39 - Operazione: "Stalkeriamo lo stalker"

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Jonas Brothers - Sucker

MELISSA'S POV

È appena suonata la campanella, segno che la pausa pranzo è finita e che manca l'ultima lezione.
Quella di matematica.
Col professor Somerhalder.
Alla fine la sua botta in testa non era nulla di grave, purtroppo, quindi è gia ritornato a scuola.
Entro in classe e mi siedo di fianco a Luke, entra anche Somerhalder con tutta quella sua marea di libri che non utilizza mai e si accomoda fissandoci sempre con quel suo ghigno malefico.

Alzo la mano e il professore inarca un sopracciglio nella mia direzione.
«Che vuoi, Parker?» Mi domanda bruscamente, per poi riportare la sua attenzione su un libricino in particolare.
Probabilmente è il death note e sta progettando la mia morte.

Io mi stampo un'espressione angelica sul volto.
«Volevo ringraziarla per la bellissima lezione di ieri...» mormoro.

Il prof aggrotta la fronte, fissandomi perplesso.
«Ma io ieri non c'ero.»

Un ghigno involontario compare sul mio volto.
«Appunto.» Ribatto e una risatina di sottofondo da parte dei miei compagni fa innervosire ancor di più il prof.

Il professore sbatte il libro sulla cattedra, facendo sobbalzare me e tutti gli altri.
Rabbrividisco.
Forse era meglio se mi stavo zitta.
«Parker, puoi venire un attimo fuori? Credo che sia arrivato il momento di fare due chiacchiere.» Afferma con un sospiro, alzandosi ed indicandomi la porta, per farmi uscire.

Okay.
Questo non me lo aspettavo.
Lui è William e ora mi ammazza.
Me lo sento.

Fingo di essere tranquilla e mi alzo a mia volta, Luke mi fa un cenno, augurandomi un buona fortuna manco stessi andando in guerra.
Appena esco il professore mi fissa con uno sguardo glaciale e ha pure le braccia incrociate.
Qui si mette male.
«Io credo che tu non abbia iniziato l'anno scolastico nel migliore dei modi,» esordisce, sto per dire qualcosa ma mi interrompe. «Però credo anche che io non abbia assunto il giusto atteggiamento verso i tuoi confronti. Sempre se ci sia un atteggiamento giusto da assumere con te, sia chiaro.»

Io rimango in silenzio e non dico nulla.
Il professore riprende a parlare.
«Hai preso un brutto voto e questo pensavo che ti facesse venir voglia di dare di più, di impegnarti.» Mormora fissandomi con uno sguardo severo. «So che sei in un'età difficile e che vorresti solamente divertirti, ed è giusto, i brutti voti non sono un problema, nemmeno essere bocciati lo è. Ma vorrei un po' di impegno da parte tua, so che se ti impegni, ce la puoi fare, Parker.» Mi dà una pacca sulla spalla e mi sorride.

Io mi trattengo dall'alzare gli occhi al cielo e annuisco.
Mi sta facendo la paternale per poi uccidermi senza sensi di colpa.
Il professore mi sorride nuovamente.
«Ti è mai capitato di risolvere un'espressione algebrica e di non trovarti col risultato perché hai sbagliato uno stupidissimo segno?»

«Tutti i giorni,» affermo divertita.

Ma chi cazzo le fa le espressioni?
È un miracolo se prendo una penna in mano.
No, scherzavo.
È un miracolo se è presente una penna nel mio astuccio.

«La vita è come la matematica, basta un piccolo dettaglio per ribaltare il risultato. Molto spesso ci sfugge qualcosa,» borbotta il professore alias Alessandro Borghese il ribaltatore di risultati, mi sta facendo una lezione di vita e nessuno gli ha chiesto niente. «Ti consiglio di riguardare quello che hai fatto e non parlo solo degli esercizi. Sono sicuro che se ripenserai a tutte le cose che ti sono successe, capirai molte più cose. Riuscirai a collegare tutto, a risolvere tutti i tuoi problemi, anche quelli matematici.»

THE WIND ROSE || 5sosDove le storie prendono vita. Scoprilo ora