Mi dispiace

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Hello sweeties💋
Vi volevo chiedere di leggere lo spazio autrice please.
Grazie mille se ENJOY il capitolo!


Continuo a domandarmi se il piano che io e Jace abbiamo elaborato funzionerà.
Sento il cuore rimbombarmi nelle orecchie , tutti gli altri suoni sono ovattati.
Mi sono accovacciata dietro la porta con un vassoio di ferro in mano, mentre Jace è sul letto.

Stiamo aspettando l'uomo che di solito ci porta la cena.
Appena entrerà nella stanza per posare il cibo sul tavolino lo attaccherò da dietro colpendolo alla testa.
Sono consapevole del fatto che questo sia da codardi, ma a mali estremi estremi rimedi.

Fuori dalla finestra riesco a vedere il sole tramontare per dare posto alla luna.
Mi domando se non si stanchino mai di rincorrersi, la luna accompagnata dalle stelle mentre il sole dalle nuvole.
Mi ricordo di tutte le leggende che mia madre mi raccontava sulla dea della luna e sul Dio sole.

In fondo li capisco, anch'io inseguirei all'infinito l'amore della mia vita, sacrificando tutto quello che ho, nel dubbio dei sentimenti dell'altro.
Mi viene in mente Alex, ma mi ricordo di non essere più niente per lui, non lo sono mai stata.

Sentiamo la serratura della porta scattare, mi tengo pronta appiattendomi ancora di più al muro.
Nella stanza entra un uomo sulla quarantina, ha i capelli marroni e delle spalle larghe.
Non riesco a vedere nient'altro, la sua schiena enorme occupa tutta la mia visuale.

< Ecco a voi la cena bastardi> il suo tono derisorio mi fa ribollire il sangue nelle vene.
Tutti i momenti passati in quest'inferno ritornano a galla.
I miei muscoli si irrigidiscono tanto da iniziare a farmi male.

<la puttanella dove sta?>
Non do il tempo a Jace di rispondere che con tutta la forza che ho colpisco l'uomo sulla testa.
Non riesco a stenderlo come avrei voluto.
Barcolla mentre si appoggia alla scrivania per non cascare a terra.

Lo vedo girarsi a rallentatore, tira fuori dalla fondina una pistola nera lucida.
Me la punta alla testa, io mi immobilizzo fissandolo con gli occhi sgranati, non avrei mai accettato una morte come questa, una morte in cui sono consapevole di non aver vissuto al massimo, una morte in cui io ho paura, ma soprattutto una morte in solitudine.

Avete presente il momento in cui rivedere i momenti più belli della vostra vita prima di morire?
Ecco, è tutta una cazzata, non posso fare altro che rivivere tutte le mie sofferenze e tutti i miei rimpianti. Non ho mai baciato Alex.

Un sorriso amaro si impossessa della mia bocca, vedo uno sguardo incuriosito da parte dell'uomo prima di vederlo a terra svenuto.

Alzo la testa incontrando gli occhi verdi di Jace.
Sono impauriti e preoccupati, preoccupati per me.

Mi prende per mano senza dire una parola e si impossessa dell'arma ormai abbandonata per terra.

Iniziamo a correre come se non ci fosse un domani, perché in questo caso è assolutamente vero.
Se riuscissero a prenderci sarebbe la nostra fine.

Attraversiamo corridori eleganti, ricoperti solamente di un tappeto rosso.
Il suono ovattato dei nostri passi fanno compagnia allo scalpitare dei nostri cuori.

Mano nella mano continuiamo a vagare per i corridoi.
Cerchiamo la porta che può portarci alla libertà.

Jace si ferma all'improvviso e non avendo tempo per fermarmi vado a sbattere contro la sua schiene.
Lo sento irrigidirsi mentre sentiamo delle voci profonde rimbombare lungo i corridoi.

Facciamo un paio di passi indietro immobilizzati al suono di quelle voci che sono simili ad un annunciazione di morte.

Riprendendo il possesso dei nostri corpi, facciamo marcia indietro voltando a destra.

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