32 - Crack

523 101 320
                                    


MELISSA'S POV

Guardo Michael Clifford mentre parla a telefono.
Una volta tornati sui nostri passi, abbiamo trovato il portone e, quando Calum l'ha aperto, esso ci ha teletrasportati da dove eravamo partiti.
Ora sono all'incirca le 8:30p.m. ed io e Michael stiamo tornando a casa.
«Sì certo, arrivo a breve, non preoccuparti, ciao» parla Michael quasi in modo automatico, chiudendo la chiamata con l'altra persona dall'altra parte del telefono.

Io sono piuttosto sconvolta e accendino boy lo nota, posa il telefono nella sua tasca e inarca il sopracciglio.
«Perchè hai quell'espressione incredula?»

Continuo ad avere gli occhi sgranati e a camminare.
«M-ma quindi voi americani salutate a fine chiamata? Incredibile, i film e le serie TV mi hanno mentito per anni!» affermo stupefatta, portandomi una mano all'altezza del cuore, mi sta per venire un infarto.

Michael si sbatte una mano in fronte, questo è un segno comune fra i ragazzi frustati.
Non sono io la pazza fra noi due.
«Mai una volta che dalla tua bocca uscisse qualcosa di intelligente.» borbotta.

Gli rivolgo un'occhiataccia e gli do una gomitata.
«Guarda che io ogni tanto dico qualcosa di intelligente» drigno a denti stretti.

Michael aggrotta la fronte.
«Ad esempio?» Sghignazza.

Gli sorrido.
«Ad esempio quando ti mando a fanculo»

Michael scuote la testa divertito e mi circonda il collo col suo braccio, per poi darmi un bacino sulla fronte.
«Ti ho mai detto che ti voglio bene?» Afferma incrinando la voce, come se stesse parlando con una bambina di cinque anni.

Alzo gli occhi al cielo e sposto il suo braccio con delicatezza.
«Cosa vuoi, Michael? Non ti faccio nessun favore» metto in chiaro.

Io già non faccio le cose che dovrei fare io, figuriamoci quelle degli altri.

Michael mi da una spallata giocosa e mi scompiglia i capelli.
«Non voglio niente, possibile che tu debba sempre pensare in negativo? Non tutti abbiamo doppi fini»

«In che senso?» Domando confusa.

Michael non mi guarda mentre parla, ha il capo inclinato verso il basso.
Il cemento è più interessante di me, a quanto pare.
«Chi cerca a tutti i costi di guadagnarsi la tua fiducia, probabilmente sarà il primo che ti pugnalerà alle spalle»

Inarco il sopracciglio.
A chi si riferisce?

Prendo un respiro profondo, consapevole che ciò che dice in parte è vero.
Mi metto il cappuccio sulla testa e continuo a camminare con Michael al mio fianco, per strada vedo la gente spensierata, c'è uno nella macchina che suona a ripetizione il clacson a quello davanti che non si muove di un millimetro e dopo pochi secondi è quello davanti che le sta suonando a quello che gli rompeva il cazzo.
Ah, che bello il mondo.

Forse dovrei fidarmi anche di Michael, non solo di Cal e Ash.
Schiudo le labbra, pensando a cosa dire.
«Io con Calum e Ashton, nello spogliatoio, ho parlato di alcune cose...» inizio a parlare e vedo che Michael alza la testa di scatto. «Anche se non riesco a tornare indietro nel tempo, in questi giorni ho avuto delle visioni»

Michael annuisce e mi batte il 5.
Io rimango confusa da questo suo gesto.
«Finalmente anche tu stai sviluppando la tua abilità! È fantastico, devo dirlo a Luke» afferma prendendo il suo cellulare.

Sono rimasta interdetta.
Passano dei secondi e mi riscuoto dal mio stato di trance.
«No!» urlo, ma è già troppo tardi.
Ha già inviato il messaggio a capelli unti.

THE WIND ROSE || 5sosDove le storie prendono vita. Scoprilo ora