45 - Mettimi alla prova

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MICHAEL'S POV

«Luke, hai visto anche tu quello che ho visto io?» Gli domando in un sussurro, aguzzando bene la vista per guardare meglio la persona che sta uscendo adesso dallo sgabuzzino. È Melissa, però stranamente è da sola.
«Luke...» lo richiamo, ma lui non mi risponde. Mi giro di scatto e capisco che in realtà lui non sia più nascosto dietro questa parete insieme a me.

«Rose, non fare la stronza!» Questa è la voce di Luke. «Questo bagno si sta allagando tutto e in quest'altra stanza possiamo benissimo starci entrambi. Quindi non fare la vacca e fammi entrare.» E sento come se qualcuno stesse prendendo a pugni una porta.
Mi sbatto una mano in faccia e, con estremo piacere, noto che non ci sia nessuno in questo corridoio.
Dopo pochi istanti, sento il rumore di una porta che viene aperta con forza e infine un urlo.
«Qui non stiamo in Titanic, Rose...» sento urlare da parte di Hemmings
«Sarà Jack a salvarsi il culo, stavolta!»

E poi vedo il biondino con i capelli unti uscire dal bagno, mentre di Rose, invece, non c'è nessuna traccia.
Incrocio le braccia al petto e lo fisso con sguardo severo.
«Mi spieghi cosa stavi combinando lì dentro? Adesso molesti le cheerleader?» Gli chiedo al limite dell'esasperazione e lui scrolla le spalle.
«Stavo per far scontrare Rose con la sua adorabile nave contro il mio ghiacciaio.» Dice infine facendo una metafora e io alzo gli occhi al cielo, non capendo bene cosa voglia insinuare.
«In sintesi?»
«Volevo rompere il ghiaccio e invece ho rotto solo i coglioni.»
«Hai finito?» Domando scocciato, con uno sbuffo.

Adesso devo pensare ad altro e non alle sue cazzate.
Ho perso di vista Parker, ma davanti ai miei occhi è appena comparso qualcun altro.
Anche Ashton è uscito da quel maledetto sgabuzzino e questo non fa altro che mandarmi in paranoia.
Li ho persi d'occhio solo per una quindicina di minuti, Cristo.
«Hai visto?» Richiamo Luke in un sibilo dandogli una gomitata per attirare la sua attenzione.
«Che c'è?» Mi domanda infastidito, toccandosi il fianco dove l'ho appena colpito. Io sbuffo rumorosamente.
«Abbiamo un problema.» Dico e lui inarca un sopracciglio.
«Dimmi tutto...» dice agitato.
«Sto già sudando freddo.» E si sventola una mano in faccia per prendere aria.

Gli do uno schiaffo sulla nuca.
«Smettila di fare il coglione. Noi due abbiamo un problema e questo problema ha un solo nome.»
Luke corruga la fronte.
«E cosa dovremmo fare? Prestargli altri nomi visto che noi ne abbiamo più di uno-» e gli arriva un altro schiaffo. «Ahia!» Si lamenta. «Ma che ho detto di male, ora...» borbotta infastidito, massaggiandosi la testa e fissandomi contrariato.
«Non devi dire queste cose ad alta voce,» sbotto, puntandogli il dito contro. «Qualcuno potrebbe sentirci ed è pericoloso per il nostro piano.»

«Mi spieghi chi potrebbe mandare all'aria tutto?» Mi chiede e io sospiro, lo afferro per il braccio e lo tiro via per farci allontanare da questo corridoio, dobbiamo seguire Melissa, ora.
«Sono sicuro che Ashton Irwin ci darà un sacco di problemi e noi lo dobbiamo tenere sotto controllo. Altrimenti, siamo fottuti.» Gli ricordo e Luke mi circonda il collo con un braccio e mi strattona
«Andiamo, rilassati. Irwin non è un problema, lo sai.» Cerca di tranquillizzarmi e io roteo gli occhi.

«Lo sarà se tu non seguirai i miei ordini. Quindi fai ciò che ti dico io e cerca di evitare tutte quelle stronzate che fai, testa di cazzo.» Concludo acido e senza alcuna intenzione di continuare la conversazione. Sono nervoso e lui è completamente inutile.
Si porta una mano sul petto con fare teatrale, mi rivolge un sorriso di scherno e si allontana da me.
«Basta con i complimenti, Michael! Così mi farai sciogliere.» E mi fa un occhiolino, per poi scomparire definitivamente dalla mia vista.

*****

MELISSA'S POV

«Bene ragazzi, datemi le vostre considerazioni riguardo quest'uscita didattica. Qual è la cosa che vi è garbata di più di questa gita del cazzo?» Domanda il professore e si vede da lontano un miglio che in realtà la cosa non gli interessi minimamente.
«Il fatto che sia finita.» Ribatte Michael Clifford il simpaticone, riabbassando la mano. Alzo anch'io a mia volta la mano, per parlare.
«A me son piaciute le giacche.» Rispondo con un sorrisetto sfacciato stampato in faccia, lancio un'occhiata di sfida a Bryana, la quale non esita a fulminarmi con lo sguardo e ad attorcigliarsi i capelli fra le dita assiduamente per il nervosismo.

THE WIND ROSE || 5sosDove le storie prendono vita. Scoprilo ora