Il vento che abbiamo trovato a Nordkapp era qualcosa di inspiegabile, come se volesse suggerirmi di lasciarmi andare e dimenticare tutto quello che mi porto dietro. Inutile dire che non ce la faccio, non ora almeno, per cui mi sono fatto più forte e cercando di dimostrare una sicurezza che al momento non avevo, ho continuato ad andare avanti a testa alta.
Abbiamo visitato la mostra relativa alla storia del Capo, abbiamo ottenuto un certificato che attesta la nostra presenza lì, ci siamo persi tra i mille gingilli nel negozio di souvenir dal quale siamo usciti comprando qualcosa e poi abbiamo continuato la visita nella galleria scavata nella roccia dove al suo interno vi è stata ricavata una piccola cappella.
E dopo aver mangiato qualcosa siamo risaliti in macchina alla ricerca di un posto dove passare la notte, conscio che nelle zone non c'era altro se non un piccolo campeggio. Abbiamo dormito su una piccola tenda acquistata sul posto, abbracciati uno all'altro per riuscire a scaldarci nella notte fredda, scambiandoci dolci baci e lievi carezze, senza mai andare oltre al semplice affetto, prendendo sonno lentamente con solo i nostri respiri a cullarci.
Quando ci siamo alzati tutti indolenziti, abbiamo caricato tutto in macchina e cercato un qualsiasi bar dove poter bere un caffè prima di rimetterci in marcia verso casa. Sarà un viaggio lungo e impossibile da portare a termine in una sola giornata per cui abbiamo deciso di guidare nuovamente fino a Oulu per poi fermarci lì a dormire una notte prima di arrivare alla destinazione finale, Helsinki.
La giornata è ancora grigia quando inizio a guidare ma mano a mano che raggiungiamo il confine con la Finlandia e la Lapponia, il cielo sembra schiarirsi, e anche il mio umore sembra tornare più sereno mentre lascio indietro le nubi che offuscavano i miei pensieri.
"A cosa pensi?" mi sento chiedere dal nulla.
"A casa. Tu?"
"Pensi a cosa resterà di questo una volta tornati?" mi chiede mentre con un dito fa un cenno a indicare prima me e poi lui, senza mai dare un nome a questa nostra cosa.
"Perché dici cosa resterà? Non può continuare secondo te?" gli chiedo curioso.
"Credi che possa continuare?"
"Andremo avanti a farci solo domande senza mai darci una risposta?" gli chiedo sorridendo, portandolo a fare lo stesso. "In ogni caso per quel che mi riguarda questa cosa può andare avanti".
Lo vedo mentre fissa con lo sguardo la strada davanti a noi finché non si decide a rispondermi.
"Questa cosa mi piace ma prima o poi arriverà quel giorno. Lo so io e lo sai anche tu".
Sospiro rumorosamente, facendo assieme un mezzo sbuffo. So che ha ragione, so che arriverà la fine, so che andrà tutto a puttane, ma non voglio pensarci, non ancora almeno.
"Ma per adesso va bene così, no?" chiedo speranzoso guardandolo solo con la coda dell'occhio per paura di leggere nel suo viso la rassegnazione a questa mia presa di posizione.
"Per adesso".
Sorrido e poi gli mando un bacio poggiando la mia mano sulle mie labbra per poi soffiare il bacio che ho posato sul mio palmo, verso di lui.
Continuo a guidare con Claudio al mio fianco che inventa parole su canzoni che non conosce, pur di cantare qualcosa, a sopportare le sue stonature per poi ritrovarmi a ridere a bocca aperta delle sue frasi inventate in tre lingue, imparando e allargando sempre di più il mio dizionario mentale d'italiano.
E in questo casino mi sento bene, veramente bene per la prima volta in vita mia.
Mi rendo conto che per la prima volta sto vivendo la mia vita a pieno, perché nonostante i miei mille dubbi e le mie paure, niente mi ha impedito di essere me stesso, niente mi ha ostacolato nel provare sentimenti veri e genuini, niente è stato più grande di quello che potevo sopportare.
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Drops of us
Roman d'amourUn wedding planner ed un fiorista, in apparenza incompatibili e in disaccordo su tutto. Riuscirà il tempo a fargli capire che sono fatti l'uno per l'altro?