16 - Parcheggiatori abusivi

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REVISIONATO

MELISSA'S POV

Apro gli occhi.
Non riesco a vedere niente, la luce intensa mi offusca la vista.
Richiudo gli occhi.
Ho un dolore martellante alla testa, sembra che io abbia dormito per tanto tempo. Dopo un po' riesco ad aprire bene gli occhi per vedere dove mi trovo, sono sdraiata su un lettino e davanti a me c'è Calum seduto che mi sta fissando.
Che ci fa lui qua?
Non che mi dispiaccia eh...
«Finalmente ti sei svegliata.» Mi saluta Hood, rivolgendomi anche un cenno ed un sorriso.

«Eh già, che bel risveglio...» Gli rispondo ammaliata, mentre guardo i raggi del sole che colpiscono la sua figura. Credo che i miei occhi abbiano preso la forma di un cuoricino.

Risvegliarsi con un Calum Hood al tuo fianco trovo che sia la cosa più be...

Oddio. E se avessi russato?

Lui mi fissa intensamente e si sposta i capelli che gli ricadono sul viso.

Penso di poter morire.

«Be', risvegliarsi in infermeria non credo che sia così bello. Come ti senti?» Mi domanda dolcemente

«Molto meglio, dato che quando mi sono svegliata c'eri tu luce dei miei occhi...» Mormoro incantata, come se fossi sott'effetto di qualcosa. Subito dopo, sgrano gli occhi. Coprendomi la bocca con le mani.

Oh porco beduino.
Sto parlando ad alta voce senza rendermene conto.

«Ti riferisci a...?» Mi domanda Calum e il panico mi assale. Come se non bastasse, sento il calore invadermi le guance, facendomi diventare rossa in viso.

Melissa dì qualcosa.
Non guardarlo allo stesso modo in cui guardi la pizza quando sei a dieta.
Sembri una deficiente affamata.

Tossisco, imbarazzata.
Calum mi fissa divertito e scuote la testa.
«Per un attimo ho pensato che ti riferissi a me con "luce dei miei occhi".» Borbotta, mentre si gratta il mento, pensieroso.

Avvampo più di prima, sicuramente. Sto per ribattere, ma qualcun altro mi precede.
«Be' Calum, non mi sembri una lampadina, perché mai dovrebbe paragonarti alla luce?» Domanda retorica una voce purtroppo familiare.

Riconoscerei quella sfacciataggine nell'entrare con nochalance in una conversazione ovunque.
È il troglodita, alias il capitano di football, aka Ashton Irwin.
Faccio spallucce, Calum pure e, senza degnare un minimo di attenzione ad Ashton, io e il cinese ritorniamo alla nostra conversazione.
Però Irwin non demorde.
«Possibile che la botta in testa ti abbia resa più antipatica?» Mi chiede inacidito Ash, visibilmente irritato della mia non-risposta.

Gesticolo per mandarlo via senza nemmeno guardarlo.
Sto rimorchiando cazzo.
Ashton va via.

Quest'ultimo sbuffa.
«La smetti di gesticolare? Non sono italiano, non li capisco i tuoi stupidi gesti.» Mormora, sottolineando la parola "stupidi".

Gli rivolgo un'occhiataccia e gli faccio il dito medio.
«Questo gesto lo capisci, vero?»
Gli chiedo con sarcasmo e con un ghigno sfacciato stampato in faccia.

«Comunque noto che ti sei già ripresa...» Mormora improvvisamente Calum, facendo un cenno nella direzione di Ashton.

Faccio spallucce e alzo le mani.
«Come ci sono finita qui?» Domando, mentre mi massaggio la testa. I miei arti sono indolenziti.

Tralasciando perdere Ashton con la sua entrata ad effetto, io sono consapevole che mi trovo qui a causa di Arzaylea, visto che mi ha spinta provocando l'incontro fra la faccia e il pavimento.
E, logicamente, ho sbattuto la testa.
Voleva uccidermi quella psicopatica.

THE WIND ROSE || 5sosDove le storie prendono vita. Scoprilo ora