appena dipinte di rosso.
"Sono tanto in ritardo?" le chiedo mentre nel frattempo mi alzo e apro il getto dell'acqua in attesa che si scaldi.
"Dipende dal galateo che usiamo. Perché sono esattamente due ore che sono arrivata e sono due ore che immagino ogni scenario possibile per la tua morte!"
Stronza.
"Mezzora e sono lì" le dico però.
"Inizio a contare" e poi mi chiude il telefono in faccia.
Mi preparo in tutta fretta e alle dieci e quaranta entro nell'atrio della casa dove si sta svolgendo il veglione. L'atmosfera che si respira è di pura allegria, la musica è alta e pompa senza intermittenza da delle casse poste in tutto l'appartamento. Le persone che incrocio non fanno caso a me e continuano a ballare e a chiacchierare tra di loro. Mi guardo in giro in cerca di Amanda e quando la vedo la raggiungo.
"Ehi!" la saluto.
"Finalmente!" si sporge verso di me e mi da un bacio sulla guancia.
Le chiedo scusa per il ritardo e subito dopo mi presenta al gruppo di ragazzi con cui stava parlando. Uno di loro mi offre un bicchiere di vino che prendo ringraziando e poi mi unisco alla conversazione con molta facilità, come se li conoscessi da sempre.
Ballo con qualcuno di loro, e scherzo con qualche ragazza. E ogni volta che riesco guardo il display del cellulare per vedere se Mario mi ha scritto o chiamato. Ormai manca pochissimo alla mezzanotte e di lui non ho ancora nessuna notizia.
Prendo un altro sorso di vino dal bicchiere appena riempito e appoggio la schiena alla parete un po' in disparte, desiderando e cercando un po' di intimità. Tra poco partirà il conto alla rovescia e non ho nessuna voglia di esternare una gioia che al momento non provo.
Avrei voluto finire il mio anno in sua compagnia, avrei voluto averlo al mio fianco e avrei voluto sopratutto iniziarlo con lui, perché il desiderio che ho di poterlo avere per sempre al mio fianco è smisurato. Ma la vita non sempre ci regala quello che vogliamo e non sempre esaudisce i nostri desideri, per cui ci tocca afferrare a piene mani quello che ci offre e tenerci stretto anche solo gli strascichi di quello che sarebbe potuto succedere.
Non appena sento partire il conto alla rovescia abbasso gli occhi. Dieci, nove, otto...Che schifo, penso. Quanto meglio sarebbe stato se non avessi sentito il cellulare squillare e ora me ne starei beato a dormire sul mio letto senza nessuna falsa attesa? Sette, sei, cinque...Osservo le bollicine dello spumante risalire lungo il bicchiere ed è grazie a loro che mi decido ad alzare lo sguardo. Volti felici in trepidante attesa. Quattro, tre, due...Uno. Ed è quando sento urlare Buon Anno! che i miei occhi si intrecciano ad un paio di occhi neri che riflettono il sorriso che ha sulle labbra.
Mi stacco dalla parete e mi faccio strada tra tutte le persone che brindano al nuovo anno, alla ricerca di Mario. Sono bloccato e sembra che tutto mi stia remando contro, fino a quando non vedo aprirsi un piccolo varco e da esso vedo uscire proprio lui. Mi si butta letteralmente addosso, forse perché spinto da qualcuno, ma poco mi importa perché quello che mi interessa è sentire il suo corpo ancora una volta stretto al mio.
"Sono stanco morto" mi dice mentre lo stringo forte a me.
"Ti porto a casa" gli dico senza esitare.
Usciamo da tutto quel gioire per andare a rifugiarci nel nostro piccolo nido, e dentro di me, sul mio cuore, segno un punto e virgola per poi andare a capo e ripartire. Questa volta con lui al mio fianco.
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Drops of us
RomanceUn wedding planner ed un fiorista, in apparenza incompatibili e in disaccordo su tutto. Riuscirà il tempo a fargli capire che sono fatti l'uno per l'altro?