20. Claudio

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Baciarlo all'aria aperta è stato come rendere ufficiale questo nostro strano legame. Sì perché nemmeno io so bene cosa siamo. Perché scopamici non credo che ci si addica più di tanto, dato che di amici abbiamo ben poco.

Quindi tralasciando il voler dare un nome a questa nostra cosa, sentire il suo sapore con l'aria calda di luglio che ci sfiorava come una leggera carezza, è stato incredibile, ma sopratutto unico.

Improvvisamente è come se tutte le mie storie precedenti, tutte le mie esperienze, si fossero cancellate dalla memoria per lasciare spazio solo a questo bacio. Come se fosse il primo e l'ultimo allo stesso momento.

L'acqua fredda che ci bagnava i piedi è la sola cosa che è stata in grado di riportarci alla realtà, e una volta ripreso il controllo di noi stessi, siamo tornati in hotel uno di fianco all'altro, pronti a fare le valigie, pronti per il nostro viaggio.

Lungo la strada più volte gli ho chiesto di fermarsi per farmi ammirare il paesaggio che stavamo attraversando e per poter scattare alcune foto. Il verde troneggiava su tutto e i mille laghi che fanno di questo stato la terra dei laghi, molte volte si fondevano con il cielo per la loro vastità, rendendo le foto una sola e indistinta distesa azzurra. 

Non sapevo dove mi stava portando, non ha voluto dirmelo e non conoscendo niente di questo paese a parte che ci vive Babbo Natale, non avevo idea di cosa avesse in mente.

In auto litigammo per le canzoni come all'andata. Lui non ne voleva sapere di collegare la mia playlist alla radio della macchina, così mi sono ritrovato a dover ascoltare musica finlandese, scoprendo canzoni che alla fine erano anche di mio gradimento. 

La strada ormai era diventata una lunga striscia di cemento fissa dritta davanti a noi, senza più nessuna curva ma solo varie collinette che continuavano a farci andare su e giù, stavo guardando i prati verdi che sfrecciavano accanto a noi, quando dopo mezzora di silenzio, sento ancora la sua voce.

"Siamo arrivati!" mi dice tutto contento ed entusiasta.

Rivolgo lo sguardo davanti a me senza sapere cosa aspettarmi dato che lungo la strada non avevo visto nessun cartello con nessuna indicazione ad indicare una qualche città, e quello che vedono i miei occhi, mi accendono un sorriso da bambino sul viso.

"Villaggio Santa Claus?"

"Proprio lui!"

Svolta nel parcheggio e spegne la macchina.

"E' di suo gradimento come prima tappa?"

"Scherzi? E' una meraviglia!"

Scendo dall'auto e subito sento la differenza di temperatura. Non fa freddo, ma non c'è più nemmeno il caldo a cui mi ero lentamente abituato. 

"Vieni?" mi chiama Mario che si è già incamminato all'entrata di un locale che non capisco bene cosa sia.

Non appena entro, quello che mi accoglie, è il Natale! E tutto sa di magia e cannella.

Alla fine scopro che all'interno si nasconde l'accettazione delle camere, un negozio di souvenir, un ristorante alla carta, uno al buffet con bar e una zona lego per intrattenere i bambini. 

Lo sento richiedere una stanza per noi due, per due notti e una volta compilato i documenti, mi prende per mano e mi accompagna nel negozio. 

"E' meglio se compriamo qualcosa di più pesante perché immagino che tu in valigia non abbia niente di adatto ad una temperatura più fredda"

"Sai com'è, nessuno mi aveva avvisato di una gita fuori porta!"

"Giusta osservazione! Dai vieni che vediamo con cosa coprire questo tuo corpo, purtroppo!" e mentre parla, mi fa una radiografia da testa a piedi, facendomi sentire il peso del suo sguardo dove posa gli occhi.

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