3 - Altolà sudore

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REVISIONATO

MELISSA'S POV

Tralasciando il fatto che Luke mi abbia inviato contro un milione di maledizioni ed insulti di ogni genere, io sono riuscita a difendermi lo stesso,  sgattaiolando via dalla sua macchina, ovviamente. Ora mi trovo di fronte alla segreteria.
Prima mi sono persa un sacco di volte, visto che questo posto sembra un labirinto, ma questi sono dei dettagli irrilevanti.
Mormoro un "Buongiorno" appena udibile, ma che la signora un po' paffuta ma dallo sguardo gentile riesce a captare lo stesso.
«Di cosa hai bisogno?» Mi domanda, mentre scrive qualcosa al computer.

Io mi guardo intorno curiosa e picchietto le dita sulla scrivania.
«Del foglio dei miei corsi, sono Melissa Parker.» Spiego brevemente e lei apre un cassetto pieno di scartoffie e documenti vari.

«Melissa Parker,» ripete il mio nome mentre continua a cercare il foglio. Lo trova. «Ecco a te, ora dovresti andare nell'aula di matematica col professor Somerhalder e ti consiglio di sbrigarti, si irrita facilmente quell'uomo.» mi porge il foglio, strizzando l'occhio nella mia direzione.

Mamm 'ro Carmen.
Solo matematica ci voleva ora ad una rincitrullita come te.
San Gennà, aiutace tu.

Ringrazio la vocina della mia coscienza per essere sempre così d'aiuto.
Guardo il foglio con i miei corsi spaesata, non so come muovermi in questo posto.
Mi sento smarrita.
Dopo essermi persa almeno 14 volte, la Dora l'Esploratrice che c'è in me alla fine, è riuscita a trovare l'aula di matematica.

Guardo di nuovo il foglio e, non appena alzo nuovamente lo sguardo, vado a sbattere con la testa contro qualcosa.
Mi porto la mano sulla tempia dolorante e fisso il braccio del ragazzo con i capelli color miele che ho di fronte.
«Abbassa quell'ascella, non ci troviamo nella pubblicità di altolà sudore.» Ringhio infastidita, continuandomi a toccare il punto dove mi sono fatta male.

Il ragazzo che ho di fronte mi fissa con aria di sufficienza.
«E tu chi sei?» Sputa le parole, sprezzante.

Alzo gli occhi al cielo e sbadiglio.
«Goku non lo sai.» Ribatto con ironia, dandogli una spintonata per farlo spostare.

«Senti ragazzina forse tu non hai cap-» ma non fa in tempo a minacciarmi, che la porta si apre.

Un uomo con la postura rigida e i capelli scuri, con due occhi azzurri tremendamente glaciali, lo zittisce con uno sguardo.
«Voi due,» ci indica e il suo sguardo si alterna tra la mia figura e quella di sto tizio. «Che state facendo qui fuori? Aspettate che la porta si apra magicamente da sola?» Domanda con sarcasmo, invitandoci ad entrare con un gesto un po' intimidatorio.

«In genere quando passo io, di solito tutto si apre automaticamente.» Ribatte altolà sudore con un occhiolino e il professore che deduco sia Somerhalder, gli dà una pacca sulla schiena per farlo allontanare in fondo a tutto.

Ottimo, sono rimasti solo due banchi, quindi io dovrei sedermi vicino a lui.
Di bene in meglio, oserei dire.
Ho tutti gli occhi dei miei compagni puntati su di me e riesco anche a scorgere i capelli rosa e i capelli unti dei due ragazzi che ho incontrato.

«Tu dovresti essere la nuova alunna, giusto?» Mi domanda il professore con un sorriso un po' inquietante ed io annuisco. «Presentati alla classe,» afferma, invitandomi ad alzarmi.

Titubante, mi alzo dalla sedia e mi schiarisco la gola.
«Mi chiamo Melissa Parker, vengo da Napoli, in Italia e... la pizza qui in America mi ricorda un oggetto imponente di colore bianco.»

«Le porte del Paradiso?» Mi domanda il prof con ingenuità.

«No, il cesso di casa mia. Fa altamente cagare.» Ribatto stizzita scatenando un risolino dal deficiente che ho di fianco, mentre il professore mi fissa incredulo.

THE WIND ROSE || 5sosDove le storie prendono vita. Scoprilo ora