PROLOGO

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Aveva appena chiesto alla donna che amava di incontrare i suoi genitori. Non era per se stesso, ma per dimostrarle che aveva intenzione di costruire qualcosa di più importante con lei. Voleva dimostrarle che anche lui poteva cambiare. 

Aveva lasciato la risposta di Alice in sospeso. Perché? 

Calligaris era passato per qualche motivo personale ed era andato a trovarli, prima di andare via. Da amico, Claudio, gli propose di prendere un caffè assieme prima di andarsene e per scambiare due chiacchiere che non contemplassero il lavoro.

"Allora?" Claudio rientra in ufficio "Dove eravamo rimasti?" la guarda con intensità.

"Calligaris?" gli chiede, di certo non era quello che si aspettava da lei in quel momento.

"E' andato via!" le risponde, lei in si alza dalla sedia e corre verso la porta "Dove vai?"

Con estrema fretta, Alice si volta verso di lui "Ha dimenticato i cioccolatini!!" gli sorride e corre via. Alice andò dietro a Calligaris, che si era fermato per salutare Einardi. Il PM era appena sceso dalla sua motocicletta e gli stava andando incontro. 

"Aspetta?!" Alice fa voltare Roberto che le sorride "I cioccolatini!" lei finisce gli ultimi scalini per raggiungerlo. Quello che avvenne dopo fu fulmineo, forse non per tutti. Dalla via che portava all'istituto arrivò una motocicletta  che rallentò quanto bastava per poter esplodere diversi colpi verso la gradinata e scappare via. Le urla delle persone li vicino fecero da eco agli spari esplosi. Il terrore si dipinse nel volto di molti spettatori sfortunati.

"Sergio...stai bene?" Roberto ripone la sua arma nella fondina e guarda il suo collega, era solo molto scosso. Lui si volta con un cenno affermativo, poi i suoi occhi si riempono di terrore, erano fermi che guardavano a terra. 

"ALICE?!" si affretta ad abbassarsi sul corpo gracile della ragazza. Alice era a terra, gli occhi spalancati dal terrore e le mani che le tremavano, cercavano di tenere premuto sulla ferita, ma sentiva ancora il ronzio dello sparo.

"CLAUDIO?!" Roberto si abbassa, cercando di aiutare, mentre la persona interpellata uscì di corsa dall'edificio, pronto a soccorrere chi ne aveva bisogno.

"Perde troppo sangue!" Sergio alza lo sguardo su di lui. Claudio non capiva. Chi stava perdendo troppo sangue? Gli mancò il fiato quando si rese conto che Alice era stesa sugli scalini, il camice macchiato di sangue e gli occhi che guardavano terrorizzati le persone a lei vicine. Dopo qualche secondo di shock, Claudio si gettò su di lei ed iniziò a fare pressione con le mani.

"CHIAMATE UN'AMBULANZA!" urla agli specializzandi e ai medici che erano usciti per vedere cosa stesse succedendo. Nel momento stesso in cui le sue mani iniziarono a premere sulla ferita, gli occhi di lei si incatenano ai suoi. I loro sguardi erano un carico di emozioni caotiche che rendevano il tutto ancora più difficile da affrontare.

"Ho freddo!" le sue parole erano quasi un sussurro.

"Shh...non parlare Alice, vedrai...adesso arriva l'ambulanza" era dannatamente terrorizzato. La paura di perderla si stava impossessando di lui e la sua lucidità era messa a dura prova.


In sala d'attesa erano giunti tutti. Sergio e Roberto erano stati trattenuti per le indagini, desiderosi di trovare i responsabili di quell'attentato, ma erano riusciti a liberarsi per raggiungere l'ospedale. Lara, Paolone e Silvia erano su tre sedie staccate dalla famiglia. Marco stava stringendo la mano a sua nonna. Quest'ultima si trovava in uno stadio di terrore, le lacrime non cessavano di scendere sul suo volto e i pensieri negativi continuavano ad affollare la sua mente.

"Alice?!" osa chiedere Sergio, facendo alzare lo sguardo a tutti.

"Non sappiamo ancora niente" sospira Silvia, anche lei visibilmente scossa dalla faccenda.

"Il dottor Conforti è entrato con lei" ci tiene ad informarli Amalia, con la voce rotta dal pianto.

I due si siedono insieme agli altri e aspettano. I minuti si trasformano in ore e l'ansia si trasforma in preoccupazione. Come avessero fatto delle prove, si alzano tutti insieme all'apertura delle porte che delimitano l'area riservata. Era Claudio. Il volto sconvolto e gli occhi stanchi. Indossava la divisa da chirurgo e gli occhi trasmettevano tanta preoccupazione.

"Claudio?!" Sergio lo guarda preoccupato, non lo aveva mai visto in quello stato.

"E' grave" sospira, sapendo di doverli informare della situazione, cercando di farsi capire da tutti "Il proiettile ha perforato il pericardio, ci sono state delle complicazioni durante l'intervento e ha perso molto sangue" si toglie la cuffietta verde che aveva in testa.

"Ma...è viva?" vuole assicurarsi Amalia, con un filo di voce e di speranza "La mia nipotina è viva?" definirla nipotina non era un epiteto a caso, perché Alice era e sarà sempre la sua bellissima e speciale nipotina dal cuore d'oro.

"E' viva" annuisce.

"Grazie al cielo" Amalia si porta una mano alla fronte e tira un sospiro di sollievo.

In quel momento esce la lettiga che trasporta il corpo pallido e dormiente di Alice. Come avevano potuto farle del male? Perché avevano tentato di strapparle via la sua vita? 


Eccovi questo inizio un po' tragico. Spero non la prendiate a male per questo capitolo un po' triste. 

Mi piacerebbe sapere cosa ne pensate, sia che siate soddisfatti oppure no,accetto volentieri consigli e pareri. Ringrazio chi ha letto questo primo capitolo...e spero possiate iniziare a seguirmi in quelli futuri.

Francesca B. Un Bacio a tutti!"

L'Allieva - Ricordati che ti amoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora