2 - Capelli unti

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(Onestamente preferivo Luke con i capelli corti ma vabbb)

REVISIONATO

*****

MELISSA'S POV

Mi chiamo virgola
Sono un gattino
Sono la sveeeeglia
Del telefonino

Mi alzo di scatto e con un gesto estremamente aggressivo, faccio cadere la sveglia, ovvero il mio telefono, dal comodino.
«Ma che cazzo è sta roba,» biascico infastidita e assonnata, mentre mi alzo dal letto con poca grazia.

Guardo l'orologio.
Lunedì 15 settembre, ore 7:30a.m.
Oh porca pupazza...
È il mio primo giorno di scuola!

Incomincio a correre come se non ci fosse un domani...
In realtà stai ancora al bordo del letto paralizzata, ti vuoi dare una mossa?

In effetti io mi chiamo Melissa, non Grazia, quindi il mio destino è già stato segnato.
Vado dentro il box doccia e dopo aver fatto cadere 5 saponette, 36 oli per il corpo, 87 boccette di shampoo, 99 paperelle giocattolo e il parrucchino di Donald Trump, sono riuscita a lavarmi.
Dopo 6 minuti, 34 secondi e 57 rotture di coglioni sono pronta.
Ho i superpoteri.

Voglio una medaglia!

Prendo e infilo i miei jeans neri strappati, le vans, una maglietta a maniche corte con scritto "FUCK YOU PROF", un giacchetto di jeans, lo zaino ed esco di casa a portare la mia ignoranza al di fuori della mia umile dimora.

Umile si fa per dire, sei ricca sfondata porca paletta...

Saluto Ermenegildo, il maggiordomo.
Mi ha appena avvisato della partenza dei miei, sono di nuovo in viaggio per lavoro, qui in California.
Fanno gli imprenditori ma a nessuno importa, compresa me e quindi mi avvio verso la scuola.
In realtà a me non importa nemmeno della scuola.
Scherzavo, a me non importa di niente in generale.

Esco di casa e mi incammino verso la fermata, non appena vedo l'autobus da lontano inizio a correre, ho 16 anni ma i miei genitori non mi hanno mai comprato una macchina, nonostante tutti i soldi che possediamo.
In effetti sono già un pericolo pubblico quando cammino, ma non è questo l'importante.

A causa della mia corsa inizio a sentire più caldo, vedo l'autobus che si allontana da me, prendo una storta, vado a finire con la testa contro ad un tombino e in tutto ciò c'è un anziano che sfoglia il suo giornale ed un ragazzo dai capelli lunghi biondi, ricci, che con i suoi due occhietti azzurri mi fissa divertito.

Mi rialzo con nochalance, pulendomi.
All'apparenza sembro piuttosto tranquilla, quando in realtà dentro di me sto morendo di vergogna.
Va sempre a finire così.
Sorrido imbarazzata al ragazzo che ho di fronte e tossisco, fingendo che non sia successo nulla.

«Il prossimo autobus arriverà alle 8:10a.m.» Mi informa il biondino improvvisamente, facendomi la radiografia. Il suo sguardo è fisso sullo zaino che ho alle spalle.

Annuisco scoraggiata ma lui continua a parlare.
«Se devi andare a scuola, questo diventa un problema.» Replica con ovvietà ed io roteo gli occhi, sta dicendo queste cose come se non lo sapessi.

Ma solo in Italia la gente si fa i cazzi suoi?
Felice di far parte di un popolo così menefreghista.
Ecco perché noi italiani abbiamo una vita così longeva.

«Hai bisogno di un passaggio?» Mi domanda nuovamente il biondino facendo svolazzare le chiavi della sua auto freneticamente, con nervosismo.

«Ma cosa vuoi?» Sbotto acida, è risaputo che non si debba accettare nessun passaggio da uno sconosciuto, nonostante lui sia uno gnocco della Madonna.

«Aiutarti.» Risponde semplicemente, scrollando le spalle, in attesa di una mia risposta.

Valuto le conseguenze.
Se rifiuto il passaggio, arriverò in ritardo il mio primo giorno di scuola e i miei mi faranno una ramanzina epocale mettendomi anche in punizione, probabilmente.
Se accetto il passaggio, probabilmente non arriverò da nessuna parte perché questo qui mi ammazzerà.
Automaticamente non avrò nessuna ramanzina epocale e nessuna punizione.
Nella migliore delle ipotesi, i miei genitori mi faranno cremare.
Perfetto, la seconda opzione è l'ideale.
La scelta che tutti farebbero.

Sto per dire qualcosa, ma il mio istinto di sopravvivenza tentenna.
«Chiedo l'aiuto del pubblico,» ribatto titubante.

Il vecchietto che fino a due secondi fa stava leggendo il giornale che tra l'altro era all'incontrario, fa scivolare i suoi occhiali sul ponte del naso, aggiustandoseli per poi guardarmi intensamente.
«Ha i capelli unti e quindi questo sconosciuto non potrà mai essere così pericoloso,» mormora con convinzione, tirando sù col naso.

Il ragazzo biondo strabuzza gli occhi e fissa sbalordito il signore.
«I miei capelli non sono unti,» ringhia per poi prestare la sua attenzione a me. «Ed io non sono uno sconosciuto, mi chiamo Luke Hemmings, piacere.» Afferma porgendomi la sua mano.

Non ho mai vissuto delle situazioni così bizzarre.
Sospiro arrendevole e stringo la sua mano, un brivido percorre tutta la mia schiena.
La sua mano è congelata.
Sta per morire?
«Melissa Parker.» Gli rispondo, cercando di sembrare il più sana di mente possibile.

«Io devo andare alla Royal High School,» mi risponde mentre con un pulsante apre la sua macchina. «Tu dove devi andare?» Mi domanda.

Aggrotto la fronte.
In una metropoli così grande, piena di istituti e di studenti, ho già incontrato due ragazzi che vanno nella mia stessa scuola.
Com'è possibile?
«Vado anche io in quella scuola,» borbotto, preparandomi già ai prossimi 9 mesi infernali che mi salutano da lontano.

Sembro la brutta copia di Heidi, visto che invece delle caprette, sono i brutti voti che mi fanno: "Ciao."

«Non ti ho mai vista, sei nuova?» Mi domanda con la sua perspicacia.

«Sì.»

Luke guarda il suo orologio e sbuffa.
«Allora sali in macchina, se non vuoi arrivare in ritardo.» Mi invita.

Lo fisso scettica.
«Perché, tu vorresti arrivare in ritardo?»

«Si vede che non mi conosci ancora,» ribatte facendomi un occhiolino.

Faccio spallucce e attraverso la strada, rigorosamente sulle strisce pedonali.
«Ah, figo. Però sta' attento quando attraversi, che hai i lacci sulle scarpe.» Ironizzo per sfottere il suo cercar di essere "bad boy", peccato che lui quest'ironia, non l'abbia colta.

Per l'appunto, Luke guarda veramente le sue scarpe.
«Ma che cazz-»
E cade rovinosamente a terra su una pozzanghera.

*****

THE WIND ROSE || 5sosDove le storie prendono vita. Scoprilo ora