48 - Teletubbies

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You need to calm down - Taylor Swift

MELISSA'S POV

Tamburello le dita sul banco, mi dondolo sulla sedia e porto la matita alle labbra con fare annoiato. Odio von tutto il cuore i corsi extrascolastici, dopo la brutta esperienza che ho avuto con quello di recitazione, ma il problema è che questo è un corso obbligatorio e non facoltativo. Siamo almeno una trentina di studenti raggruppati a cerchio e abbiamo tutti una cosa in comune: una pessima valutazione nella condotta. Coloro che si dirigono perché in presidenza un giorno sì e l'altro pure.
Già, siamo proprio noi, gli eroi.
E quindi ora siamo qui, fratelli e sorelle, riuniti per affrontare insieme il corso di educazione sessuale.

Difatti non sono stupita della presenza di molti volti già visti e rivisti: le cheerleader inquietanti, i due ragazzi con i nomi ridicoli e i Fantastici 4.
Ma non è finita qua, perché oltre a loro c'è anche lui, l'uomo che ogni volta che incrocia il mio sguardo fa smuovere le farfalle, i coccodrilli gialli, il Brucaliffo e gli umpa lumpa nel mio stomaco, colui che indossa ogni giorno una tutina diversa, monocolore, aderente e di dubbio gusto, rovinando così la mia infanzia perché sembra la versione pelosa e tutt'altro che family friendly dei Teletubbies: Mr. Cooper.

«Non ci voglio credere...» borbotta Hemmings di fianco a me alla mia destra, abbastanza incredulo:
«quest'uomo fa il professore, il coach, il vicepreside e ora pure il sessuologo? Ha più ruoli del pelato di Brazzers, porca troia.»
«Non mi stupirei se si facesse pure mia madre,» confessa Michael in un sussurro, è improvvisamente sbucato dal nulla e si trova alla mia sinistra. Stava di fronte a me, due secondi fa.
Luke gli dà una pacca sulla spalla.
«Non preoccuparti di questo, a tua madre ci penso io.» Commenta divertito, beccandosi una gomitata sul fianco da parte del rosso tinto.

Io alzo gli occhi al cielo.
«Siete dei rozzi volgari.» Sibilo, esasperata dai loro discorsi. Giro la testa da tutt'altra parte, tolgo la matita dalle mie labbra per masticare una chewingum con la bocca rigorosamente aperta per creare delle bolle enormi, incrocio le braccia al petto e accavallo le gambe. Da lontano vedo Rose che mi fissa sorridente e mi saluta con un cenno. Roteo gli occhi e le rifilo un bel dito medio.
Oggi non è giornata.
Il biondino finge un colpo di tosse:
«dicevi, Parker?»

Roteo gli occhi e alzo le spalle senza rispondergli, mi passo una mano fra i capelli per spostarmeli e attorciglio una ciocca fra le dita distrattamente, sbadigliando. Ora avrei solo bisogno di andare a casa e starmene a letto, un improvviso senso di stanchezza mi sta assalendo in questo momento. Non riesco a tenere gli occhi aperti, faccio fatica a seguire con lo sguardo ogni movimento del professore, il quale ora è intento a scrivere qualcosa col gesso sulla lavagna.
Forse non ha ancora scoperto l'esistenza di quelle elettroniche.

Strofino gli occhi con le mani, per riuscire a leggere quel che c'è scritto:
"precauzioni da adottare per evitare spiacevoli problematiche come le malattie veneree (sessualmente trasmissibili). A meno che voi non siate sterili, in quel caso adottate pure i bambini e non solo delle protezioni".
Continuo a strofinare gli occhi per capire se c'è scritta davvero quella cosa imbarazzante che ho appena letto, o se sto semplicemente sognando. E purtroppo è reale.

Incrocio le braccia al petto e sbuffo, già esasperata all'idea di dover restare in questa classe di trogloditi per almeno un'ora della mia vita insulsa.
«Presumo che il titolo della lezione sia l'unica cosa lunga presente in quest'aula.» Mormoro provocatoria indicando la lavagna, facendo ridacchiare le ragazze e beccandomi delle occhiatacce da parte dei ragazzi, in particolare dai giocatori della squadra di football.
«Se le nostre dimensioni fossero direttamente proporzionate al tuo QI, avresti ipotizzato bene, Parker.» Risponde a tono Irwin con divertimento, mordendosi il labbro inferiore mentre pronuncia il mio cognome con una lentezza estenuante. I suoi compagni di squadra fischiano con approvazione e io mi limito a rivolgergli un'occhiataccia. Chi poteva ribattere, se non il capitano?

THE WIND ROSE || 5sosDove le storie prendono vita. Scoprilo ora