50 - Anche a te e famiglia

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MELISSA'S POV

«Melissa Parker, quale sorpresa.»

Sorrisetto strafottente, tono sarcastico e sguardo da spaccone.
Se dovessi descrivere Ashton Irwin, lo farei sicuramente così.
Lo raggiungo a passo lento, ma lui invece di avvicinarsi di più a me come è solito fare, mi rivolge le spalle, regalandomi una perfetta visione del suo lato migliore.

«Risparmiati certi commenti, il mondo ha bisogno di ridurre gli sprechi di energie.» Mi limito a dire con voce monocorde fingendomi indifferente, per poi sedermi a bordo piscina con estrema nonchalance.

Ashton inarca un sopracciglio verso la mia direzione, fissandomi con aria di sfida. Il colore delle pareti e lo spiraglio di luce che penetra dalla finestra lo colpisce in pieno volto, mettendo in risalto i suoi occhi verdi, oggi più vividi che mai.

«Sono io la causa del riscaldamento globale,» mi risponde prontamente facendomi un occhiolino e io, facendo una bella radiografia al suo corpo scolpito da Michelangelo ora imperlato dalle gocce d'acqua, non posso che dargli ragione mentalmente.

Lui inclina la testa di lato e mi sorride malizioso. Mi mordo il labbro inferiore, ricordandomi di un piccolo particolare... lui può leggere i miei pensieri.
«Sei sempre il solito,» borbotto infastidita dal suo atteggiamento. «Il tuo cervello purtroppo avrà subito la stessa sorte dei ghiacciai, a quanto pare.» Lui scoppia a ridere e io mordo l'interno delle mie guance, evitando di pronunciare delle brutte parole... molto brutte. Non è giusto approfittarsi così della propria capacità, usandola in questo modo.

Sospiro, scuotendo la testa.
Forse è meglio cambiare argomento e arrivare subito dritti al punto per cui io sono qui, ora.

«Sono giorni che mi eviti, Irwin.»

Già. Sono giorni che non si fa più vedere, stanno per avvicinarsi le feste, tra poco è Natale e per quanto questo periodo mi piaccia perché implica vacanze, regali e abbracci da persone che non vedi da molto tempo, non posso che starci male per le distanze che abbiamo preso ora io e lui.

Il suo sorriso si spegne in un attimo. Si è irrigidito colpo e ha lasciato spazio ad un'espressione più seria. Incrocia le braccia al petto e mantiene con più determinazione il nostro contatto visivo.

«Sei tu che non mi pensi più, Parker.»

Sbuffo, facendo una smorfia.

«Perché, l'ho mai fatto?» Lo provoco e, a giudicare dalla sua espressione, pare che abbia funzionato. Vorrei che capisse che sono la stronza di sempre, e non che io stia diventando una rammollita da quando lui...

Ha la mascella serrata, gli occhi ridotti a due fessure e i pugni stretti. Mi è bastato poco per renderlo furioso, ma non riesco a farmene una colpa perché anche io mi sento così, anche se non credo che glielo confesserò mai.

«E allora perché sei qui, Melissa?» Mi chiede guardandomi dritto negli occhi, con aria di sfida.

Già, Parker. Perché sei qui? Me lo domando anch'io.

Alla mia non risposta, accenna un sorrisetto soddisfatto che però dura il tempo di una mia sessione di studio, cioè poco. Pochissimo. Inesistente.
«Sei qui perché lui non ti soddisfa abbastanza?» Stavolta è lui a provocarmi e io non riesco a trattenermi dall'alzare gli occhi al cielo.

«Dubito che tu ne sia capace.» Lo liquido sventolando una mano e lui sorride malizioso, per poi darsi uno slancio ed uscire dalla piscina e avvicinarsi di più a me. La sua mano scivola fra le mie gambe e per un momento rimango immobile, cercando di scacciar via i pensieri poco casti che sto facendo adesso.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Jan 10, 2020 ⏰

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