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"Fumare fa male, non te l'hanno mai detto?" La vidi da lontano, non sapevo se fosse davvero lei o se fosse solo una ragazza che le somigliava. Pensai al nostro battibecco per tutta la notte e i giorni seguenti e sperai che si facesse di nuovo viva al locale ma niente. Ma ora eccola lì, con un camice bianco sporco di colla e la sigaretta tra le labbra.
"Rompere il cazzo alla gente fa male, non te l'hanno mai detto?" Mi rispose facendomi sorridere.
"Che ci fai qui?" La guardai da capo a piedi, lei si raddrizzò e gettò il mozzicone a terra calpestandolo con il piede.
"Io lavoro qui" indicò un capannone alle sue spalle e io annuii.
"In fabbrica?" Domandai e fece di sì con la testa, incrociando le braccia sotto al seno.
"Noi poveri ci facciamo piacere qualsiasi lavoro basta che ci pagano" mi disse. Forse mi ero espresso male, non volevo che pensasse che stavo denigrando il suo lavoro, anzi. Mi piacevano le persone laboriose e lavoratrici, le trovavo migliori.
"Certo, lo capisco" mi poggiai al muro accanto a lei "non sei venuta più al locale" le domandai poco dopo.
"Mh no.." alzò lo sguardo e sbuffò "il proprietario è un rompicazzo" disse e mi fece ridere.
"Beh magari è rompicazzo con chi gli dà fastidio, non con tutti"
"Non lo so, con me è stato rompicazzo" disse, poi guardò l'orologio e quasi saltò quando vide l'orario "devo tornare a lavoro, la pausa è finita da un pezzo" disse e senza aggiungere altro entrò nel capannone chiudendosi la porta alle spalle.
"Ciao anche a te" la salutai come se ce l'avessi ancora di fronte e me ne tornai al mio locale. La sua fabbrica e il mio ristobar erano praticamente adiacenti. Sapevo che qui ci fosse una fabbrica ma non avevo mai visto nessuno lavorarci.
La serata passò tranquilla, poi verso le dieci la vidi entrare. Da sola, fiera e arrogante. Vestita con un pantalone nero in pelle e una canotta che le lasciava intravedere il seno non molto abbondante, capelli mossi e lunghi, rossetto rosso. Non trovavo aggettivi per descriverla.
"Ciao, mi fai portare un Jack Daniel's?" Mi chiese e immediatamente abbassò lo sguardo sul suo cellulare.
"Ecco a te.." gli misi il bicchiere col liquore sul bancone e poi le tesi la mano "io comunque sono Arkadiusz, per gli amici Arek" dissi sorridendo.
"Piacere Federica, per gli amici Federica" mi rispose stringendomi la mano, poi tornò con lo sguardo sul suo cellulare.
"Simpatica" dissi ironico e lei non fece niente. Nemmeno si mosse. "Vuoi qualcos'altro?" Le domandai.
"Si, voglio fumare"
"Fuori non qui" sbuffò e inarcò le sopracciglia.
"Perché quella troia può e io no?" Urlò alzandosi dallo sgabello. Neanche a farlo apposta c'erano di nuovo Marek e Sam e la ragazza aveva di nuovo la sigaretta tra le labbra.
"Stai parlando di me?" Sam sentì e si avvicinò a noi.
"Sì, solo perché ti fai scopare da quello con la cresta puoi fare ciò che vuoi qua dentro?" Le domandò. Sam si guardò intorno, guardò Marek e poi me.
"Sì" disse lentamente a mò di sfida "proprio così" continuò.
"Allora sei proprio una troia, ho detto bene"
"Troia ci sarà tua madre"
"Troia sei tu che stai con uno sposato, lo sanno tutti" disse lei.
"Non è più sposato, sei non sai le cose chiudi quel cesso che hai al posto della bocca e vola basso" gli animi si stavano riscaldando troppo e stavano iniziando ad alzare troppo la voce.
"Ora basta, qua dentro nessuno fuma, ok?" Guardai le ragazze e anche Marek. Tutti annuirono e il mio capitano si portò via la sua ragazza.
"Ti sembra il modo?" Chiesi a Federica che nel frattempo si era seduta di nuovo sullo sgabello.
"È il mio modo" disse serena "ma qui fate anche feste private?" Indicò il locale e io annuii.
"Certo" mi scioccò il modo repentino in cui passò da un argomento all'altro.
"Mi fai un preventivo per antipasto, pizza e bibite?"
"Di che si tratta?"
"Mia sorella si sposa e volevo organizzarle un addio al nubilato"
"Quante persone siete?"
"Facciamo una decina"
"Okay. Dammi la tua email che ti mando il preventivo nei prossimi giorni"
"No, mi annoia aspettare" poggiò una mano sulla mia e si avvicinò a me con il viso "non puoi farmelo ora?" Mi domandò.
"Di solito non lo faccio.."
"Dai.."
"Mh.." ma sì, sono io il capo qui e posso fare ciò che voglio "trecento euro, più o meno trenta euro a persona" dissi dopo aver velocemente fatto due calcoli.
"Mh, okay.." tornò a sedersi normalmente.
"Fammi sapere tu se vuoi farlo e quando"
"Sì tranquillo" Sbuffò come sempre, poi vidi un lampo di luce attraversarle gli occhi. Si poggiò con i gomiti sul bancone e mi avvicinò di nuovo.
"Puoi lasciare una mezz'ora il locale?"
Mi guardai intorno, la serata era tranquilla e mi fidavo del mio staff.
"Cosa vuoi fare?"
"Un giro" alzò le spalle.
"Con l'auto?"
"Con te" disse maliziosa.
"Allora mezz'ora non basterà"
Rise e scosse la testa.
"Dite tutti così. Allora vieni?"
"Tutte le volte che vuoi"
Rise ancora scendendo dallo sgabello e avvicinandosi all'uscita.
La raggiunsi ed uscimmo insieme.

Questa ragazza per me era un enigma e volevo vedere fino a che punto si sarebbe spinta, fino a che punto mi sarebbe piaciuta. Perché di solito a me le ragazze piacciono per un mese poi mi scadono. Ogni volta è così, e voglio capire se stavolta sarà diverso.

Heartless | Arkadiusz MilikDove le storie prendono vita. Scoprilo ora