35 - Crisi di mezz'età o di identità?

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MELISSA'S POV

Dopo un lungo viaggio, (in realtà è durato due secondi) io e i ragazzi ci troviamo in una stanza buia piccolissima e di fronte, ovviamente, abbiamo in tutta la sua demenza, Mr. Smith.
Il preside ha un sombrero in testa e due maracas in mano che sta facendo scuotere freneticamente.
Sbuffo, esasperata.
Possibile che quest'uomo abbia sempre delle crisi d'identità?
«Hola chicos, ma quanto siamo belli oggi?» Annuncia il preside sistemandosi i capelli con un gesto rapido.

Lule sorride soddisfatto per il complimento.
«Sì, lo sappia-»

Il preside lo blocca con un gesto.
«Stavo parlando con me stesso medesimo.» afferma con un sorrisetto sfacciato.

Alzo gli occhi al cielo.
Si prospetta una sfida... interessante.

Mr. Smith continua a sorridere.
«Dato che William ha la capacità di poter prendere le sembianze di chi vuole, la prova di oggi si baserà su questo.»

Michael sbuffa e incrocia le sue braccia al petto, annoiato.
«Stiamo facendo solo viaggi su viaggi, ora faremo una seconda prova però di William non c'è ancora nessuna traccia.»

Il preside scuote la testa facendo attenzione a non far cadere il suo sombrero, è contrariato da ciò che ha detto Michael.
«Impossibile, probabilmente voi parlate anche con William e non ve ne rendete conto. Io voglio allenarvi solo per non farvi uccidere da quel pazzo.» Sospira, sedendosi sulla sua cattedra.

Non ho ancora capito il motivo per cui il preside teletrasporti insieme a lui una cattedra.
In qualsiasi posto, in qualsiasi situazione.
Non riesco a comprendere l'utilità onestamente, perché a parer mio è inutile.
Inutile come le magliette che Calum Hood si ostina ad indossare coprendo così i suoi addominali.
Potrebbe togliersele e risolvere almeno 78 problemi da cui l'umanità è afflitta.

Io comunque mi limito ad annuire.
William potrebbe anche essere mio padre, dato il suo ultimo messaggio.
Ma potrebbe anche essere solamente una coincidenza.
Non credo che mio padre voglia uccidermi.
Ogni volta che ritornano da un viaggio mi portano sempre qualche regalo.
Non sono loro i miei nemici.

Luke si accascia a terra insieme al suo barattolo di gel, alla fine lo psicopatico l'ha portato con sè.
«Mr. Smith ieri abbiamo fatto una prova e oggi ne faremo un'altra, siamo stanchi. Non potremmo rimandarla?» Gli domanda esausto, ma continua a parlare imperterrito, senza dargli il tempo di ribattere. «Noi non siamo come lei, non passiamo la vita a spazzolare i capelli finti delle Barbie, facciamo altre cose nella vi-»

Il preside si alza di scatto e si posiziona di fronte a noi, interrompendolo.
«Assolutamente no!» Esclama con un tono di voce che non ammette repliche. «Non capite che William potrebbe farci fuori da un momento all'altro? Potrebbe uccidermi anche domani e voi dovrete essere pronti!» Sbraita e nessuno di noi fiata una parola, rimaniamo in silenzio perché ha ragione.

Si schiarisce la gola, calmandosi.
«Dato il potere di William, la prova di oggi si baserà su questo e la farà solamente Melissa, dato che è il suo bersaglio principale. Voi quattro vi allenerete con le armi.»

Michael sbuffa, come al suo solito.
«Ma cos'è questo razzismo? Anche io voglio giocare ad "Indovina chi" non è giusto che lo debba fare solo la finta bion-»

Il preside gli lancia i due maracas addosso.
«Melissa e Ashton, prego, venite qui.» afferma, aprendo le braccia in segno di invito.

Io e Ash ci scambiamo delle occhiate confuse ma ci avviciniamo.
«Irwin, dammi la mano e dalla anche a Melissa.» Lui fa ciò che dice, ma un'espressione confusa gli dipinge il volto.
«Ora concentrati. Entra nella mente di Parker e dimmi cosa vedi.» gli ordina.

THE WIND ROSE || 5sosDove le storie prendono vita. Scoprilo ora